Diretto da Egidio Termine, giovedì 23 novembre esce al cinema Il Figlio Sospeso, una intensa pellicola che affronta con sensibilità il tema della maternità surrogata, senza voler essere un film di denuncia. Protagonisti sono Paolo Briguglia, Gioia Spaziani e Aglaia Mora.
Lauro (Paolo Briguglia), il protagonista della storia, perde il padre Anturio all’età di soli due anni. La madre, Giacinta (Aglaia Mora), fa in modo che il ricordo, già sbiadito del padre, sia cancellato del tutto dalla memoria del figlio privandolo di racconti e fotografie riguardanti Anturio. Il giovane Lauro cresce con un’immagine paterna modellata sulle sue esigenze e, pertanto falsata nella sua oggettiva affettività.
Un evento sconvolge il normale decorso della sua quotidianità fatta di paure e incertezze: trova per caso un indizio che lo spinge a credere che il padre avesse avuto, in Sicilia, una relazione dalla quale è nato un figlio. La sete di verità lo spinge sulle strade di un “viaggio” alla ricerca di un fratello ma, ciò che scoprirà lo riguarderà personalmente. Poco alla volta la verità si fa spazio ed emerge nella sua drammaticità, ma anche nella sua forza liberatrice.
“La Verità Rende Liberi”: è da questa famosa asserzione evangelica, che Egidio Termine è partito per affrontare, nel film, un argomento di forte attualità: la maternità surrogata. Una tematica attuale e quanto mai complessa dei nostri tempi che ha creato, e continua a creare, divisioni. “La sfida del film, invece – spiega il regista – è quella di mettere tutti d’accordo, spostando il punto di vista da quello delle due madri, quella naturale (biologica) e quella culturale (sociale), a quello del figlio”.
La narrazione del film avviene attraverso tre piani di realtà: il presente e il passato, e quello immaginario, quindi surreale. Il presente è scandito dagli avvenimenti che coinvolgono il giovane protagonista Lauro, il cosiddetto viaggio dell’eroe; il passato è narrato attraverso i due punti di vista delle madri; il piano immaginario, che trova sede nella mente di Lauro, gioca un ruolo determinante nell’evoluzione del personaggio.
Ed è proprio in questa sfera surreale che “si manifesta il desiderio intimo del protagonista di appropriarsi della propria identità attraverso la conoscenza della verità negatagli fin dall’infanzia – spiega Egidio Termine – ed è solo quando si approprierà della verità che diventerà un uomo libero, realizzando quel desiderio inconscio di cui non aveva fino a quel momento consapevolezza”.