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Intervista a Simone Spada: “Domani è Un Altro Giorno è un inno alla vita”

Lunedì 15 aprile al CineTeatro Volta di Pavia (Piazza Salvo D’Acquisto, 1) ci sarà la serata conclusiva della seconda edizione della rassegna cinematografica Il Mio Film. Dopo il consueto aperitivo delle 19.30, alle 20 verrà proiettato Domani è Un Altro Giorno, il secondo ‘Film a Sorpresa’ della rassegna che è stato scelto e votato dal pubblico nel corso delle prime serate. Diretto da Simone Spada, Domani è Un Altro Giorno vede protagonisti due strepitosi attori: Valerio Mastandrea e Marco Giallini.

Il film

Giuliano (Marco Giallini) e Tommaso (Valerio Mastandrea) sono amici da trent’anni e li aspettano i quattro giorni più difficili della loro amicizia. Tommaso vive da tempo in Canada e insegna robotica. Giuliano è rimasto a Roma e fa l’attore. Entrambi sono romani “dentro”, seppur con caratteri molto diversi: Giuliano estroverso e pirotecnico, Tommaso riservato e taciturno. Giuliano, l’attore vitalista, seduttore e innamorato della vita è condannato da una diagnosi terminale e, dopo un anno di lotta, ha deciso di non combattere più. Ai due amici di una vita rimane un solo compito, il più arduo, quasi impossibile: dirsi addio. E hanno solo il tempo di un lungo weekend, quattro giorni. Quando Tommaso arriva a Roma bastano poche battute per ritrovare la complicità, quella capacità di scherzare su tutto è fondamentale per esorcizzare l’inevitabile.

Inizia così per i due amici un “road movie dei ricordi”. C’è qualche conto da chiudere, ma soprattutto un luogo antico e ricco da ritrovare, da ripercorrere, da riconoscere come qualcosa per cui ne è valsa la pena: è lo spazio intatto e inattaccabile della loro amicizia. Con loro “viaggia” un terzo incomodo, Pato, un bovaro bernese dallo sguardo sperduto, che per Giuliano è praticamente un figlio. Il primo dei conti da chiudere, è trovare una sistemazione proprio a Pato. I quattro giorni della loro ritrovata amicizia sono finiti. Tommaso sta per prendere l’aereo e non si vedranno mai più. Ma il vecchio istrione Giuliano non può lasciare che l’amico gli rubi la scena neanche una volta ed è suo l’ultimo coup de théâtre.

Domani è un Altro Giorno 1

Intervista a Simone Spada

Amicizia fraterna. Soprattutto nel momento del dolore. Domani è Un Altro Giorno è una pellicola che commuove ma che al tempo stesso fa sorridere, regalando allo spettacolo emozioni forti che restano impresse. Ne ho parlato con il regista del film, Simone Spada, che ringrazio tanto.

Il prossimo 15 aprile sarà Domani è un Altro Giorno a chiudere la seconda edizione della rassegna Il Mio Film al CineTeatro Volta di Pavia. Il film è stato votato dal pubblico (le confido che era in “competizione” con altri grandi titoli, tra i quali I Mostri di Dino Risi). Vorrei partire da qui: quanto la inorgoglisce questa scelta?

Senza dubbio mi inorgoglisce moltissimo, ringrazio il pubblico di Pavia, non credo che il cinema sia competizione ma sapere che il nostro film sia piaciuto mi rende felice ed essere messo accanto a nomi cosi importanti mi fa capire che, al mio secondo film sono diventato un regista vero, anch’io.

La citazione di Oscar Wilde – “Se un amico non mi invita al suo compleanno non importa, ma se non condivide con me un grande dolore allora mi offendo” – secondo lei, indica il senso del film. Perché l’ha scelta come frase-simbolo?

Il giorno che dovevamo girare la scena del camerino del teatro con Renato Scarpa, da me fortemente voluto per il ruolo del direttore del teatro questa frase non c’era in sceneggiatura. Mentre provavo con Renato, lui, con la grazia e l’umiltà che lo rende un grandissimo attore mi ha detto che aveva letto questa frase di Oscar Wilde e ho subito deciso di fargliela dire in scena. Mi sembrava non solo una bella citazione ma anche nel suo contenuto un essenziale descrizione del senso profondo dell’amicizia e del dolore.

Simone Spada sul set

Simone Spada sul set

La vera amicizia, quella autentica, quella che non chiede niente in cambio, è sempre terapeutica. Secondo lei c’è differenza tra un fratello e un amico fraterno?

Domanda difficile a cui ognuno credo possa rispondere in maniera molto diversa e personale…A Roma per esempio il termine ‘fratello’ è usato spesso proprio per sottolineare un legame d’amicizia esclusivo, forte e speciale, per me direi che non c’è differenza tra il fratello e un amico fraterno…A volte col secondo forse si creano e stabiliscono regole di comprensione meno contaminate dai rapporti ‘famigliari’… ma io non faccio testo poichè sono figlio unico e ho tre-quattro amici fraterni.

Marco Giallini e Valerio Mastandrea in questo film sono “normalmente straordinari”. Amici, come nella vita, autentici, naturali. È d’accordo? È stato facile dirigerli?

Sono d’accodo, sono due fuoriclasse e anche se non dovrei dirlo io in questo film sono entrambi sontuosi, lo hanno amato e si vede in ogni scena. Dirigerli non è stato facile nè difficile, solo una meravigliosa occasione di regia, un privilegio che rende il nostro lavoro straordinario e che fa passare in secondo piano ogni fatica.

Il suo film si ispira a Truman di Cesc Gay. Il titolo è il nome del cane di Julián (Ricardo Darín), un compagno di vita capace di parlare con lo sguardo. Cos’è che l’ha colpita di più di questo film? Le chiedo un’immagine, un momento…

L’equilibrio, la semplicità, il coraggio, l’essenzialità con cui raccontava un tema enorme e universale. Quando Maurizio Tedesco e Giampaolo Letta hanno deciso di affidarmi il timone di questa avventura e ho visto Truman ho capito che era il progetto giusto per me, è un tipo di film che rappresenta il tipo di cinema che amo, che mi piace vedere e che vorrei fare. Nonostante il mio film segua molto fedelmente l’originale spagnolo so di averci messo molto della mia sensibilità e del mio punto di vista sulle cose e le persone, se vogliamo anche la mia ironia che poi è la stessa di Marco e Valerio.

Domani è un Altro Giorno 2

In Domani è un Un Altro Giorno – come la promessa di Via Col Vento – c’è un inno alla vita. Ce lo può descrivere?

Questa è una domanda che meriterebbe una risposta molto lunga e stratificata. Credo che se la felicità non esiste. Credo che sta a noi essere felici senza. E credo che la vita, nonostante tutto, sia una buona occasione per ‘vivere’. Semplice, magari non del tutto chiaro. Ma è un buon punto di partenza per rispondere alla domanda.

Intervista di Giacomo Aricò


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