The Imitation Game, la rappresentazione incredibile della vita e dell’opera di Alan Turing, si è aggiudicato il Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura Non Originale firmata dal giovane Graham Moore (sul palco durante la premiazione ha svelato di aver tentato il suicidio a 16 anni) e basata sul romanzo Alan Turing. Storia di un enigma di Andrew Hodges (pubblicato da Bollati Boringhieri). Il film, incentrato su uno dei più straordinari eroi non riconosciuti della Gran Bretagna, vedeva protagonisti Benedict Cumberbatch e Keira Knightley diretti dal regista norvegese Morten Tyldum.
Durante l’inverno del 1952, le autorità britanniche entrarono nella casa del matematico, criptoanalista ed eroe di guerra Alan Turing (Benedict Cumberbatch) per indagare su una segnalazione di furto con scasso. Finirono invece per arrestare lo stesso Turing con l’accusa di “atti osceni”, incriminazione che lo avrebbe portato alla devastante condanna per il reato di omosessualità. Le autorità non sapevano che stavano arrestando il pioniere della moderna informatica. Noto leader di un gruppo eterogeneo di studiosi, linguisti, campioni di scacchi e agenti dei servizi segreti, ha avuto il merito di aver decifrato i codici indecifrabili della macchina tedesca Enigma durante la II Guerra Mondiale.
Ritratto intenso e inquietante di un brillante e complesso uomo, The Imitation Game mostra un genio che sotto una pressione angosciante ha contribuito a ridurre la durata della guerra e, quindi, a salvare milioni di vite. La sua macchina non è stata mai perfezionata anche se ha dato origine ad un intero campo di ricerca che è noto come “la Macchina di Turing“. Oggi noi li chiamiamo “computers”.
“E’ la storia di una vita straordinaria” commenta lo sceneggiatore Graham Moore. “E’ una di quelle storie che se uno l’avesse inventata non sarebbe stata credibile; una persona che ha vissuto così tante esperienze drammatiche, un genio, un eroe di guerra, l’uomo che ha inventato il computer ed è stato perseguito dal Governo per la sua omosessualità e che infine si suicida – e tutto questo in un unico film. E’ incredibile eppure è la verità: nonostante le straordinarie circostanze della vita di Turing, tutti hanno provato grande ammirazione personale e un forte legame con la sua vicenda”.
Il produttore Teddy Schwarzman condivide l’entusiasmo di Moore: “E ‘una storia che il mondo aveva bisogno di conoscere. I polacchi e gli inglesi avevano lavorato per anni per decodificare il codice senza ottenere progressi rilevanti; è quindi davvero avvincente vedere un professore che passeggia a Bletchley Park e che senza alcuna formazione specifica trova un modo per risolvere un problema impossibile. Volevo che la gente sapesse cosa Turing avesse fatto e vissuto prima, durante e dopo la sua permanenza a Bletchley Park. Ho voluto raccontarlo nella sua unicità e nel percorso in cui egli ha salvato innumerevoli vite”. Dal punto di vista tematico, Schwarzman si è inoltre trovato in sintonia con la sceneggiatura. “Io tendo ad apprezzare l’outsider, il pensatore che fa cose che gli altri reputano strane, superflue o sbagliate e che, solo grazie alla sua forza di volontà, trova il modo di fare qualcosa di significativo. Questa è la storia di un uomo che ha creato qualcosa dal nulla, influenzando profondamente le generazioni a venire“.
Moore fu conquistato dal lavoro di Turing e dall’enorme numero dei suoi seguaci. “Quando ero un adolescente, ero un patito di computer. Facevo parte del gruppo di studio di informatica e andavo pazzo per la programmazione; per chi ha questa passione, Turing rappresenta un oggetto di culto. Era l’insospettabile inventore del primo computer a cui la storia non aveva fatto giustizia; ricordo che fin da quando ero adolescente avevo sentito parlare di lui dai vari Steve Jobs e Bill Gates“.
Per il regista Tyldum rimanere fedele alle radici iconoclaste di Alan era essenziale per realizzare il film. “E’ una storia molto importante che rende omaggio all’essere diversi e quanto sia fondamentale in una società avere persone che la pensano differentemente e che non seguono la norma” dice Tyldum. “Turing subì una grande ingiustizia, ma non scese mai a compromessi con i suoi ideali. E il mondo è migliore grazie al suo coraggio“.
Tyldum, nel suo ruolo, si è sentito un po’ nella medesima condizione di outsider ed ha voluto sfruttare la sua eredità non-britannica a vantaggio del film. “Penso che sia un bene avere una visione esterna, poiché questo porta a fare particolare attenzione a tutti elementi della storia. Fu un periodo importante nella storia britannica, non si poteva commettere errori. Ma le idee di Alan erano molto più grandi e importanti rispetto al periodo e alla guerra. Per questo penso che questo non sia solo un film storico. E’ molto di più“.
“Alan Turing era un uomo dalla personalità unica, intraprendente e disarmonica; estremamente efficiente, valido e premuroso, aveva una grande affinità con i bambini. Possedeva questa capacità illimitata di comunicare con la gente senza sentirsi confinato nei soliti luoghi comuni”
Benedict Cumberbatch