Veronika Logan, figlia di un musicista inglese e di madre napoletana, ha avuto un passato da modella prima di diventare attrice. Oltre trent’anni di carriera tra cinema, teatro e tv. Ed è proprio sul piccolo schermo che, dal 15 gennaio, la vediamo tutti i venerdì sera in prima serata in un ruolo oramai caro al pubblico di Rai2, ovvero quello del temuto sostituto procuratore ne L’Ispettore Coliandro. Una donna il cui rapporto con l’ispettore più stravagante della televisione italiana non è dei migliori. Quello che colpisce di Veronika Logan, oltre ad essere un’ottima professionista, è la sua estrema dolcezza ed una bellezza davvero unica. Noi di Cameralook.it l’abbiamo intervistata.
Chi è Veronika Logan oggi?
Difficile trovare una definizione per me stessa o altri, ognuno è un contenitore di azioni, abitudini, idee e sentimenti. Credo di essere una persona per bene, con le mie debolezze. Sicuramente il mio ruolo di madre è dominante in ogni aspetto del mio agire. Cerco di non giudicare ma di ascoltare. Amo la letteratura, ma non leggo saggistica. Mi piace la musica indie e il rock. Il cinema lo seguo tutto, compatibilmente con gli impegni di mamma. Sono una fan delle serie tv, in particolare Breaking Bad e Homeland, ma ho anche apprezzato Romanzo Criminale e qualche aspetto di 1992.
Ti vedremo nuovamente nel ruolo del sostituto procuratore Longhi ne L’Ispettore Coliandro, per quali motivi hai detto di sì a questa nuova stagione?
Rinunciare a Coliandro, mai! È la serie a cui ho partecipato con più contentezza. Amo lo stile dei Manetti Bros, è irriverente, come il protagonista. Morelli è un attore con i tempi perfetti, una macchina da set.
Qual è il rapporto che intercorre tra la Longhi e Coliandro? Cosa rappresenta Coliandro per il sostituto procuratore?
Il rapporto tra la Longhi e Coliandro è di sopportazione reciproca, malcelato fastidio e un non confessato affetto, loro malgrado.
Cosa ti accomuna a questo personaggio e cosa ti distingue?
Lei è precisa, competente, sicura di se e molto arrogante, oltretutto usa i tacchi anche per buttare la spazzatura (ammesso che lo faccia lei). Io sono insicura, non uso i tacchi e mi devo applicare molto per ritenermi soddisfatta. Ora che ci penso, abbiamo una parte caustica che ci accomuna.
La fiction è ambientata a Bologna, come ti sei trovata in questa città?
Bologna è una meraviglia, bella e comoda. Un po’ calda l’estate e fredda l’inverno, ma questi sono dettagli. Amo la biblioteca in piazza Maggiore e andare fuori a mangiare.
Sei figlia di un musicista inglese, quanto è importante la musica nella tua vita?
Mio padre è stato un musicista pop anni 60′ e 70′. A casa si ascoltavano i Beatles, i Rolling Stones, i Genesis e gli Who. Io, crescendo, mi sono innamorata del Punk americano, Bad Brains, Bad Religion, 7 Seconds, Fugazi per poi virare sul grunge e stoner negli anni 90′. Di italiano ascolto soprattutto i Verdena. Mi piace anche l’elettronica, ma mi faccio consigliare da mio fratello Axel che è un dj e producer.
Hai iniziato la tua carriera da attrice da giovanissima, cosa rappresenta per te il cinema?
Il cinema è la meravigliosa esperienza di farsi raccontare una storia, condividere o meno la visione di un regista, abbandonarsi al fantastico, imparare tante cose. Non pensare e pensare molto.
In tv, hai debuttato nel 1984 con I Ragazzi Della Valle Misteriosa per la regia di M. Aliprandi, Che ricordi hai di quell’esperienza?
È stato il mio debutto, quindi molto emozionante, ma affrontato con un’ inconsapevolezza totale. Avevo vinto un provino, ma non sapevo nulla di questo mestiere. Ho partecipato in seguito a seminari e corsi, oltre a farmi le ossa con dieci anni di soap opera. Stare su un set è l’esperienza più formativa.
Al cinema, sei stata diretta da alcuni importanti registi, da Longoni a Vanzina. Di chi, tra tutti quelli con cui hai lavorato, custodisci un ricordo più che positivo?
Ho avuto la fortuna di lavorare con registi molto diversi l’uno dall’altro; i set di Vanzina sono stati i più divertenti e i più efficienti. Il regista Bille August, per esempio, invece è un regista che coinvolge moltissimo e si dedica molto agli attori; con lui, sono riuscita a fare un lavoro più approfondito per quanto riguarda il mio essere attrice. Un attore deve essere pronto a tutto!
Hai preso parte anche a fiction molto seguite; oltre a L’Ispettore Coliandro, ricordiamo I Ragazzi del Muretto, Un Medico in Famiglia, Vivere e Nero Wolfe. Quale personaggio ti piacerebbe interpretare?
Mi sarebbe piaciuto fare interamente un film in costume; ora, non essendo più giovanissima mi piacerebbe fare il ruolo che fu di Glenn Close, ovvero la marchesa di Merteuil (in Le Relazioni Pericolose, 1988, ndr.) e anche un film su Luisa Casati, nobildonna veneziana, all’avanguardia, oltre che essere stata l’amante di D’Annunzio.
Un sogno nel cassetto?
Certo! Si deve sempre sognare. Vorrei tornare a viaggiare; essendo però mamma di una bimba di dieci anni che va a scuola, è un po’ difficile. Posso dirti che i miei sogni sono legati alla mia vita e non al mio lavoro.
Intervista di Giulia Farneti
Per l’immagine di copertina ringraziamo il fotografo Marco Di Marco.