Jane Fonda, Diane Keaton, Candice Bergen e Mary Steenburgen sono le quattro grandi protagoniste femminile di Book Club – Tutto Può Succedere, la commedia piccante diretta da Bill Holderman che sarà nelle nostre sale da giovedì 4 aprile.
Il film
Carol (Mary Steenburgen), Diane (Diane Keaton), Vivian (Jane Fonda), Sharon (Candice Bergen), quattro donne alle prese con gli eterni problemi sentimentali. La loro vita scorre piuttosto noiosa fino a quando la lettura di Cinquanta Sfumature di Grigio la cambierà irrimediabilmente. Ispirandosi allo scandaloso romanzo, vivranno nuovi amori, vecchi ritorni di fiamma, situazioni esilaranti e sconvenienti. Saranno finalmente pronte a entrare nel nuovo capitolo della loro vita?
Al diavolo i freni mentali
I freni mentali e la vita pre-Christian Grey. O almeno questo è ciò che sostiene la commedia di Holderman incentrata sullo spirito di squadra e sull’amicizia tra donne come mezzi per sfidare la convenzione sociale discriminatoria secondo cui la voglia di godersi la vita e l’amore vero hanno una data di scadenza. Holderman esordisce come regista con una presa di posizione netta: Book Club – Tutto Può Succedere racconta la storia di quattro donne sessantenni che infrangono barriere relazionali e autoimposte. Perché, come sostiene il regista Bill Holderman, “a Hollywood, nella società, c’è una fortissima discriminazione dell’età avanzata, la convinzione che a un certo punto ogni persona smetta di avere importanza. Al diavolo la società. Se credi di avere di un altro capitolo da scrivere, l’unico ostacolo da superare sono i tuoi freni mentali“.
Diane Keaton e il tema dell’amicizia
“La protagonista si chiama Diane e questo significa molto per me – spiega la Keaton – il modo in cui è scritto il suo ruolo è proprio il mio genere. È divertente. Il divertimento è una gran cosa, ti fa sentire meglio. E poi le quattro amiche: le troviamo unite all’inizio, e così rimangono. Dovranno affrontare dei problemi, questo è sicuro, ma ciascuna può contare sulle altre, un punto molto importante in questo film”. Nella sua carriera, Diane Keaton ha interpretato molte donne insicure: “anche la mia Diane lo è, ha appena perso il marito e ha due figlie che in un certo senso la stanno crescendo. Cercando di farla cambiare. Si sente un po’ persa, non sa cosa fare o come gestire la situazione. Ha il sostegno delle amiche, ma in un certo senso è come se si stesse arrendendo. È l’incontro con Mitchell (interpretato da Andy Garcia, ndr.) che ribalta tutto. Si innamora istantaneamente di lui”.
Per Diane Keaton l’amicizia tra le quattro protagoniste è enorme: “sono legate da circa 15 anni. Sono le amiche che restano quando tanti altri scompaiono dalla tua vita. Ho 72 anni, interpreto un personaggio della mia età e so che è durissimo perdere le persone care. Passare il testimone ai figli e sentirsi trattare come una bambina da loro. È davvero sgradevole. E questo era il mio ruolo, mi ci sono immedesimata facilmente. Si diventa insicuri, spaventati e preoccupati. Il film parla di amicizia vera. È una forma di amore: trovare persone di cui ci si può fidare e con cui si è felici di stare e di affrontare le difficoltà fianco a fianco: in fondo è una sorta di famiglia”.
Jane Fonda, Vivian e il sesso
Altra grande star del film è Jane Fonda che descrive così il suo personaggio: “Vivian lotta contro qualcosa che penso possa capitare a tutte le età, e cioè la vulnerabilità, e costruisce dei muri emotivi per proteggersi da tutte le delusioni che la vita le può portare. Si nasconde dietro al suo stesso successo. Cela la sua paura dell’intimità mostrandosi estremamente aperta a livello di contatto fisico. Il sesso? Certo! L’amore? Mai. Deve superare questa sua vulnerabilità trovando qualcuno che ne sia degno“. Quel qualcuno è Arthur Riley (Don Johnson), un uomo di cui Vivian si era innamorata quarant’anni prima.
Per la Fonda, Book Club è “un film sull’amicizia, il sesso, l’invecchiare e l’importanza del fatto che una donna possa decidere in modo assolutamente realistico quando è pronta a rinunciare alla speranza di avere una relazione, una vita sessuale, un rapporto d’amore”. Per Jane Fonda “la nostra cultura presume troppo spesso che ad un certo punto si smetta di fare sesso. È per questo che i figli rimangono così scioccati quando scoprono che i genitori continuano a essere sessualmente attivi. È questa scissione tra quello che succede realmente e quello che la società e i figli pensano che ti succeda quando non hai più quarant’anni. Io ne ho ottanta e so per esperienza personale che tutto finisce quando tu decidi che finisca”.
Candice Bergen e Mary Steenburgen: nuova vita e rinnovamento
Altra protagonista è Candice Bergen che sottolinea: “questo film ha una sua onestà, un’attenzione per le premure dell’amicizia. Per una donna le amicizie femminili sono la chiave per una vita ben vissuta e un grande sostegno. Non importa se hai 50, 60, 70 anni o anche di più, la vita non è finita. Cominciano cose nuove. Parla di rinnovamento”. Le fa eco anche Mary Steenburgen: “il film ci dice che non esiste un momento in cui si smette di maturare, come se a una certa età si dovesse essere saggi per forza, o in qualche modo si fosse al di sopra di tutto, non si avesse più niente da imparare, oppure se fosse impossibile ritrovarsi con il cuore spezzato, o qualunque altra cosa si individui come punto di arrivo. Siamo qui per dimostrare che non è affatto vero. Siamo ancora affamate della vita”.
“Spero che i giovani abbiano meno paura di invecchiare, che sappiano che non è mai troppo tardi e che si ha sempre una seconda possibilità”.
Jane Fonda