Oggi è il 70° compleanno di un grande attore internazionale, Jean Reno. Per festeggiarlo, ripercorreremo la sua vita, gli anni della povertà e dell’innamoramento con il teatro e il cinema. E soprattutto, dell’incontro decisivo con Luc Besson.
Jean Reno (Juan Moreno Herrera y Gimenez) è nato a Casablanca (Marocco) da genitori nati nella provincia di Cadice in Andalusia, Spagna. Suo padre, Manuel, era linotipista de Le Petit Marocain, un importante giornale di Casablanca e sua madre, Carmen, lavorava in casa come sarta. Il Marocco era un protettorato francese e Jean ha cominciato a studiare il francese andando a scuola. Molto presto è stato affascinato dal mondo dello spettacolo: aveva il cinema e il teatro nel sangue, adorava Louis Jouvet, Jean Gabin, Vittorio Gassman, John Wayne e Montgomery Clift: non ci sono frontiere nel mondo dello spettacolo.
A dodici anni vive la sua prima esperienza teatrale con L’Ecole des Femmes, messa in scena con gli alunni della sua scuola. In quel momento capisce quale sarebbe stato il suo destino: sarebbe diventato un attore. A sedici anni Jean partecipa per la prima volta a una produzione teatrale. Con un gruppo di amici collabora alla produzione di Juego de Niños, una commedia scritta da Victor Ruiz Iriarte e diretta da Candide Carrasco, che viene rappresentata molte volte in un teatro da cinquecento posti a Casablanca. È la prima volta di Jean su un palcoscenco, di fronte al pubblico, recitando in spagnolo, e si innamora dell’emozione di quella esperienza.
Nel 1968 presta servizio militare per la Francia in Germania. Poi si trasferisce a Parigi dove vive in un piccola camera. Si iscrive al Cours Simon ma lo segue solo per pochi mesi. Il 1970 è un anno difficile per Jean; è solo e si sente un estraneo. A Parigi non ha amici né la famiglia. Sopravvivere ogni giorno è una sfida e spesso pane e caffè sono l’unico pasto che si può permettere. Sono anni di magra: Jean per sopravvivere fa dei lavoretti, vende strumenti musicali, lavora in un drugstore, fa la guida, il contabile, l’agente assicurativo, poi l’agente di viaggi, il commesso, il venditore porta a porta e l’impiegato in un Dutyfree, dove comincia a imparare un discreto giapponese. Qualsiasi cosa per sopravvivere e trovare un piccolo posto in quella città che sembra così fredda e ostile.
Nel 1975 Jean frequenta i corsi di Andreas Voutsinas al Bouffes du Nord. Voutsinas usa un metodo che si ispira sia a Stanislavski che al New York Actor Studio. È uno stage molto importante per la vita di Jean, il corso è seguito da attori molto conosciuti (Delphine Seyrig, Brigitte Fossey, Claude Brasseur e molti altri); la loro presenza non solo ispira gli studenti ma permette di avere un posto dove gli esercizi teatrali possono essere messi in pratica in condizioni quasi professionali. Qui Jean incontra Didier Flamand con il quale lavora insieme ad altri trenta attori per la compagnia Le Retour de Gulliver. È l’inizio di una grande amicizia e di una collaborazione artistica che dura ancora oggi.
La compagnia Le Retour de Gulliver mette in scena molte opere, “creazioni collettive”, dirette e ispirate da Didier Flamand, rappresentate a Parigi al Bouffes du Nord, all’Opera Comique, al festival d’Avignone e in tour europei da Helsinki a Madrid. È grazie alla sua presenza in questa compagnia che viene notato da registi teatrali e cinematografici e che comincerà ad avere piccole parti come attore. La sua prima esperienza professionale teatrale è con la compagnia “Le Retour de Gulliver” diretta da Didier Flamand in Prends Bien Garde aux Zeppelins, scritta e diretta da Didier Flamand. Il suo debutto cinematografico è molto lento: nel 1978/79 lavora in L’hypothese Du Tableau Volé di Raul Ruiz. Nel 1979 Costa-Gavras, che lo aveva notato in Prend Bien Garde Aux Zeppelins e che gli offre una piccola parte in Chiaro di Donna che gli permette di recitare con Romy Shneider e Yves Montand.
Negli anni ottanta inizia ad avere ruoli più importanti e lavora in: Voulez-Vous Un Bebe Nobel? (1980) di Robert Pouret, con Jean Pierre Marielle. On N’est Pas Des Anges…(1980-81) di Michel Lang, con Sabine Azema. Les Bidasses Aux Grandes Manoeuvres (1981) di Raphael Delpart, con Michel Galabru. Durante le riprese di questo film incontra Luc Besson (che era primo assistente alla regia di quel film). È la seconda volta che la vita di Jean cambia per l’incontro con un amico e artista. Poco dopo Luc Besson gli propone di lavorare in L’avant Derniere, nel 1982, e gli offre una parte nel suo primo lungometraggio, Le Dernier Combat, che otterrà decine di premi internazionali, come quello del Festival du Cinema Fantastique di Avoriaz nel 1983.
Jean lavorerà molte altre volte con Besson: Subway (1985) con Isabelle Adjani e Christophe Lambert; Le Grand Bleu (1987) con Jean-Marc Barr e Rosanna Arquette, con un ruolo che lo presenterà al grande pubblico e gli farà ottenere una nomination ai prestigiosi Cesars (l’equivalente francese degli Oscar); Nikita (1989) con Anne Parillaud e Tcheky Karyo, e, soprattutto, Leon, (The professional), (1994) con Nathale Portman e Gary Oldman. Con Leon ottiene una seconda candidatura ai Cesars. Il film diventerà un cult negli Usa e farà di Jean una star internazionale.