Da oggi al 22 novembre è in scena al Teatro dell’Angelo di Roma Lo Zoo di Vetro, lo spettacolo – diretto da Giuseppe Argirò – tratto dal primo successo di Tennesse Williams che lo scrisse nel 1944. L’autore americano lo definì “un dramma di memoria”, ma questo testo è soprattutto epifania di un inconscio che meglio di tutti sembra rappresentare la quotidianità disperante e silente della nostra epoca: la famiglia.
Figlia della protagonista Amanda è Laura, il motivo malinconico del dramma, la cui passione per le statuine di vetro dà il titolo all’opera. Laura è una ragazza scissa dalla realtà, inabile al difficile mestiere di vivere, resa zoppa da una malattia d’infanzia, un difetto edipico che sembra richiamare elementi tragici e immagini ancestrali. Dotata di una grande carica emotiva, a dar vita a questo personaggio sarà la giovane attrice Elisa Silvestrin che abbiamo intervistato.
Dal 13 al 22 novembre sarai in scena con Lo Zoo di Vetro, al fianco di Pamela Villoresi, Maurizio Palladino, Alberto Caramel. Cosa rappresenta per te questo testo? Come sarà lo spettacolo?
È un testo che fa riflettere sui rapporti familiari, su come ciascun componente condiziona la vita dell’altro e sulle scelte che ognuno compie per vivere o sopravvivere. Il regista Giuseppe Argiró ha aderito in pieno alle note di regia di Tennessee Williams che suggerisce “un insolita libertà di convenzioni” e lo spettacolo sarà pervaso di magica poesia.
Tu interpreti il fragile – come il vetro – personaggio di Laura. Quanto c’è di Elisa Silvestrin in lei? Che lavoro “emozionale” hai fatto per prepararti a questa parte?
Per arrivare a Laura ho esplorato le mie fragilità, paure e insicurezze. Ma anche il mondo di fragili illusioni che la tiene in vita. Provengo dal metodo Stanislavsky che si basa sull’approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di affinità tra il mondo interiore del personaggio e dell’attore. In scena il personaggio non si recita, si rivive.
Come attrice hai dei punti di riferimento? Qual è il personaggio che sogni di interpretare?
Vado spesso a Teatro e cerco di imparare da tutto quello che vedo. Ho la fortuna di poter stare sul palcoscenico con grandi artisti. Quest’estate ho lavorato con Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi, attualmente con Pamela Villoresi. Il sogno è quello di poter interpretare ruoli molto diversi da me: è questa la grande possibilità che ti regala il teatro, poter vivere emozioni che nella vita scegli di non esplorare.
Poco più di nove anni fa arrivavi seconda a Miss Italia e vincevi la fascia di Miss Cinema. Dopo teatro e fiction tv, ti piacerebbe recitare per il grande schermo?
Mi piacerebbe sperimentare il cinema, anche se adesso sto vivendo un grande amore con il teatro.
Web, smartphone, tablet: oggi siamo sempre più interconnessi. Cosa pensi di questa comunicazione sempre più virtuale? Le nuove generazioni rischiano di staccarsi troppo dalla realtà?
Credo sia un male diffuso quello dell’abusare di questa comunicazione virtuale che inevitabilmente ti isola. Dovremmo sforzarci a mettere da parte i cellulari e tornare a guardarci negli occhi.
Ultima domanda, che riprende la precedente. Oggi, tra nuovi servizi web e l’on demand, il cinema è sempre più in rete. Secondo te il potere della sala sta perdendo la magia di un tempo o trovi che il suo potere sarà sempre immortale?
Potere immortale, non c’è paragone.
Intervista di Giacomo Aricò