Dopo essere stato in concorso nella sezione Cinema d’Oggi nell’ultimo Festival del Film di Roma, esce oggi al cinema La Foresta di Ghiaccio di Claudio Noce che, in questo film, si è trovato a dirigere il collega Emir Kusturica. Nel cast anche Ksenia Rappoport, Adriano Giannini e Domenico Diele.
Il film racconta un incredibile mistero che si sviluppa dietro l’apparente serenità di un piccolo paese alpino. Con una tempesta che incombe minacciosa sullo sfondo, Pietro (Domenico Diele), un giovane tecnico specializzato, arriva nella valle per riparare un guasto alla centrale elettrica in alta quota, e si trova improvvisamente di fronte ad una strana sparizione.
Si consuma quindi lo scontro fra il giovane Pietro e due fratelli, Lorenzo (Adriano Giannini) e Secondo (Emir Kusturica), che vivono e lavorano nella zona. Quando il ragazzo comprende l’origine dei segreti nascosti nel cuore della valle, le tensioni esplodono e comincia un gioco di specchi deformanti in cui nessuno è immune dal sospetto, neppure Lana (Ksenia Rappoport), la zoologa esperta di orsi.
La Foresta di Ghiaccio è girato completamente in Trentino, nella Valle del Chiese, che si estende tra i 200 e oltre 3.400 metri di quota. Le riprese si sono svolte tra la Centrale di Cimego, i boschi di Roncone e la Valle di Daone, dove gli imponenti sbarramenti delle dighe di Bissina e Boazzo e il piccolo agglomerato di baite in località Limes sono diventati i luoghi dove si sviluppa la storia.
“Il vento freddo soffia senza sosta, facendosi largo tra gli abeti, scavando nella roccia scura, invadendo la sconfinata foresta sommersa dal ghiaccio” spiega Claudio Noce. Che poi aggiunge: “decidere di ambientare questa storia tra le montagne e le impenetrabili foreste ghiacciate è stato un passaggio successivo alla composizione della drammaturgia. Quando la magnificenza della montagna è apparsa davanti ai miei occhi, non ho avuto più nessun dubbio e ho pensato che fosse questo il palcoscenico perfetto per questa favola nera. Un luogo dove la natura è più forte della volontà e dei desideri dell’uomo”.
Un luogo, sempre con le parole del regista, “dove il dolore e il senso di colpa si fondono con l’urlo violento della tempesta. Un’impenetrabile barriera di cemento avvolta nella notte. Una diga che divide il tempo. Ho sempre amato le zone di confine, dove lo spazio si fonde fra cielo e terra e muta asseconda dello sguardo”.
Zone di confine “dove l’attesa si trasforma in bisogno. La foresta di ghiaccio è come una grande ragnatela che lentamente si scioglie diventando neve e vento, fino a fondersi con la tempesta del peccato e con il furore della vendetta”.
Vedendo il film si ha effettivamente la sensazione che il personaggio di Secondo sia stato concepito e scritto fin dall’inizio pensando a Emir Kusturica. La verità la spiega Noce: “quel personaggio in scrittura non è mai stato accostato al volto di un attore, ma ha sempre avuto la faccia di Kusturica. Dirigere un regista che ha vinto due Palme d’oro, non è stato facile, ma Emir mi ha aiutato”.
Una vera e propria scoperta: “è stato sorprendente scoprire un uomo appassionato come un ragazzo, mettersi al servizio del film, fin dal primo ciak, osservandomi e rispettando ogni dettaglio del mio lavoro. Avere avuto accanto un grande regista come Emir nei panni di uno dei mie protagonisti è stata un esperienza unica” ha concluso l’autore del film.
“E quando la notte sembrerà infinita, quando nel buio bruceranno le colpe del passato: improvvisamente tornerà il giorno. Questa storia parla di vendetta, di amore e odio, di amicizia e tradimento, ma anche di senso di appartenenza, qualcosa che forse non ha più a che fare con i nostri giorni”.
Claudio Noce