Tratto dall’omonimo romanzo di Frank Pepe, giovedì 20 maggio arriva nelle sale Io Rimango Qui, il film diretto da André Erkau, un road movie che ha come interpreti principali Sinje Irslinger e Max Hubacher.
Il film
Steffi (Sinje Irslinger) ha una vita perfetta: è giovane, è innamorata ed è in partenza per Parigi dove col fidanzato faranno l’amore per la prima volta. Tutto cambia non appena riceve una diagnosi inaspettata: non ha molto tempo da vivere. Contro il parere dei suoi genitori che le hanno vietato di andare in gita, scappa di casa per raggiungere Parigi con l’aiuto di Steve (Max Hubacher), un ragazzo ribelle conosciuto da poco. Ha inizio un viaggio avventuroso durante il quale Steffi capirà cosa conta davvero nella vita.
André Erkau
Per esplorare la storia del film, vi proponiamo di seguito un estratto dell’intervista rilasciata dal regista André Erkau.
La vita non è ancora fatta per i codardi?
Questo è un riferimento al mio film Life Is Not For Cowards, che ho realizzato alcuni anni fa e che in effetti continua ad essere molto importante per me. Non solo perché mi diverto a riguardarlo, ma perché rappresenta anche quel tipo di lavoro che mi è molto caro. Vale a dire, argomenti che riguardano i lati più oscuri della vita, che esplorano la caducità, il dolore, l’effimero della nostra esistenza, argomenti da cui – e non mi escludo da questo – ci piace scappare via nella vita reale. Per me, tuttavia, è di fondamentale importanza che questo approccio sia fatto con speranza, serenità e una certa sensibilità, in modo che sia più facile coinvolgere il pubblico. Voglio parlare della vita, voglio far ridere, piangere e anche far pensare. Forse la mia intenzione può essere paragonata abbastanza bene a una corsa sulle montagne russe. Per rispondere alla domanda: sì, la vita non è ancora fatta per i codardi. Ma vale la pena far entrare tutti questi momenti bui che possono anche essere spaventosi. Questo rende la vita così ricca e degna di essere vissuta. Un film diventa altrettanto ricco e degno di essere visto se non si edulcora la realtà.
Io Rimango Qui, come altri tuoi film, parla della vita in una condizione fuori dal comune. Cosa ti piace di questo tema? In che modo Io rimango qui si discosta da questo argomento?
Non sono mai stato così vicino alla mortalità, all’inevitabilità come con Io Rimango Qui. Life Is Not For Cowards parla di un uomo che ha perso sua moglie e di una figlia che ha dovuto affrontare la morte di sua madre e il fatto che sua nonna fosse malata. Naturalmente, anche questi sono argomenti in cui è presente il fattore caducità. Anche in Happy Burnout la paura della perdita era centrale. Tuttavia, i personaggi principali di entrambi i film, per quanto toccati e colpiti dagli eventi, avevano ancora una possibilità secondo il motto “La vita continua – in un modo o nell’altro”. Con Io Rimango Qui è diverso, perché è chiaro fin dall’inizio che il nostro protagonista non sopravvivrà, questa condizione non si può negare. Se ci rifletti, il nostro personaggio principale, Steffi, ha lo stesso destino di tutti noi, vale a dire che non sopravvivremo a qualunque cosa facciamo durante la nostra vita sulla Terra. Solo che per Steffi la fine è in vista. Nonostante la consapevolezza della morte, della caducità, non importa quanto tempo ci resta: alla fine è sempre meno di quanto si pensi o speri. Ecco perché è molto importante ripeterci: usa il tuo tempo! Impara ad apprezzare la vita e le persone con cui hai un rapporto stretto! Questo è un altro messaggio vitale di Io Rimango Qui.