Il prossimo 30 marzo arriva anche nei nostri cinema La Vendetta di un Uomo Tranquillo, ovvero la pellicola spagnola che si è aggiudicata ben quattro premi Goya, come Miglior Film, come Miglior Regia all’esordiente Raúl Arévalo, come Miglior Sceneggiatura Originale a David Pulido, e per il Miglior Attore Non Protagonista a Manolo Solo. Il film era stato inoltre già presentato alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (in concorso nella sezione Orizzonti), dove Ruth Díaz ha conquistato il Premio Orizzonti per la Migliore Attrice.
Madrid, agosto 2007. Curro (Luís Callejo) è l’unico di una banda di quattro criminali che viene arrestato per una rapina in una gioielleria. Otto anni più tardi, la sua fidanzata Ana (Ruth Diaz) e il loro figlio sono in attesa che lui esca di prigione. José (Antonio de la Torre) è un uomo chiuso e solitario che non sembra trovare il suo posto nel mondo. Una mattina di inverno si reca nel bar gestito da Ana e da suo fratello e da quel giorno la sua vita si intreccia con quella degli altri frequentatori abituali del bar che lo accolgono come uno di loro.
In particolar modo, è Ana a vedere nel nuovo arrivato una speranza per la sua penosa esistenza. Scontata la pena, Curro viene rilasciato e nutre la speranza di iniziare una nuova vita con Ana. Tornando a casa, però, trova una donna confusa e insicura e si troverà a dover affrontare un uomo che, distruggendo le sue aspettative, cambierà tutti i suoi piani.
La Vendetta di un Uomo Tranquillo è un thriller drammatico “mosso da un sentimento primordiale, di pancia” spiega Raúl Arévalo. Il regista pensa che “l’odio, l’amarezza e la rabbia repressa siano argomenti di grande interesse. Una delle sfide è stata quella di ritrarre tutto con il più grande realismo possibile. Affrontare la violenza dal mio punto di vista: asciutto, crudo, così com’è nella vita reale. E volevo farlo per mezzo di una trama strutturata e piena di intrighi, unendo la ricerca di realismo e la credibilità con il ritmo e la spettacolarizzazione, propri del film di genere”.
Raúl Arévalo è dell’idea che il cinema debba avere un’identità: “questo è il motivo per cui ho deciso di ambientare la storia in posti che sento intimi e familiari. I luoghi dove sono cresciuto e che ho “respirato” da bambino: quartieri in periferia, piccole città in Castiglia, i bar con i pavimenti ricoperti di segatura, gente che gioca a carte, alberghi lungo la strada…luoghi molto riconoscibili con un’estetica, colori e atmosfere che rafforzano la storia e i personaggi”.
Per questi motivi La Vendetta di un Uomo Tranquillo è una storia che appartiene in pieno al suo autore: “ha codici che so decifrare. Credo che dovremmo parlare di quello che conosciamo, di ciò che ci commuove. Dobbiamo scavare in fondo alle nostre radici, al fine di raccontare una storia che, se davvero si parla di esseri umani, deve necessariamente essere un racconto universale”.