Dopo l’ottima impressione lasciata alla recente mostra veneziana, arriva domani al cinema L’Attesa di Piero Messina con protagonista una straordinaria Juliette Binoche. Oltre alla diva francese, il regista di Caltagirone ha diretto un cast composto da: Lou de Laâge, Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Antonio Folletto, Giovanni Anzaldo.
Tra i grandi saloni di un’antica villa segnata dal tempo, Anna (Juliette Binoche), reduce da un lutto improvviso, trascorre le sue giornate in solitudine. La campagna siciliana aspra e bellissima circonda la casa e la isola mentre la nebbia, che sale lenta lungo le falde dell’Etna, impedisce allo sguardo di spingersi lontano.
Solo i passi di Pietro (Giorgio Colangeli), il tuttofare, rompono il silenzio. Ed ecco improvvisamente arrivare Jeanne (Lou de Laâge), una giovane che dice di essere la fidanzata di Giuseppe (Giovanni Anzaldo), il figlio di Anna.
Lui l’ha invitata in Sicilia per trascorrere insieme qualche giorno di vacanza. Anna ignora l’esistenza di Jeanne. E Giuseppe non c’è. Ma le sue cose sono tutte lì, nella sua stanza. Presto, molto presto sarà di ritorno, così dice Anna, non riuscendo a rivelare una verità per lei impronunciabile.
I giorni passano, le due donne lentamente imparano a conoscersi e insieme iniziano ad aspettare il giorno di Pasqua, quando Giuseppe sarà finalmente a casa e in paese si terrà una grande processione tradizionale.
Attendere una persona è un atto di fede. Anna e Jeanne, isolate in una villa dell’entroterra siciliano, a Caltagirone, aspettano l’arrivo di Giuseppe, un’attesa che si trasforma in un misterioso atto d’amore e di volontà.
Il film, il cui soggetto è liberamente ispirato a La Vita Che Ti Diedi di Luigi Pirandello, nasce da un ricordo d’infanzia di Piero Messina: “è notte, le strade del mio paese sono invase di gente. Si sentono grida, pianti, la tensione sale e a un certo punto accade che il simulacro portato in processione smetta d’essere una statua intagliata nel legno e diventi per tutti i presenti qualcosa di reale”.
Come una magia, una fantasia: “è come se la profonda condivisione di un’esperienza avesse il potere di generare una diversa e apparentemente impossibile verità. Ed è quello che accade anche ad Anna e Jeanne, le protagoniste del mio film, che immaginano e cercano di proteggere una realtà la cui verità esiste solo perché da esse condivisa” ha concluso il regista.