L’arte e il cinema non si fermano, nonostante il difficile momento che stiamo vivendo. E così Superotto Film Production ha deciso, in collaborazione con la piattaforma Indiecinema, di aprire gratuitamente le porte alla visione di Mancanza-Inferno (2014) e Mancanza-Purgatorio (2016), primi due capitoli di Mancanza, la trilogia firmata dal regista Stefano Odoardi che si completerà con l’ultimo capitolo Paradiso. I primi due film saranno disponibili in streaming fino al termine della quarantena.
Intervista ad Angélique Cavallari
Protagonista della trilogia, nei panni di un Angelo, è la magnetica e raffinata attrice italofrancese Angélique Cavallari. Artista a tutto tondo (come vedremo), per parlare di questi due film – così in sintonia con lo stato d’animo che, a livello mondiale, stiamo provando in questa fase delicatissima – abbiamo avuto l’immenso piacere di intervistarla.
Angélique, prima di tutto come stai? Com’è la situazione lì in Francia?
Buongiorno cari, sto bene grazie. Il mio cuore è con voi, con la mia cara Italia e anche qui con la Francia dove mi trovo ora e ormai il pensiero va al mondo intero. Ogni giorno questa situazione evolve similmente come è stato anche in altre parti d’Europa. La solidarietà è parte fondamentale di questo periodo.
Su Indiecinema sono diventati disponibili i primi due capitoli di Mancanza, la trilogia diretta da Stefano Odoardi che ti vede protagonista. Per coloro che ancora non li hanno visti, parliamo di questi primi due capitoli disponibili in streaming. Iniziamo da Mancanza – Inferno, con i versi “Elegie Duinesi” di Rainer Maria Rilke, tu sei un Angelo. Come lo descriveresti?
E’ un angelo rilkiano, che è inconsapevole di cosa gli è successo. Ha una cicatrice in volto e si ritrova tra le macerie di una città deserta. Percepisce la grande sofferenza degli esseri umani e si sente impotente, non sa come aiutarli fino a quando avviene l’incontro con loro. Uno sguardo di accettazione, di condivisione e di compassione ed infine un abbraccio, la riconnessione con la speranza e la vita. Un quadro crudo, netto e senza sconti della realtà e il punto di vista di un essere non terreno, questo Angelo che inizia il suo percorso tra gli umani, partendo dall’Inferno. “Chi non sedé angosciato dinanzi al sipario del proprio cuore?” “Che il mio volto bagnato di lacrime brilli e che il pianto che non si vede fiorisca”. Le parole dell’Angelo, di Rilke.
Passiamo a Mancanza – Purgatorio. Qui tu diventi un Angelo/Ulisse, attraverso i versi di “Poesia Ininterrotta” di Paul Eluard, L’Odissea di Omero e alla poesia “Song” di Allen Ginsberg. Che capitolo è?
Sì, è il capitolo secondo, qui siamo alla fase successiva del viaggio, con altre prove che questo Angelo deve affrontare per poter proseguire. Qui è una combattente palesemente incarnata e quasi umana. Prova l’esperienza dei sentimenti, dell’ estrema solitudine, dell’isolamento, del non sapere dove andare. Il cargo dove si trova trasporta container con all’interno delle anime: le sente parlare, con le loro attese, le loro riflessioni sulla loro vita terrena. Poi prova l’esperienza del ricordo e di un nuovo obiettivo che scoprirete nel film che la aiuterà a proseguire e ad affidarsi alla sua forza. Questo è un Angelo/Ulysse, come lo definisce Odoardi, è nell’azione, e non puo fare altrimenti del resto. Quando inizia a capire la sua missione, con responsabilità da vera condottiera, si trasforma e riprende poi la sua vera essenza e la sua divinità. Questo cambiamento avviene dopo il lungo viaggio: la spogliazione, la rivelazione dei segni sul corpo, e il cambio di abito prima del nuovo sguardo infine fiducioso e sereno. Qui si esprime attraverso Omero con L’Illiade ne “L’Ulysse” poi la poesia “Song” di Ginsberg, che ci ricorda l’inequivocabile umanità che deve ri-affidarsi all’Amore per salvarsi e alcuni estratti scelti della “Poesia initerrotta” di Paul Elourd, un elogio alla bellezza, alla dolcezza, all’unione.
Inferno e Purgatorio, rappresentano simbolicamente i sentimenti che l’intera umanità sta provando in questo momento, in piena crisi pandemica. L’Inferno rappresenta l’incubo e la paura che ancora stiamo vivendo; il Purgatorio è invece la sospensione in cui ci troviamo, sperando di raggiungere la salvezza, e quindi il Paradiso. Concordi? Tu cosa ne pensi?
Sì, concordo. Questi due film possono in effetti, essere una catarsi per questo momento cosi difficile perché in essi c’è un accettazione della condizione di sofferenza, di dubbio, la comprensione della voglia di passare alla fase successiva nella salvezza. E tutto cio si svolge nella sublimazione universale che la poesia e il cinema e l’arte in generale permettono.
Sul terzo e ultimo capitolo dedicato al Paradiso cosa puoi rivelarci? Come sarà? Chi sarai tu?
Abbiamo già iniziato il terzo capitolo, Paradiso. Qui siamo in un registro totalmente differente dagli altri, sarà un’immersione totale nella Bellezza. Un vero ritorno all’origine per l’Angelo e anche per lo spettatore. Abbiamo già iniziato in alcuni dei piu grandi musei al mondo, dove l’Angelo contempla alcune delle piu importanti opere pittoriche. Ma il progetto riserva altri risvolti che vedrete e sarà una vera e propria riscoperta della Bellezza nella sua essenza e purezza. Penso che sarà una gioia anche per noi lavorare a questo capitolo. Già, lo é.
In questi giorni si sarebbe dovuta svolgere la proiezione in anteprima mondiale del mediometraggio La Nuit, sempre diretto da Odoardi. So che qui interpreti una cantante, Lelé, e le canzoni che canti le hai scritte tu…
Sì, esatto, si chiama Collection A l’insieme delle soundtracks electro-poetiche che sono nel film. Le avevo già scritte e composte prima che Odoardi mi proponesse il suo film con il ruolo di Lelé, che è una compositrice e cantante di musica elettronica. I testi erano incredibilmente perfetti ed aderenti alla storia che lui aveva scritto e cosi il tutto si è armonizzato anche nel film. Uno dei pezzi che poi è anche una poesia che ho scritto e che sentiamo nel film tradotta in italiano, si chiama proprio Dans la Nuit .
Angélique, tu sei un’artista a tutto tondo, sei corpo, parola e musica. Per esprimere lo stato d’animo di questi giorni difficili, che forma sceglieresti tra un videoclip, una poesia o una canzone?
Tutte senza eccezione e includerei anche anche la danza, la pittura. E poi darei anche spazio al silenzio, all’osservazione e al sentire.
La pandemia ha stravolto la nostra vita, probabilmente le cose non torneranno come erano prima. Eppure l’Arte, l’Amore, non mancheranno mai. Sono “le braccia dell’amore” la nostra salvezza?
Sì, ne sono certa.
Intervista di Giacomo Aricò