Liberamente ispirato all’omonima opera letteraria di Lorenzo Marone, dal 26 febbraio in anteprima esclusiva su RaiPlay sarà disponibile La Tristezza Ha Il Sonno Leggero, la commedia diretta e interpretata da Marco Mario De Notaris. Il film è interpretato da un grande cast composto da: con Stefania Sandrelli, Serena Rossi, Ciro Priello, Eugenia Costantini, Gina Amarante, Roberto Caccioppoli, Gioia Spaziani, Tonino Taiuti e Marzio Honorato.
Il film
Napoli, 9 novembre 1989. Nella notte in cui cade il muro di Berlino, anche per Erri Gargiulo (Marco Mario De Notaris), un quarantenne timido e senza ambizioni, poco a poco crollano pregiudizi, imposizioni, traumi familiari e costrizioni, e anche il suo muro, fatto di incomprensioni e rinunce, comincia a sgretolarsi. Erri si trova davanti alla più grande crisi della sua vita: la moglie Matilde (Gioia Spaziani) lo ha appena buttato fuori di casa dopo avergli confessato di avere una relazione con un suo collega da mesi. Erri si trova così a dover ricominciare da solo, in un appartamento fatiscente pieno di giovanissimi punk. E’ una vita alla quale non è abituato e la distanza d’età con i suoi coinquilini si fa sentire. Eppure, la possibilità di una vita trasgressiva e fuori dai soliti binari ai quali era abituato sembra affascinare Erri, che combina un appuntamento a domicilio con una “squillo”. Proprio la sera dell’appuntamento piombano in casa sua tutti i membri della sua scombinata famiglia, per un “importante annuncio” della madre Renata a tutti i suoi figli. Erri si trova così a dover gestire i suoi parenti: la madre Renata Ferrara (Stefania Sandrelli), oppressiva e dittatoriale, il suo secondo marito Mario (Marzio Honorato) e i loro figli Giovanni (Ciro Priello), sposato con Clara (Gina Amarante), e Valerio (Roberto Caccioppoli).
Alla serata si aggiungono il padre Raffaele (Tonino Taiuti), da sempre assente e svogliato, e la sorella Flor (Serena Rossi), figlia del secondo matrimonio del padre, una nostalgica Hippy. Tra litigi, riappacificazioni, tensioni e chiarimenti, la serata prosegue fino all’arrivo di Arianna (Eugenia Costantini), figlia del secondo marito di Renata, con la quale Erri coltiva un legame speciale fin da quando, bambini, si erano ritrovati sotto lo stesso tetto in seguito al matrimonio tra Renata e Mario. Non fratelli di sangue, ma fratelli per scelta, segretamente innamorati l’uno dell’altra. Arianna però porta con sé un tragicomico equivoco. E’ infatti lei la ragazza squillo chiamata da Erri. La caduta del Muro di Berlino raccontata dai notiziari, la fine di un mondo diviso e polarizzato su posizioni nette e prive di sfumature portano Erri a scegliere, finalmente, la libertà: dalla sua famiglia, dalla sua educazione, e dalle imposizioni di una società che, come quel muro, cominciava inesorabilmente a crollare.
Marco Mario De Notaris racconta…
“Erri Gargiulo mi è stato presentato in un pomeriggio autunnale. Di sicuro non è un brillante seduttore, un accattivante arrampicatore, un simpatico pirata. Erri ha il reflusso, una moglie che non lo ama, e una famiglia talmente scombinata che si è quasi dimenticata di lui e dei suoi desideri, dei suoi sogni. I sogni sono solo illusioni, secondo alcuni. Non per Erri, che sogna sogni però così piccoli che non riesce mai a realizzarli. Abbiamo preso Erri, lo abbiamo messo su disco di vinile, trasportato nel tempo dei blocchi ideologici, anzi nella notte in cui finiscono le contrapposizioni, il 9 novembre 1989, e abbiamo costruito una storia semplice, un equivoco, un racconto di amore e tenerezza, senza telefonini, smartwatch, tablet, e ronzii di web chat o notifiche social. Volevo concentrarmi sui personaggi, ognuno tanto insopportabile e ridicolo nella sua “fissità”, ma tanto fragile e amabile quando abbandona le proprie certezze, quando lascia crollare il proprio muro interiore insieme a quello vero che i Tg di mezzo mondo trasmettono in diretta da Berlino“.
“Nella notte in cui svanirono le certezze, e qualcuno capì che i sogni potevano diventare incubi, ognuno dei miei personaggi abbandona la sua maschera e si svela per quello che siamo tutti: individui alla ricerca di un po’ di amore. La ricostruzione “d’epoca” l’ho filtrata da un immaginario televisivo, quando senza rendercene conto eravamo in stanze sempre illuminatissime come uno studio tv, circondati da motivetti orecchiabili con suoni da carillon sintetici, dove vestirsi come in Dallas era segno di opulenza, e spuntavano i primi ridicoli e costosissimi telefoni cellulari. Napoli era buia, deserta, ci si chiudeva in casa la sera, le trivelle ronzavano per costruire linee sotterranee in tempo per Italia 90, e le nostre piazze erano talmente piene di macchine che non sapevamo più quanto fossero belle. In questo ritratto storto di una famiglia improbabile in un interno bislacco, la vicenda dei Ferrara-Gargiulo ci riporta a un tempo in cui, pare ieri, era ieri, ci si abbracciava, si litigava, si taceva o si parlava, senza troppe remore. Ognuno di noi poteva avere un segreto, e le famiglie erano più presenti nelle scelte dei figli, con tutte le incomprensioni e i conflitti che ne nascevano“.
“La Tristezza Ha Il Sonno Leggero è un ricordo di case enormi sfasciate dal terremoto e puntellate da tubi innocenti, un sogno sbiadito di punk e ribellioni, i fumetti di Frigidaire, e il ritratto di un uomo che invece non sa proprio da che parte stare. E’ il mio sguardo da bambino sugli adulti di trent’anni fa. Lo sguardo di Erri pare precipitato in una sitcom dell’epoca, un teatro dei conflitti in cui però non scorre il sangue, ma la possibilità di amarsi in modo nuovo. Una famiglia di pazzi convinti di essere normalissimi. Io ho scelto di stare dalla parte di Erri, in un mondo che troppo facilmente distingue tra vincenti e perdenti, provando una innata simpatia per questi ultimi. Prendiamola così: ci vediamo da Erri“.