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Iqbal, il bambino senza paura che lotta per la libertà

Dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è da ieri al cinema IqbalBambini Senza Paura, il nuovo film d’animazione di Michel Fuzellier e Babak Payami che diventa il simbolo della lotta contro il lavoro minorile in questa Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.


Iqbal è sveglio, generoso e con un innato senso di giustizia. Suo fratello è malato e lui decide di scappare in cerca dei soldi per curarlo. Raggirato, finisce nelle mani di uno schiavista che lo costringe a lavorare nella sua fabbrica di tappeti insieme ad altri bambini. Presto Iqbal capisce che quel debito non sarà mai ripagato. Ma insieme si può scappare. Così con coraggio e intraprendenza Iqbal pianifica la fuga e insieme ai suoi amici riconquista l’infanzia e la libertà.

Iqbal: Bambini Senza Paura è un lungometraggio in animazione liberamente ispirato a Storia di Iqbal, il romanzo di Francesco D’Adamo. Attraverso i toni della commedia e dell’avventura, si racconta la storia universale di un bambino senza paura e dei suoi compagni vessati dal sistema corrotto degli adulti. Con grande forza di volontà e profondo senso di giustizia i piccoli amici si riprendono l’infanzia. Il gioco, l’amicizia e la fantasia in questa vicenda drammatica rivelano la bellezza e la forza della parola libertà.

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Il flusso narrativo dalla storia è interrotto in alcuni punti dall’inserimento di momenti in cui Iqbal evade dalla realtà per ritrovarsi in un mondo di sogni e di visioni immaginarie grazie alle quali ricarica la sua energia vitale e trova la forza di lottare. Rielaborati a partire dai disegni originali di Valeria Petrone, questi excursus narrativi sono stati i realizzati in 2d con uno stile grafico differente dal resto del lungometraggio.

Il film è liberamente ispirato al bestseller Storia di Iqbal di Francesco D’Adamo, che a sua volta romanza la vita di Iqbal Masih, bambino divenuto simbolo della lotta contro il lavoro minorile. Il lungometraggio diretto da Fuzellier e Payami non intende però essere né il semplice adattamento cinematografico del libro di D’Adamo, né un documentario biografico su Ibqal, bensì un film di finzione, che tocca temi universali attraverso l’avventura di un bambino coraggioso e intelligente che insieme al suo gruppo di amici riesce a sconfiggere l’immoralità degli adulti.

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La scelta di ambientare la storia in una metropoli inventata, senza caratterizzazioni nazionali, conferma l’intento degli autori di rappresentare una storia universale in cui chiunque, al di là delle diversità culturali, possa sentirsi coinvolto. L’universo di riferimento, il mondo rappresentato nel film è infatti quello infantile: il gioco, l’amicizia e il desiderio di libertà sono tratti comuni ai bambini di tutto il mondo, ciò che cambia sono le possibilità e le modalità con cui vengono vissuti.

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