Presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, giovedì 30 dicembre arriva nelle nostre sale Illusioni Perdute, il film diretto da Xavier Giannoli tratto dal capolavoro di Honoré de Balzac, una commedia umana con un cast eccezionale tra cui Benjamin Voisin, Xavier Dolan, Vincent Lacoste, Cécile de France e Gérard Depardieu.
Il film
Lucien (Benjamin Voisin) è un giovane poeta in cerca di fortuna. Nutre grandi speranze per il suo futuro ed è deciso a prendere le redini del proprio destino abbandonando la tipografia di famiglia e tentando la sorte a Parigi sotto l’ala protettrice della sua mecenate. Rifiutato dalla società aristocratica parigina per le sue umili origini e la sua relazione pericolosa con la baronessa, si ritrova solo, senza un soldo, affamato e umiliato e cerca vendetta scrivendo articoli controversi. Nella Parigi tanto ambita, trova un mondo cinico dove tutto – e tutti – possono essere comprati e venduti.
Xavier Giannoli racconta…
“Ho scoperto il romanzo quando avevo circa 20 anni, praticamente l’età di Rubempré. Stavo studiando Lettere e ho avuto la fortuna di avere un insegnante di nome Philippe Berthier, diventato da allora un grande specialista de La Commedia Umana. Nel periodo in cui Balzac scrive le Illusioni, Marx è per le strade di Parigi e Thackeray prepara Barry Lindon che sarà pubblicato in soap opera un po’ più tardi. Si potrebbero trovare decine di altri esempi di autori che hanno capito che il mondo era entrato nelle «acque gelide del calcolo egoistico» per riprendere una formula cara ai marxisti. Il critico Georg Lukacs ha scritto pagine magnifiche su questo grande romanzo della «capitalizzazione degli spiriti» e della «mercificazione del mondo». Balzac vede questo momento in cui l’essere degenera in avere e l’avere degenera in apparire raccontando infatti anche la conversione della Francia al capitalismo. I danni umani, politici, spirituali e artistici provocati da questo terremoto“.
“Ma non voglio colorare le immagini del romanzo, plagiare goffamente la narrazione in un adattamento accademico. Il romanzo di Balzac rivela la matrice del mondo moderno, il momento in cui un’intera civiltà era sul punto di cedere alla legge del profitto. Volevo prolungare quel gesto grazie al cinema, prendendomi, rispetto al testo originale, delle libertà che mi permettessero di esprimerne lo spirito. L’arte si nutre di ciò che brucia. Il cinema è per natura la trasfigurazione di una realtà o di un libro. Altrimenti a che serve?”.