Tratta da un soggetto di Laura Ippoliti, il 15 e 16 maggio, in prima visione su Rai, andrà in onda Il Confine, una mini serie in 2 serate diretta da Carlo Carlei e interpretata da Filippo Scicchitano, Caterina Shulha, Alan Cappelli Goetz, Stefano Dionisi, Fiorenza Tessari, Edoardo Purgatori, Roberto Chevalier, Fabrizia Sacchi e Massimo Popolizio.
La serie
La Prima Guerra Mondiale ha tracciato dei nuovi confini non solo geografici ma anche temporali. Confini che hanno decretato la fine di un mondo, di un modo di vivere, di pensare, di vestirsi, di fare arte e politica. Un modo di essere che non sarebbe tornato mai più. Ma è stata anche la guerra dei ragazzi: uomini non ancora ventenni, mandati al fronte, lontano da casa per essere spazzati via su un campo di battaglia.
Il Confine racconta il grande conflitto attraverso l’inedito punto di vista di tre giovani amici in una Trieste lacerata dalle spinte irredentiste e conservatrici che hanno determinato lo scoppio della guerra. Tre ragazzi sul ciglio della maturità, chiamati a divenire loro malgrado pedine al servizio della Storia.
Il soggetto di Laura Ippoliti
Il Confine nasce dal soggetto di Laura Ippoliti, autrice anche della sceneggiatura in collaborazione con Andrea Purgatori e il regista Carlo Carlei. La Ippoliti ha dichiarato:
“Nello scrivere questo soggetto mi sono posta il problema di trovare una storia che riuscisse a restituire almeno in parte l’enorme complessità politica, sociale e umana che caratterizzò la Grande Guerra, pur restando entro i limiti consentiti dai budget e dalle peculiarità di un film per la televisione. Ci tenevo anche a raccontare un aspetto che mi ha colpito molto, fin da quando ho cominciato il lavoro di documentazione”.
“E ho trovato la chiave in uno straordinario pezzo di storia italiana poco esplorata e pochissimo raccontata. La storia dei territori irredenti, e di Trieste in particolare, dove le contraddizioni e le lacerazione, le spinte indipendentiste e quelle conservatrici che hanno determinato alla fine lo scoppio della guerra, erano già tutte racchiuse in un microcosmo che portava di fatto le persone a convivere con due anime. Due anime spesso in lotta tra loro, come quando i giovani italiani furono costretti ad arruolarsi nell’esercito austriaco e a combattere contro i fratelli che invece avevano scelto di scappare e prendere le armi sotto il Regio Esercito Italiano”.
“Da qui parte la storia di Bruno, Ruggero, Franz e Emma, la storia di una giovinezza interrotta, di sogni traditi e del tentativo di amare e resistere mentre il loro mondo andava in fumo. Con un’unica conclusione possibile: quella che la guerra è comunque e sempre un insensato massacro, una sospensione temporanea di civiltà”.
La regia di Carlo Carlei
Il regista Carlo Carlei spiega perché ha deciso di dirigere Il Confine:
“Con questa serie ho potuto raccontare visivamente i momenti più tangibili e insieme disumani della Prima Guerra Mondiale, come le battaglie sul Carso o la guerra di trincea. Per riuscire a far calare completamente lo spettatore in quella realtà storica e per mostrare l’ampiezza e la mostruosità di questo conflitto insensato, ho scelto di adottare uno stile fluido e omogeneo che privilegiasse l’aspetto emozionale e fosse in grado di passare dall’iperrealistico all’epico senza mai contraddirsi. Il grande cinema, non solo italiano, ha già raccontato il primo conflitto mondiale con capolavori come Orizzonti di Gloria, Uomini Contro, La Grande Guerra, che insieme ad altri sono stati sicuramente per me fonte di grande ispirazione. L’originalità però che contraddistingue Il Confine è nell’innocenza dei giovani protagonisti, ragazzi con tutta una vita davanti, i cui sogni e speranze furono spezzati per sempre da una carneficina avallata da leader inadeguati e impreparati”.
“Il Confine però non è solo un film di guerra o sulla guerra. È ancor prima una grande e originale storia d’amore. Una storia d’amore inconsueta e coraggiosa fra tre anime innocenti che saranno messe a dura prova dal destino ma che dimostreranno che i sentimenti umani sono più forti di qualsiasi ragione di stato”.