A Roma sta arrivando La Trilogia del Mito. Tre spettacoli di 50 minuti ciascuno, in tre distinte serate, sul palco del Teatro Quirino a partire dalle ore 21.00: martedì 24 maggio Iliade – Le Lacrime di Achille, mercoledì 25 maggio Odissea – Nessuno Ritorna, giovedì 26 maggio Eneide – Ciascuno Patisce la Propria Ombra. Una messa in scena davvero particolare diretta da Matteo Tarasco che riporta sul palcoscenico tre classici poemi epici rivisitati in chiave moderna e rappresentati dal punto di vista delle donne che li hanno vissuti.
Vi lasciamo alle note di regia di Matteo Tarasco: “Il nostro progetto racconta l’assenza dell’eroe. Consapevoli che la modernità è orfana di eroi e modelli virili, scegliamo di indagare il punto di vista femminile sul mito, un viaggio nell’intimità del dolore, nella fragilità dell’eroe. Vogliamo addentrarci nel linguaggio del dolore, per riscoprirne un nuovo valore semantico e ridisegnare l’ideologia della virilità, che, nell’epopea, si completa e acquista valore soltanto quando si appropria del modello femminile.
Nell’Iliade e nell’Odissea, ma anche nell’Eneide di Virgilio, si assiste costantemente al contrasto tra le bufere del dolore maschile e la lenta perdita di sostanza che consuma la vita nel rituale della lamentazione femminile. Se il dolore delle donne esautora la forza vitale, il dolore dell’eroe ne esalta l’energia e l’ardore guerriero, perché per Omero, lacrime e gloria, sofferenza ed eroismo sono strettamente connessi Le lacrime degli eroi non sono segno di debolezza ma ostentazione di forza e di vitalità, perché gli uomini valorosi sono sempre inclini alle lacrime”.
“Mettere in scena il mito dal punto di vista femminile, vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso.
Le fonti letterarie che abbiamo utilizzato per creare la drammaturgia del nostro progetto spaziano dall’epica antica (Omero, Iliade e Odissea) alla poesia tardo Greca (Quinto di Smirne, Il seguito dell’Iliade – PostHomerica), alla poesia Latina (Virgilio, Eneide e Ovidio, Heroides); ci siamo poi avvalsi del supporto di Christopher Marlowe che in epoca elisabettiana riscrisse la storia di Didone ed Enea, e del grande poeta tedesco Heinrich Von Kleist che nel settecento riscrisse il mito di Pentesilea; fino ad inoltrarci nella poesia del novecento, avvalendoci delle opere di due tra le maggiori poetesse di lingua inglese, l’australiana Collenn McCollogh (Il Canto di Troia) e la canadese Margareth Atwood (Circe/Fango)”.
“Immaginiamo di creare un affresco di luce e suoni che riesca a rievocare le sensazioni e le emozioni di un’epopea fantasmagorica, per riscoprire meandri più segreti di questa storia immortale, all’origine della nostra idea di Europa. Crediamo che il Teatro sia lo strumento più adatto e necessario per conseguire tali scopi, in quanto il Teatro è l’unico luogo sociale in cui la verità si fa spettacolo, dove l’essere umano comprende e acquista coscienza di se come individuo e come cittadino”.
“Il progetto si propone come occasione per riscoprire l’antico e comprendere il contemporaneo, al fine di dare un senso al futuro”.
Matteo Tarasco
Gli Spettacoli
Iliade – Le Lacrime di Achille
Potremmo definire l’Iliade, il romanzo di Achille, perché il poeta sceglie di raccontare le vicende dell’ultimo anno della lunga guerra a partire dall’ira dell’eroe che determina una congiuntura di eventi tragici concatenati. L’ira funesta genera le lacrime di Achille, le prime di una lunga serie di pianti e lamentazioni che costellano l’epopea, perché nell’Iliade, non soltanto le donne Troiane piangono, ma anche e soprattutto i grandi eroi. Abbiamo scelto di trasfondere sul palcoscenico queste suggestioni utilizzando il punto di vista femminile delle donne che hanno amato o sono state amate da Achille nel corso della guerra: la schiava Briseide (Rosy Bonfiglio), personaggio enigmatico ma fondamentale, alla cui vicenda Omero dedica circa metà dell’Iliade, pur facendola parlare raramente; la madre divina Teti (Elena Aimone), che sin dall’inizio del poema consola l’eroe che lei considera ancora fanciullo, il tramite tra il mondo terreno e l’Olimpo, colei che consapevole del tragico destino di Achille cerca di raccoglierne le lacrime; l’amazzone Pentesilea (Giulia Santilli), donna guerriera ed esotica che fronteggia da pari il condottiero Achille, generando in lui stupore e ammirazione, una sorta di doppel-ganger dell’eroe, un Achille femmina.
Odissea – Nessuno Ritorna
L’epopea del ritorno in patria dell’eroe Ulisse dopo la guerra di Troia è un viaggio nelle più atroci conseguenze dell’amore. Uno struggente singolo grido di estasi erotica, che si trasforma in agonia. Una sorta di poema erotico e disperato, che espone con lucida follia e altissimo linguaggio le pene di un amor ritrovato, ma invivibile. Le donne di Ulisse, Circe (Barbara Esposito), Nausicaa (Lara Balbo) e Calipso (Ania Rizzi Bogdan) la storia d’un’ossessione amorosa, un’ossessione che si fa verbo, strappando ogni singola parola al marasma di gemiti inarticolati in cui questa donna innamorate affogano e si dibattono. I loro occhi troppo annebbiati dalle lacrime non vedono il mondo e i drammi che lo sconvolgono, ma si fanno testimoni di un desolato finale di partita, in una terra di nessuno.
Eneide – Ciascuno Patisce la Propria Ombra
Immaginiamo di raccontare il mito di Enea, dalla caduta di Troia sino allo sbarco sulle coste italiche, attraverso la testimonianza delle donne che lo hanno incontrato, amato e rinnegato: la moglie Creusa (Francesca Golia), che si perde durante la fuga da Troia in fiamme, assediata dall’esercito greco; l’amante Didone (Silvia Siravo), la regina africana alla quale l’eroe naufrago racconta la sua storia, prima di abbandonarla, innamorata e infelice, per inseguire il proprio destino; la Sibilla Cumana (Giulia Innocenti), la maga che introduce Enea nei misteri del mondo infero, dove l’eroe riceverà la profezia del suo glorioso futuro.