Jude Law è il protagonista di Black Sea, il film di Kevin MacDonald che era stato presentato in anteprima lo scorso dicembre al Noir Festival di Courmayeur. Nel cast di questo film d’avventura anche: Scott McNairy, Tobias Menzies, Grigoriy Dobrygin, Ben Mendelsohn e Jodie Whittaker.
Il capitano di sommergibili Robinson (Jude Law), con un divorzio alle spalle e un figlio adolescente con cui non ha quasi alcun rapporto, viene licenziato dalla sua società di recupero relitti. Robinson decide di riscattarsi con un’impresa straordinaria: recuperare l’immenso carico d’oro contenuto in un sommergibile tedesco che giace sul fondo del Mar Nero dal 1941. Una volta raggiunto il tesoro sommerso, l’avidità dei membri dell’equipaggio prenderà il sopravvento in un gioco al massacro alla fine del quale potrà restarne soltanto uno.
Sin dai suoi film premio Oscar Un Giorno a Settembre e L’Ultimo Re di Scozia, nonché La Morte Sospesa, il regista Kevin Macdonald ha esplorato consistentemente le risposte emotive, psicologiche e fisiche degli esseri umani che si trovano in situazioni terrificanti – alle volte causate da azioni di altri, altre dalle proprie, e qualche volta dalla natura stessa. Nel tentativo di esplorare ulteriormente questi temi, ha scelto di girare un film sul terrore di essere intrappolati sott’acqua: “penso che esista una paura generalmente associata ai sottomarini a causa della loro inerente claustrofobia” ha spiegato. “Ho pensato anche a come i loro equipaggi divengano una famiglia. Possono abituarsi talmente tanto al fatto di essere insieme entro i confini del sottomarino che quando ne escono sono delle persone piuttosto disfunzionali”.
MacDonald ha discusso l’idea di ambientare un film su un sottomarino con il suo usuale collaboratore, il produttore vincitore di un BAFTA Charles Steel. “Ciò che ci è venuto in mente è stato l’incidente occorso anni fa al sottomarino russo, il Kursk, intrappolato sul fondo dell’oceano”, osserva Steel. Il team si è anche trovato a pensare a classici come Il Tesoro della Sierra Madre e Vite Vendute, ed al remake di quest’ultimo, Sorcerer, tutti viscerali e crudi nell’esplorare la natura umana – che fosse sorprendentemente incline all’autoconservazione, incredibilmente compassionevole o aggressivamente avida. Macdonald e Steel si sono incontrati con lo sceneggiatore e scrittore teatrale vincitore di numerosi premi, Dennis Kelly.
Secondo Steel: “È una storia dei nostri tempi. Questi sono uomini abili, eppure nell’economia attuale sono stati lasciati ai margini e giudicati come ormai inutili. Quando vengono avvicinati con la prospettiva di recuperare dell’oro dal fondo del mare, e venire ricompensati per questo, è un incentivo sufficiente per mettere a rischio ciò che è rimasto delle loro vite – e delle loro anime”.
Macdonald ha aggiunto: “In questi tempi ci sono talmente tante persone che sono state abbandonate e vorrebbero combattere contro coloro a cui danno la colpa: le grandi corporation, il sistema, la politica. La tentazione di fare un colpo grosso è eterna ma qui c’è anche questa sensazione per cui si tratterebbe pure di un modo per ottenere vendetta”.
Black Sea è una storia d’avventura alla vecchia maniera, popolata da un vasto assortimento di personaggi. L’ambientazione su un sottomarino crea molta tensione per sua stessa natura, “c’è il pericolo costante dell’acqua che in qualche modo può entrare, anche se si prendono precauzioni” afferma il regista. Ad aumentare il dramma e il pericolo c’è il costante problema della comunicazione difficoltosa, alle volte accidentalmente ed alle volte di proposito, tra i membri dell’equipaggio, dato che non tutti parlano la stessa lingua.
Determinato ad unire gli uomini in un’entità coesa c’è Robinson, valoroso comandante del sottomarino che non ha più niente da perdere – avendo già allontanato sua moglie ed i suoi figli – e che ancora immagina una parte del bottino naufragato come la sua ultima chance di felicità. Lo stesso nome del personaggio – che fa riferimento a Robinson Crusoe e alla famiglia svizzera dei Robinson – vuole evocare un senso di avventura. C’è anche un elemento dell’ossessivo e distruttivo capitano Achab di Moby Dick in lui.
Come osserva Jude Law: “Siamo di fronte ad uomo che pensa che il mondo gli abbia inferto un brutto colpo. Lavora sodo, è orgoglioso, testardo e pieno di difetti – come tutti questi grandi personaggi. Robinson ha dei momenti di grande eroismo. È in grado di guidare le risorse del suo equipaggio e indirizzarle al suo scopo. Ma ci si accorge anche che è la sua ossessione per la riuscita della missione che lo guida, e che potrebbe sopraffare la sua preoccupazione per gli uomini a bordo”.
Oltre a Law, il protagonista del film è il sottomarino stesso, in cui sono state girate anche moltissime scene: il Black Widow. Un sottomarino di classe Foxtrot della marina russa, costruito nel 1967 e che aveva la funzione di andare a caccia di altri sottomarini da eliminare. Ne restano solo cinque in tutto il mondo, in mostra. C’è anche un siluro a grandezza naturale sul Black Widow che dà uno spaccato della guerra fredda che è stata parte della nostra storia, e della scienza dei sottomarini.
Nel corso dello sviluppo e della produzione di Black Sea, sia i film maker che gli attori non hanno potuto fare a meno di notare la similitudine dei sottomarini con le navette spaziali. “Entrambi sono sigillati durante la navigazione in territori esterni ostili”, ricorda Kelly. “Nello spazio, se ti sposti di poco sei morto nel giro di secondi, e lo stesso vale anche su un sottomarino. La morte ti aspetta dietro l’angolo”. Aggiunge Macdonald: “C’è sempre quella sensazione che non dovresti stare lì per via di tutto quello che potrebbe andare storto, immediatamente e fatalmente”.
Parlando del Black Widow, Jude Law ha detto: “Aveva un mood molto fantascientifico. All’inizio della mia ricerca, mi è stato detto che c’è più tecnologia su un sottomarino che su uno shuttle spaziale. C’è una bellissima sequenza nel film che è l’equivalente di una camminata sulla luna, in cui si esce in quello spazio nero e freddo – tranne che non è lo spazio ma il fondo del mare. Ma sembra 2001: Odissea nello Spazio”.
“In fondo al mare è come trovarsi nello spazio: se urli, nessuno ti può sentire”