Lunedì 4 marzo alle 21.25 su Rai Uno andrà in onda in Prima Visione assoluta la prima delle quattro puntate de Il Nome Della Rosa, la serie-evento diretta da Giacomo Battiato tratta dall’omonimo capolavoro di Umberto Eco. Protagonista un cast strepitoso e internazionale composto da: John Turturro, Rupert Everett, Damian Hardung, Fabrizio Bentivoglio, Greta Scarano, Richard Sammel, Stefano Fresi, Roberto Herlitzka, Alessio Boni, Sebastian Koch, James Cosmo e Michael Emerson.
Il Nome Della Rosa
Nord-Italia, anno 1327. Il frate Guglielmo da Baskerville (John Turturro) raggiunge un’isolata abbazia benedettina sulle Alpi. Lo attende una Disputa importante: dovrà rappresentare l’Ordine francescano, sostenuto da Ludovico di Baviera, futuro Imperatore del Sacro Romano Impero e minacciato dal potere temporale del Papa francese Giovanni XXII (Tchéky Karyo). Adso (Damian Hardung), un giovane novizio benedettino, segue Guglielmo. Rinnegato il destino impostogli dal padre, barone al seguito dell’Imperatore, Adso lo ha scelto come guida per il suo cammino spirituale. L’abbazia, al loro arrivo, si presenta subito come un luogo inquietante, con una biblioteca che custodisce manoscritti di inestimabile valore e dove tuttavia aleggia più di un mistero.
L’assassinio del monaco Adelmo dà il via a una serie intricata di eventi delittuosi che coinvolgono, uno alla volta, i monaci dell’abbazia. Guglielmo, su mandato dell’Abate Abbone (Michael Emerson), dovrà indagare sull’identità e sul movente del misterioso assassino seriale per arrivare alla risoluzione del caso, prima che la disputa teologica tra la delegazione francescana e quella papale, capeggiata dal feroce inquisitore domenicano Bernardo Gui (Rupert Everett), abbia inizio. Nel corso dell’indagine, Guglielmo scoprirà che due seguaci della setta dell’eretico Fra’ Dolcino (Alessio Boni), Remigio (Fabrizio Bentivoglio) e Salvatore (Stefano Fresi), sopravvissuti all’eccidio della loro gente, vivono da infiltrati nell’abbazia.
Scampata a questo eccidio è anche la giovane Anna (Greta Scarano), figlia di Fra’ Dolcino e della sua compagna Margherita (sempre Greta Scarano). Anna è animata da un forte sentimento di vendetta verso il terribile Gui, che l’ha privata degli affetti più cari, il figlio e il marito, mettendo a ferro e fuoco il villaggio eretico di Pietranera. Adso partecipa attivamente all’indagine del maestro Guglielmo, ma l’incontro con una bellissima ragazza dai capelli rossi (Antonia Fotaras), una profuga occitana rimasta orfana a causa della guerra, fa vacillare la sua vocazione. Guglielmo intuisce che l’abbazia cela, nel labirinto della sua famosissima biblioteca, la chiave dei misteri. Ma quando sembra essere sul punto di risolvere l’enigma, gli eventi precipitano.
Al suo arrivo, lo spietato Bernardo Gui svela da subito la sua missione: distruggere l’Ordine francescano, con qualunque mezzo. Il domenicano prende potere sull’abbazia, arresta e tortura, e cerca di trovare prove sul coinvolgimento dei francescani nella catena dei delitti. Guglielmo affronta il brutale inquisitore Gui in ripetuti scontri dialettici, nei quali si fronteggiano due opposte visioni del mondo. Nello stesso tempo, Guglielmo porta avanti la sua straordinaria indagine, con l’intelligenza e l’ironia che lo contraddistinguono, fino alla scoperta della verità. Un’indagine che ha tenuto con il fiato sospeso intere generazioni di lettori nel mondo.
Giacomo Battiato racconta…
“Per me è stata un’esperienza straordinaria quella di tradurre in immagini, in 8 episodi e nella maniera più fedele possibile, le 500 pagine di un grande libro che è molto più di un romanzo: è una summa di storia, letteratura e filosofia. Straordinari personaggi mi sono stati regalati e alcuni suggeriti (gli eretici) dalle pagine del libro. Personaggi che mi hanno permesso di offrire agli spettatori una galleria di attori (conosciuti e non) di altissimo livello. Più invecchio, più il lavoro con gli attori mi appare come il vero grande dono della mia professione. Attraverso di loro ho cercato di mettere le pagine di Eco dietro all’obiettivo della mia macchina da presa”.
“Guglielmo da Baskerville unisce in sé sacro e profano – la sua umanità, la lucidità con la quale guarda il mondo e la vita, le angosce che nasconde e il suo humor ne fanno un personaggio unico e dissacrante. È il più insolito dei frati, è il guizzo, la luce dell’immaginazione unita all’uso sottile di una mente rapida e affilata. Ci dà una grande lezione di ragione in un mondo nel caos”.
“Un adolescente aspirante monaco, Adso da Melk, compie un viaggio iniziatico. È il viaggio degli spettatori nel labirinto di questo libro. Adso sarà testimone dell’umana ferocia nelle lotte per il potere, dell’eterna battaglia tra bene e male o, per dirlo in termini medievali, tra angeli e demoni. Quegli angeli e quei demoni che (come nei videogiochi degli adolescenti di oggi) popolano le illustrazioni dei volumi che i monaci dell’Abazia dipingono. Adso scopre l’amore, impara il senso di una vita dedicata alla difesa della cultura, impara che l’unico mezzo per salvarsi in questo mondo è quello di usare la ragione”.
“Bernardo Gui, l’Inquisitore. Grande figura simbolica. È l’integralismo religioso portatore di morte, di assenza di pietà e di giustizia. È il braccio armato della religione utilizzata a fini politici, pretesto per scatenare conflitti. È l’oscurantismo che toglie agli uomini il piacere e la libertà della conoscenza, dunque il piacere della vita”.
“C’è un quarto protagonista: La Biblioteca. È un luogo-simbolo dove è contenuta e catalogata tutta la conoscenza umana, dove certe “informazioni” vengono nascoste, dove si aggirano i pazzi. È una metafora visionaria di Internet che prende fuoco”.
“Ma tutti, grandi e piccoli personaggi, sono protagonisti del lavoro appassionato che ho fatto nel dare luce e voce a Il Nome Della Rosa, ai ragionamenti e alle emozioni che questo libro – storia di uomini e di mostri – mi ha provocato. Uomini e mostri che la fantasia di ognuno di noi continua a vedere e combattere, oggi come allora, dentro di sé e fuori, nella realtà”.
“Il Nome Della Rosa è un richiamo potente che Eco fa, dalle mura di un’abbazia medievale in cima a una montagna incantata, agli uomini di oggi”.
Giacomo Battiato