Dal 9 al 13 giugno al Cinema Nuovo Sacher di Roma torna, alla sua undicesima edizione, Rendez-Vous il Festival del Nuovo Cinema Francese che quest’anno metterà al centro della scena le Donne del Cinema Francese, una panoramica di cineaste e attrici, volti noti ed esordienti, per offrire un’istantanea di un cinema creativo, vitale, plurale. Ad aprire la manifestazione sarà Antoinette Dans Les Cévennes (Io, Lui, Lei e L’Asino) di Caroline Vignal, la commedia neo-western femminista – Label Cannes 2020 – che ha entusiasmato il pubblico e la critica francese e ha coronato la protagonista – la sensazionale Laure Calamy.
Il cinema incontra la letteratura nel segno di Annie Ernaux
Rendez-vous presenta in anteprima Passion Simple (L’Amante Russo) di Danielle Arbid e J’Ai Aimé Vivre Là di Régis Sauder, due film strettamenti legati all’opera di Annie Ernaux, la scrittrice francese, amatissima in Italia, che attraverso una scrittura autobiografica del reale, ha indagato il femminile e il sociale, raccontando i mutamenti del tempo e scrivendo un personale manifesto femminista, divenuto universale. Protagonista del film: l’intensa e magnetica Laetitia Dosch, astro nascente del cinema francese. La pellicola è l’adattamento del libro omonimo di Annie Ernaux, pubblicato nel 1992, un racconto autobiografico che aveva fatto scandalo per il suo timbro erotico e sovversivo. Al centro del film l’esplorazione dei limiti di una relazione impossibile, quella vissuta da Hélène (Laetitia Dosch), una intellettuale, docente universitaria e madre divorziata, e Alexandre (Sergei Polunin), diplomatico russo sposato. Danielle Arbid, con intensità e sensualità, traduce in immagini l’erranza di una donna in preda al potere del proprio desiderio. Ancora non uscito in Francia, Passion simple è distribuito in Italia dal 17 giugno da Kitchen Film, che aveva già portato nelle sale italiane Dans les champs de bataille della stessa regista.
Nel documentario J’Ai Aimé Vivre Là di Régis Sauder, presentato in anteprima italiana, ancora inedito in Francia, la voce e le parole di Annie Ernaux ci portano in viaggio nella città che la scrittrice ha eletto da anni a sua residenza. È qui che ha scritto la maggior parte dei suoi libri, nutrita dall’osservazione degli altri e della sua storia intima. Quando si parla di Cergy-Pontoise non si dice periferia, ma città nuova: è a 40 chilometri da Parigi, e nelle belle giornate si può persino vedere la Tour Eiffel. È un luogo spuntato fuori dal nulla, senza memoria, che però ha saputo accogliere gente da tutto il mondo. Un incontro delicato e poetico tra cinema e letteratura.
Brillanti esordi e Cinemondo
La panoramica sul nuovo cinema francese si compone di un caleidoscopio di voci di giovani cineaste che si presentano con un timbro autoriale già molto definito e originale, innovativo nelle scelte stilistiche, che aspira a trasformare la memoria in viaggio e cronaca dal mondo. A partire dal cinema provocatorio della regista Kaouther Ben Hania che con L’Homme Qui a Vendu Sa Peau (L’Uomo Che Vendette La Sua Pelle), realizza una favola politica, audace e sofisticata. La storia racconta le rocambolesche vicende di Sam Ali, un siriano esiliato in Libano. Per raggiungere il suo amore in Europa, accetta di farsi tatuare la schiena da un diabolico artista, ma trasformare il suo corpo in opera d’arte si rivela una decisione che gli costa la libertà. Candidato all’Oscar 2021 come miglior film straniero, il film vede nel cast Yahya Mahayni, miglior attore a Venezia 77 nella sezione Orizzonti, e un’inedita Monica Bellucci nel ruolo di una gallerista senza scrupoli.
Il Premio France 24 – Rendez-vous 2021 di quest’anno va all’esordio eccellente Sous Le Ciel D’Alice a firma della giovane regista Chloé Mazlo, selezionato alla 59* Semaine de la Critique di Cannes 2020, il film vede protagonista Alba Rohrwacher. La storia comincia negli anni Cinquanta, quando la giovane Alice (Rohrwacher) lascia la Svizzera per il Libano. Alice non si innamora solo del Paese ma anche di Joseph, ambizioso astrofisico che sogna di inviare il primo cosmonauta libanese nello spazio. Dopo qualche anno di felicità, la guerra civile incrina il paradiso che la donna si è costruita e cerca di proteggere con tutte le sue forze. Chloé Mazlo introduce nel racconto alcuni intermezzi onirici animati, servendosi della tecnica della stop motion, traducendo i suoi ricordi familiari in un poetico equilibrio tra fantasia e melanconia. Ci porta in viaggio nei Balcani la regista Aude Léa Rapin con Les Héros Ne Meurent Jamais, la sua opera prima nella quale dimostra di saper padroneggiare con levità un melange sottile e abile di registri, giocando del limite tra finzione e documentario. La storia racconta di un viaggio e di un incontro. Joachim (Jonathan Couzinié) è un attore, Alice (Adèle Haenel) una regista. Una mattina, in una strada di Parigi, un uomo scambia Joachim per un soldato chiamato Zoran, morto in Bosnia il 21 agosto 1983: lo stesso giorno in cui è nato Joachim. Passato alla Semaine de la Critique di Cannes 2019, il film è una riflessione coraggiosa, divertente e originale sulla paura della morte e i fantasmi della guerra, in bilico tra mockumentary e road movie, dolore e incanto.
Focus su Emmanuelle Béart
Il focus speciale dell’XI edizione del festival è dedicato a Emmanuelle Béart, attrice versatile, perfezionista e sensibile, femme fatale dal fascino magnetico che non ha mai smesso di vivere con intensità il suo tempo e di mettere la sua notorietà al servizio del sociale. Attivista per numerose campagne umanitarie e ambientaliste, da ambasciatrice per l’UNICEF a militante per i diritti dei sans papier. L’attrice sarà a Roma per presentare in anteprima nazionale, il suo ultimo film L’Étreinte (foto copertina), al fianco del regista Ludovic Bergery. L’opera prima dell’attore riporta sullo schermo l’attrice, dopo un lungo periodo in cui ha consacrato il suo lavoro al teatro. Abbiamo la gioia di ritrovarla in un ritratto di donna vedova alle prese con la sua «seconda vita», tra solitudine e riappropriazione del proprio corpo e una liberazione che ha il sapore di un’autentica rinascita. Per il focus dedicato, il pubblico romano riscoprirà sul grande schermo Un Coeur En Hiver (Un Cuore In Inverno), il magnifico film del 1992 di Claude Sautet. Sulle musiche di Ravel, una raffinata e dolente storia d’amore e d’amicizia con tre straordinari protagonisti: Emmanuelle Béart, Daniel Auteuil e André Dussollier, un gioco dei sentimenti valso a Sautet il César per il miglior film e il Leone d’Argento alla regia a Venezia 49, e poi tre David di Donatello (miglior film straniero, migliore attrice straniera a Béart e miglior attore straniero ad Auteuil).
Info e programma completo: rendezvouscinemafrancese.it