Giovedì 17 febbraio – distribuito da Koch Media in Dvd (in anteprima solo da Feltrinelli/IBS, dal 22 marzo negli altri canali) e Blu-ray – uscirà I’m Your Man, il film diretto da Maria Schrader con protagonista la coppia formata da Dan Stevens e Maren Eggert (Orso d’Argento alla 71esima Berlinale come Miglior Attrice per questo film). Ispirato al racconto Ich bin dein Mensch di Emma Braslavsky, il film è un divertente racconto tragicomico sull’amore, il desiderio e su ciò che rende umano un essere umano.
Il film
Alma (Maren Eggert) è una scienziata del famoso Museo Pergamon di Berlino. Al fine di ottenere dei fondi per il suo lavoro di ricercatrice, si fa convincere a partecipare a uno studio alquanto particolare. Per tre settimane dovrà vivere con un robot umanoide creato su misura in base al suo carattere e ai suoi bisogni, e la cui intelligenza artificiale è progettata appositamente per essere il suo compagno di vita perfetto. E così, Alma incontra Tom (Dan Stevens) una macchina dalle sembianze umane unica nel suo genere, creata esclusivamente per renderla felice.
Maria Schrader racconta…
“Riuscire a creare un essere umano artificiale è un sogno antico quanto l’umanità stessa. Nell’antichità era un atto di creazione mitico/artistica che richiedeva l’aiuto degli dei. Prometeo creava le persone con l’argilla e l’acqua. L’artista Pigmalione costruì una statua femminile, se ne innamorò e chiese alla dea Afrodite di darle vita. Poi, man mano che ha acquisito sempre più fiducia nelle proprie capacità, l’uomo ha preso le redini della creazione dagli dei. Dai primi automi meccanici, alle frontiere dell’intelligenza artificiale, ogni trascendenza o coinvolgimento divino ormai sembrano essere scomparsi. Ma se dovesse mai accadere di avere dei robot come partner, allora la questione del “fantasma nella macchina1”, dell’anima e della coscienza diventerà di nuovo centrale“.
“Spesso, le storie sugli esseri umani artificiali suscitano un misto di fascino e orrore. L’uomo gioca a fare Dio e crea dei servi per se stesso, ma ha paura di perdere il controllo e di essere superato dalla sua creazione. Molte di queste storie, dal golem medievale a Ex Machina, finiscono con distruzione e morte. I robot hanno lo scopo di monitorare le traiettorie di volo e i semafori, di falciare i prati e controllare i sistemi di sicurezza. Ma amore, sentimento, felicità e dolore sono riservati solo agli esseri umani. Qual è la differenza, tra ‘l’amore’ e un algoritmo complesso? Non ci adattiamo alle esigenze dei nostri partner anche nelle relazioni tradizionali? Cosa c’è di ‘reale’ nelle relazioni, e quanto viene appreso, adattato e programmato?“.