Dal 22 luglio al 22 ottobre, nella Sala Zanardelli del Vittoriano a Roma, sarà possibile visitare Anna Magnani, la Vita e il Cinema, un percorso culturale tra fotografie, materiali audio e video inediti che ripercorre la figura dell’attrice – dai suoi esordi nel teatro e nella rivista fino ai successi di Cinecittà e di Hollywood. La mostra è curata da Mario Sesti, regista, giornalista e critico cinematografico, che, per l’occasione, si avvale della collaborazione della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia e dell’Istituto Luce, che hanno messo a disposizione i loro archivi fotografici.
La mostra ripercorre, da una parte, la filmografia dell’attrice di Roma Città Aperta e Bellissima con la ristampa digitale di foto tratte da pellicola o da set, dall’altra, mappa la sua presenza nella vita sociale e culturale dell’epoca con un vasto materiale di foto di cronaca in parte inedite. “È un viaggio all’ interno dell’immaginario e della memoria di un’icona – afferma Sesti – il cui corpo e la cui rappresentazione irradiano ancora oggi un senso inconfondibile di questa personalità così nota e popolare. La mostra scopre anche uno scorcio forse inedito, su una Magnani privata, domestica, libera tra le pareti e gli angoli della propria casa”.
Il Vittoriano, che dedica i suoi spazi alle più significative personalità dell’Italia contemporanea, ha scelto la Magnani come volto simbolico del racconto del vissuto quotidiano, e spesso drammatico, della liberazione dal fascismo e della lotta per la modernità insieme all’appartenenza quasi metastorica ad una avventura remota ed antichissima il cui inizio si perde nella notte dei tempi: non a caso Fellini, in Roma, fece della Magnani, nella sua ultima, memorabile apparizione sul grande schermo, l’incarnazione stessa della città.
“Questa mostra – continua il curatore Sesti – che disegna la densità di una biografia e del suo riflesso nel Cinema (e viceversa) intende innanzitutto raccontare, anche a chi per età non abbia visto i suoi film, come la Magnani abbia saputo costruire e offrire lo spessore di una soggettività femminile capace di connettere un abisso antico e recente di dolore con il sogno inesauribile di felicità e cambiamento”.
A metà del percorso, invece, la mostra invita il visitatore dentro lo spazio domestico: è un’area che scopre la Magnani a casa propria, un contesto per certi verso poco conosciuto dell’attrice simbolo del realismo, dell’azione nello spazio pubblico di strade e piazze, della ribellione di fronte agli occhi della società. È poi il momento in cui la documentazione fotografica, mostrando la Magnani insieme a Totò o Tennessee Williams, Aldo Fabrizi e Danny Kaye, Abebe Bikila e Elsa De Giorgi, coglie l’attrice in un contesto di relazioni che ne raccontano anche il peso e il ruolo nella vita culturale e sociale del dopoguerra.
La mostra, che include la proiezione di un documentario delle Teche Rai e una serie delle più belle scene dei suoi film, oltre ad un’edizione originale di cinegiornali dell’Istituto Luce appositamente realizzata, sarà accompagnata da una rassegna di tre film: Bellissima di Luchino Visconti (lunedì 24 luglio, ore 21.00), Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini (lunedì 31 luglio, ore 21.00) e L’Amore di Roberto Rossellini (lunedì 7 agosto, ore 21.00). Verranno proiettati sull’incantevole Terrazza Italia del Vittoriano. I film saranno preceduti dalla lettura di testi ricavati da scritti e interviste all’attrice.
EXTRA – Anna Magnani dixit
“Ho cercato di far amare la verità al pubblico col mio lavoro, ma mi è stato più difficile farla amare come donna, anzi devo dire che in questo ho avuto un vero insuccesso. È nella vita che bisogna saper recitare, me ne sono accorta tardi, altrimenti gli altri ti guardano come si guarda una pazza, ma io non so mai recitare, neanche quando lavoro”.
“Lo so, sono la donna più discontinua del mondo. Tutto cambia dentro di me da un’ora all’altra. Il fatto è che seguo sempre il mio istinto e il mio cuore. Non mi curo mai di quello che sembro, di come gli altri mi vedono. Sono così, come la mia vita, le mie speranze, le mie delusioni, le mie gioie e le mie infelicità mi hanno fatta. Nella vita però tutto mi emoziona, tutto mi commuove, mi fa tenerezza e mi spinge alla generosità. Ma nel lavoro, lo riconosco, sono una peste. Qualche volta posso anche diventare cinica, cattiva, spietata. Non ammetto che si bari, che si truffi. Io, il mio mestiere l’ho sudato e sofferto. Ho impiegato molto tempo, e ho faticato per diventare la Magnani. Ora sudo e fatico per continuare a esserlo”.
“Non ho fatto mai il minimo sforzo per sembrare un’altra. Le bestie vivono secondo natura e non sbagliano quasi mai. Ho trasportato questa teoria nel campo degli uomini. Anche questa è la verità, non ho mai avuto ambizioni di nessun genere, non sono mai stata invidiosa né del successo, né delle ricchezze altrui. Ho sempre camminato nella vita per sentire in me la gioia di una continua metamorfosi, di un continuo studio di quello che era il mio lavoro e, oserei dire, di un continuo perfezionamento della donna che era in me. Ma la donna, quella che nessuno, dico nessuno, conosce, non è mai cambiata, mai! Piena di difetti, tanti, ma piena di timori, piena di smarrimenti, gli stessi che ho oggi dopo una dura, durissima vita, li avevo a dieci anni. E questo trauma è la cosa che amo di più in me”.
“Non è che mi faccia piacere fare sempre la popolana, non sono un’attrice presa dalla strada. E non è che mi piaccia fare solo personaggi tragici. Come si può essere sempre e solo tragici? Ci sarebbe da impazzire. Per natura sono invece allegra, qualche volta perfino matta. Ogni tanto fa bene essere matti, no?”.