Nei panni della Nutrice nella Medea di Seneca, dal 17 maggio è in scena al Teatro Greco di Siracusa una delle più grandi artiste che il teatro italiano abbia avuto. Vi stiamo parlando di Francesca Benedetti, attrice vincitrice del premio De Sica 2014 per la sua appassionata dedizione al teatro dagli anni Sessanta in poi con interpretazioni di assoluto prestigio, tra opere classiche e contemporanee. La Benedetti, nata a Urbino nel novembre del 1935, negli anni è diventata musa e ispiratrice dei più grandi registi dell’ultimo scorcio del secolo scorso: Trionfo, Missiroli, Cobelli, Castri, Kreischa, Chéreau, Puecher e infine Strehler (protagonista con Carraro del Temporale di Strinberg) e Luca Ronconi con cui ha lungamente collaborato a partire dai mitici Lunatici di Mudleton Murray.
Dopo la Medea (adattamento e regia di Paolo Magelli), ancora in programma il 13-16-19-22-25 e 28 giugno, Francesca Benedetti sarà nuovamente in tournee quest’estate con lo spettacolo Madame Celine o il Ballo della Malora, drammaturgia di Luca Scarlini e Massimo Verdastro, dall’opera di Luis Ferdinand Celine. Noi di Cameralook.it abbiamo avuto l’onore di scambiare qualche battuta con lei.
Dal 17 maggio lei è in scena al Teatro Greco di Siracusa con la Medea di Seneca. Come sta andando lo spettacolo? Che risposta state avendo dal pubblico?
Entusiasta come sempre. A Siracusa il pubblico palpita con te ed è coautore dello spettacolo. Ed è sorprendente come l’enorme massa umana che ti fronteggia come tentacoli di un polpo di cui noi siamo la testa. Un polpo si intende totalmente privo di aggressività, un grande fenomeno della natura.
Lei interpreta la Nutrice. Cosa la entusiasma maggiormente di questo personaggio?
Avendo già interpretato Medea in tre diverse edizioni tra cui la Medea Seneca con la regia di Memè Perlini. Nel personaggio della Nutrice di questa edizione confluiscono umori e appelli diversi che arricchiscono il suo istinto di maternità di una consapevolezza più vigile. Si chiude come un circuito d’amore i cui estremi sono la nutrice e Medea, qui splendidamente interpretata da Valentina Banci.
Cosa significa per lei recitare in Sicilia in un Teatro del genere?
E’ un privilegio inenarrabile.
Questa estate la vedremo anche nello spettacolo Madame Celine o il Ballo della Malora, dall’opera di Luis Ferdinand Celine. Perché la rabbia creativa di Celine è ancora attuale?
Ha detto giusto: rabbia creativa. C’è bisogno di un profeta crudele e pietoso come Celine per denudare le contraddizioni e cercare di ovviarle.
Lei ha lavorato con i più grandi registi teatrali. Tra questi anche Luca Ronconi, scomparso lo scorso febbraio. Ci vuole regalare un suo ricordo?
Con la regia di un giovane regista, Ottavio Cirio Zanetti ho interpretato insieme a Luca la sua ultima tra le rarissime esibizioni attoriali. Eravamo un’attrice al tramonto e un impresario che la tradisce sostituendola con una giovane. E un rarissimo documento e anche qui di Luca risplende la straordinaria intensità, la chiaroveggenza, il genio. Tutti lo rimpiangiamo.
Il prossimo novembre compirà 80 anni. Riuscirebbe a descrivere la passione e l’emozione che prova ancora oggi nel recitare?
Si sbaglia. Non ho ancora toccato i cinquanta, tutta la vita davanti e tanto sarcasmo da spendere. L’età e il tempo non esistono come ci ha insegnato Einstein qualche anno fa….
Intervista di Giacomo Aricò