Tratto dall’opera di René Goscinny e Albert Uderzo, giovedì 7 marzo arriva al cinema Asterix E Il Segreto Della Pozione Magica, il film d’animazione diretto da Louis Clichy e Alexandre Astier.
Il film
Sequel di Asterix e il Regno Degli Dei, in Asterix e il Segreto Della Pozione Magica Panoramix, il mago del villaggio, sta invecchiando, ed è quindi tempo di trovare un giovane erede a cui tramandare il segreto della pozione magica che dona i super poteri che hanno permesso ad Asterix e Obelix di salvare la loro terra dagli attacchi nemici. Come vuole la tradizione, l’erede sarà maschio. O forse no.
Lasciamo spazio ad un estratto dell’intervista rilasciata da Alexandre Astier.
Si pensa sempre che un secondo episodio dovrà essere più potente, più esplosivo. Questo lo sarà davvero?
Sì, ci sono degli elementi nuovi. Innanzitutto, c’è un movimento. Asterix e il Regno degli dei si svolge a porte chiuse, succede tutto nei pressi del villaggio, Cesare costruisce perfino i suoi palazzi attorno al villaggio. In questo caso invece si tratta di un’avventura che porta i nostri eroi alla ricerca di un candidato in giro per tutta la Gallia. C’è il tema del viaggio e questo amplia l’universo del primo film. Credo che anche l’animazione sia più bella perché abbiamo fatto dei progressi, se non altro dal punto di vista tecnico. Ci sono delle cose ormai acquisite e trovo che l’animazione – e non è merito mio, quindi non mi sto vantando – abbia fatto un piccolo salto di qualità.
È un film che farà solo ridere o saranno affrontati anche temi forti, come il pensionamento e la trasmissione del sapere?
Per me non esiste commedia senza dramma. Sono cresciuto con questa scuola di pensiero e continuo a crederci. Ovviamente questo solleva molti temi. Prima di cominciare decido cosa voglio scrivere e mi metto al lavoro. Questa storia fa venire a galla molte questioni. Ad esempio, perché Panoramix non mette in salvo tutta la Gallia visto che è in possesso della pozione magica? Perché se la tiene per sé? Come si vede nelle storie a fumetti ci sono popolazioni oppresse in tutta la Gallia. Possiamo fare un collegamento con la questione delle armi nucleari: chi ce l’ha? Chi no? Perché non possono averle tutti? E se le avessero tutti cosa succederebbe? Sono molte le domande che vengono fuori. E non ho modo di uscirne: scrivere una storia significa necessariamente tentare di rispondere a tutto. Di certo una cosa che non volevo era sorvolare su domande come queste.