Ispirato a Lady Susan, il romanzo più divertente di Jane Austen, esce domani al cinema Amore e Inganni, il film, con protagoniste Kate Beckinsale e Chloë Sevigny, diretto da Whit Stillman che lo ha anche scritto. Il regista è infatti l’autore di Amore e Inganni – Ovvero Lady Susan Vernon di Jane Austen Finalmente Vendicata, il romanzo – da novembre in libreria – pubblicato da Beat Edizioni.
Tratto da Lady Susan, racconto giovanile scritto da Jane Austen probabilmente a metà degli anni 90 del 1700 e pubblicato dal nipote James Austen Leigh nel 1871, Amore e Inganni è la storia di una giovane vedova, Lady Susan Vernon (Kate Beckinsale) che si reca in vacanza a Churcill, nella proprietà del fratello del marito, per scoprire gli ultimi pettegolezzi che circolano nella buona società. Il suo soggiorno a Churcill potrebbe rivelarsi molto utile per assicurare un marito a sé e uno alla sua giovane figlia, Frederica (Morfydd Clark).
Alicia Johnson (Chloë Sevigny), la sua più cara amica e confidente e il marito di lei il “rispettabile” Mr Johnson (Stephen Fry), la aiuteranno nella sua impresa. I progetti di Lady Susan sembrano concretizzarsi con l’arrivo al castello di Churcill dell’affascinante Reginald DeCourcy (Xavier Samuel) e di Sir James Martin, sempliciotto ma molto ricco (Tom Bennet). Ma la situazione si complica, la famiglia DeCourcy, la sorella di Reginal (Jemma Redgrave) e il padre, Sir Reginald DeCourcy (James Fleet), osteggiano Lady Susan e la gelosissima rivale Lady Lucy Manwaring (Jenn Murray) giunge a Londra improvvisamente.
Lady Susan è stato scritto negli ultimi anni del 1700, quando Jane Austen stava iniziando a lavorare sulla prima versione di Ragione e Sentimento, intitolata originariamente Elinor e Marianne e composto come un romanzo epistolare. Jane aveva circa vent’anni. Evidentemente, Lady Susan le piaceva abbastanza da metterlo in bella copia. Sicuramente stava pensando alla pubblicazione quando l’ha ricopiato ma nessuna dei suoi racconti apparve fino al 1811 e in quella data evidentemente non era più soddisfatta del racconto. “Possiamo ragionevolmente supporre che uno dei motivi della sua insoddisfazione potesse venire dalla forma nella quale era stato scritto” spiega la critica letteraria Margaret Drabble.
La forma epistolare del racconto era stata molto popolare nel XVIII secolo ed era più per moda che aveva deciso di utilizzarla, ma non era adatta al suo talento, lo testimonia il fatto che la narrazione della seconda stesura di Ragione e Sentimento era in terza persona, metodo utilizzato sempre da quel momento in poi. La forma epistolare era molto convenzionale e stilisticamente la Austen era molto lontana dall’essere una scrittrice convenzionale, e come aveva segnalato Virgina Woolf, “la Austen ebbe il coraggio e l’originalità di trovare la propria strada per esprimere se stessa e le proprie idee, le sue storie e la sua prosa”.
Ecco come Jane Austen tramite Catherine Vernon che scrive a Mr. De Courcy, descrive Lady Susan:
“È estremamente attraente – per quanto tu possa mettere in dubbio il fascino di una signora non più giovane, da parte mia non posso che affermare di aver visto raramente una donna bella come Lady Susan. – begli occhi grigi e ciglia scure; dall’aspetto non le si darebbero più di venticinque anni, benché debba averne in realtà dieci di più… non posso fare a meno di rendermi conto di come possieda una non comune unione di Armonia, Brillantezza e Grazia. Il suo modo di rivolgersi a me è stato così gentile, franco e persino affettuoso, che se non avessi saputo quanto mi abbia sempre avversata dopo aver sposato Mr. Vernon, anche se non ci eravamo mai incontrate, l’avrei considerata un’amica intima. Ha un modo di porsi molto dolce, la voce e i modi molto accattivanti…”.
EXTRA – Amore e Inganni, il libro di Whit Stillman
Deliziosi capelli biondi, delicati occhi grigi e ciglia nerissime, Lady Susan Vernon dimostra non più di venticinque anni, sebbene in effetti ne abbia dieci di più. Il suo contegno è del tutto adorabile e la sua voce e le sue maniere garbate e seducenti. E poi possiede l’incantevole qualità di apparire quasi sempre di ottimo umore, quali che siano le circostanze. Tuttavia c’è chi la giudica impertinente e presuntuosa e sostiene che la condotta da lei tenuta nel cercare marito per la figlia Frederica non si limiti affatto al fare civettuolo in uso nella buona società. Si sussurra che abbia addirittura trascurato il defunto consorte e incoraggiato altri uomini in passato, e stia ora cercando un marito, preferibilmente molto ricco, perfino per se stessa. Per questo, mentre il mondo grida allo scandalo, Lady Susan decide di cambiare strategia e senza preavviso alcuno si presenta a Parklands, dimora di suo cognato, capostipite dell’illustre famiglia DeCourcy. Una residenza rinomata per la straordinaria bellezza della sua facciata palladiana e per il contegno non certo esemplare del suo casato. Qui, nella quiete e nel lusso di un’antica dimora, lontana dalle voci maligne che circolano sul suo conto, Lady Susan intende cercare una nuova via che conduca lei e la giovane Frederica all’agognato altare. Giunto a noi per la prima volta nel 1784, grazie alla penna di una giovane Jane Austen, questa storia ci viene ora raccontata dal nipote di James Martin e della stessa Lady Vernon, Rufus Martin. Inorridito dal modo in cui quell’«autrice zitella, famigerata per le sue narrazioni vergate con penna intinta nel veleno e celate sotto la veste d’agnello dell’Anonimato» ha trattato la figura di sua zia, Rufus si assume quale sacro obbligo il compito di convincere il mondo intero della probità delle intenzioni di Lady Susan.
Dal suo puntiglioso resoconto emerge il quadro di una gentildonna moralmente retta, benché scandalosamente attraente e civettuola, che si adopera per il bene della figlia e dell’intera comunità, in netto contrasto con l’epistolario austeniano, posto in calce a questo romanzo. Riuscitissima e divertente riscrittura dell’opera di Jane Austen, Amore e Inganni è una commedia di costume diabolicamente spassosa, e imperdibile per tutti i lettori della grande scrittrice inglese, notoriamente inclini ad apprezzare l’ironia più di ogni altra cosa.