Tratto dal libro di Laura Hillenbrand intitolato Sono Ancora un Uomo – Una Storia Epica di Resistenza e Coraggio, e scritto da Ethan e Joel Coen, arriva al cinema Unbroken, il secondo film diretto da Angelina Jolie che lo ha anche prodotto. Un dramma epico che segue le vicende incredibili della vita di un eroe olimpionico e di guerra, Louis “Louie” Zamperini (interpretato da Jack O’Connel), che è sopravvissuto in una zattera per 47 giorni dopo un incidente aereo quasi fatale durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi essere catturato dalla marina giapponese e spedito in una serie di campi per prigionieri di guerra.
Ambientato in un mondo sull’orlo del collasso nello scenario del Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale, Unbroken racconta l’esperienza di Louie dalla sua giovinezza spensierata e vivace, alla battaglia per la sopravvivenza nei campi di prigionia, che diventa un faro di speranza per una nazione impantanata in un conflitto globale. Il suo racconto, come ogni pagina della storia voluminosa dei compagni d’armi che hanno combattuto e trasformato le sorti del 20° secolo, passa dalla tragedia al trionfo, dimostrando il significato del combattere la propria battaglia in prima persona, e non nell’ombra.
Protagonisti accanto ad O’Connell in questo racconto avvincente sono: Domhnall Gleeson e Finn Wittrock nei panni del Capitano Russell Allen “Phil” Phillips, e del Sergente Francis “Mac” McNamara – gli aviatori con cui Zamperini è sopravvissuto rimanendo per settimane in balìa del Pacifico. I commilitoni con cui instaura un cameratismo inaspettato durante il periodo in volo, e durante gli anni difficili della prigionia, sono interpretati da Garret Hedlund che ritrae il Comandante John Fitzgerald; Jai Courtney è Hugh “Cup” Cuppernell; John Magaro è Frank Tinker; Luke Treadaway è Miller, e Ross Anderson ritrae Blackie. Debutta in lingua inglese, l’artista giapponese Miyavi che incarna la spietata guardia del campo, il Caporale Mutsuhiro Watanabe, meglio conosciuto dagli uomini che ha sottomesso, come “l’Uccello”.
La morte di Louie Zamperini avvenuta il 2 Luglio 2014 all’età di 97 anni, non ha rappresentato un semplice lutto, ma la celebrazione vittoriosa di un vero eroe americano. Figlio di immigrati italiani, ha trascorso la giovinezza a Torrance, in California, come un delinquente incorreggibile: faceva irruzioni in casa, rubava nei negozi e faceva scoppiare una rissa con chiunque osasse sfidarlo.
Da adolescente, ha virato la sua vita canalizzando la sua energia ribelle in un talento stupefacente per la corsa. Battendo record dopo record in tutta la nazione, il diciannovenne “Torrance Tornado” si qualifica per le Olimpiadi di Berlino del 1936 sorprendendo il suo compagno di squadra Jesse Owens e anche Adolf Hitler.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il giovane Zamperini si arruola nel servizio militare, salendo senza esitare, su un bombardiere della Army Air Corps. In seguito, come 2° Tenente, ha preso audacemente parte a svariate missioni nel Pacifico. Nell’Aprile del 1943, dopo che il suo B-24 (il Green Hornet, un velivolo malconcio), si schiantò in mare, Louie sopravvisse in modo miracoloso e poi fu fatto prigioniero dalla marina giapponese una volta avvistato al largo delle Isole Marshall. In oltre due anni di prigionia, Zamperini ha conosciuto la fame, la tortura, per non parlare degli abusi psicologici e fisici che vanno al di là della normale comprensione.
Louie è sopravvissuto a delle prove disumane attraverso le regioni più gravemente devastate dalla guerra del Giappone. Una volta libero e tornato nel sud della California, la sua vita era cambiata per sempre. Louie era affetto da incubi e da un disturbo mentale paralizzante che decenni dopo è stato classificato come DPTS, disturbo post-traumatico da stress. Riavvicinandosi in seguito al Cristianesimo, tornò in Giappone a perdonare chi lo torturò.
Dopo il suo esordio alla regia nel 2011 con Nella Terra del Sangue e del Miele, Angelina Jolie era vogliosa di tornare a dirigere un film. La storia di Zamperini l’ha immediatamente ispirata, poiché basata su temi e valori che la toccavano: il coraggio e la resistenza, la resilienza dello spirito umano, la fede, il perdono e la redenzione. La Jolie ha così spiegato: “Sono rimasta affascinata dal progetto che ho valutato, ma solo dopo aver letto il libro di Laura mi è venuta la voglia di dirigere il film. Come i milioni di lettori incapaci di chiudere il libro una volta iniziato, mi sono appassionata alla storia incredibile del viaggio di Louie ed alla brillante riproduzione di Laura, ricca di eventi cardini e documentazione che hanno dato forma al secolo scorso”.
“La generazione di Louie è reduce dalla Grande Depressione“, continua la Jolie. “Erano uomini duri, forti, grandi lavoratori e con un senso della famiglia e della comunità che li ha sostenuti attraverso le enormi avversità. Quando sono stati reclutati per servire il loro paese erano molto giovani, e sono partiti. Hanno fatto molto per noi, non importa quanto fossero spaventati, non importa quanto fossero lontani da casa“.
La regista ammette che i temi che ha affrontato la Hillenbrand l’hanno scossa tanto quanto la vita di Louie stessa: “C’è così tanto dolore nel mondo. Credo che noi tutti oggigiorno abbiamo bisogno di storie come questa – quella del percorso di un uomo che cerca la propria strada dopo periodi bui – storie che ci possono aiutare, ci ispirano, ci mostrano qualcosa di straordinario e ci danno un senso positivo della vita“.
La Jolie ha affrontato l’incarico immergendosi totalmente nella storia di Louie, cogliendone i particolari, trascorrendo ore ed ore ad ascoltarlo, con la voglia di conoscere tutto quel che poteva su di lui e sull’ epoca che ha vissuto, per poter tradurre nel miglior modo la storia sullo schermo. Un dramma storico molto ampio che si sviluppa dal 1920 a Torrance, alle Olimpiadi di Berlino del 1936, fino a raid aerei della Seconda Guerra Mondiale: e questa era solo la metà della storia. La Jolie voleva mostrare al pubblico anche il terribile calvario della sopravvivenza di 47 giorni in mezzo all’Oceano, e l’esperienza drammatica dei due anni passati in prigionia.
A scrivere la sceneggiature sono stati i fratelli Coen che hanno iniziato ad ottimizzare il racconto fornendo la loro versione che si apre con una splendida sequenza della battaglia tra l’equipaggio del velivolo B-24 Super Man (il bombardiere su cui volava Louie prima del Green Hornet), e gli aerei da combattimento giapponesi Zero nel Pacifico meridionale. Passando dalle terribili sparatorie a mezz’aria, alla vita del giovane ribelle Louie a Torrance, il racconto presenta al pubblico il ragazzo destinato a diventare un eterno sopravvissuto e la famiglia che ha forgiato il suo spirito ed il carattere necessario a gestire tutto ciò che è accaduto.
La scena delineata dallo script risucchia immediatamente il pubblico nell’azione e nell’avventura del racconto, oltre ad infondere al film una profonda spiritualità che caratterizza il libro della Hillenbrand e, naturalmente, l’esistenza di Louie. I temi e gli episodi della sua vita -la fede, la guerra, la lotta, l’impegno, la resistenza e la resilienza- spiccano coraggiosamente e con alacrità nella stesura dei Coen.
Unbroken è candidato a tre premi Oscar per Miglior Fotografia, Sonoro e Montaggio Sonoro. Ad interpretare Louie Zamperini è stato Jack O’Connel: “è stato sicuramente il più grande onore della mia vita poter ritrarre qualcuno che mi permetto di definire una leggenda. Non c’è dubbio che fosse una grande, grandissima sfida: già è difficile comprendere la resistenza fisica e mentale di quest’ uomo, figuriamoci doverla ritrarre” ha commentato.
“Una parte di voi crede ancora che si può combattere e sopravvivere, al di là della ragione. Dove c’è ancora vita, c’è ancora speranza. Quello che succede dipende da Dio”
“Mi sono spinto fino a questo punto senza mai arrendermi, perché per tutta la mia vita sono sempre arrivato al traguardo”
“Il mondo, avevamo scoperto, non ti ama quanto la tua famiglia”
“La ‘più grande’ generazione è stata la generazione più resistente. Eravamo duri perché eravamo tutti nella stessa barca. Ci siamo supportati ed aiutati a vicenda”
“Penso che la cosa più difficile nella vita sia il perdono. L’odio è autodistruttivo. Se si odia qualcuno, non si fa del male a quella persona, ma a sé stessi. Il vero perdono è completo e totale”
“Non mollare mai, a prescindere. Anche se sei all’ultima posizione, taglia il traguardo”
Louie Zamperini