Hoje Eu Quero Voltar Sozinho (in italiano Oggi Voglio Starmene da Solo – titolo internazionale The Way He Looks) è il film diretto da Daniel Ribeiro che il Brasile ha deciso di candidare all’Oscar per il Miglior Film in Lingua Straniera. Secondo il Ministero della Cultura del Brasile, questo film “ha il profilo adeguato per competere dal punto di vista internazionale. Usa un linguaggio universale e va nel senso opposto del cliché sul Brasile che fino a ora è stato presentato in altri film. La pellicola mostra l’omosessualità in maniera molto approfondita e la tratta con attenzione e delicatezza”.
Leonardo è un ragazzo cieco che vive con una madre iperprotettiva e che sogna una vita più libera e indipendente. Per la delusione della sua migliore amica, Giovana, decide di andare all’estero in un programma di scambio. Quando Gabriel, un nuovo studente in città, arriva nella loro classe, nuovi sentimenti sbocciano in Leonardo facendogli mettere in discussione i suoi piani.
Il film, presentato anche in Italia nella scorsa edizione del TGLFF Festival (ne avevamo già parlato con il Direttore Giovanni Minerba), ha già vinto diversi premi, tra cui il premio FIPRESCI come miglior lungometraggio della sezione “Panorama” e il Teddy Award come miglior lungometraggio a tematica LGBT al Festival internazionale del cinema di Berlino 2014.
The Way He Looks è un film incentrato sul risveglio della sessualità in un ragazzo cieco. L’adolescenza è un periodo della vita pieno di tante scoperte e la sessualità è di solito associata con il senso della vista. Come fa qualcuno che non vede ad essere attratto da un’altra persona? O ancora, come fa una persona che non ha mai visto un uomo o una donna definire il suo orientamento sessuale? Questo è quello che abbiamo scoperto quando ci siamo introdotti nella vita di Leonardo. Oltre ad essere cieco, c’è un’altra particolarità del nostro personaggio principale: è gay. Sia la cecità che l’omosessualità sono ancora tabù e oggetto di pregiudizi nella società.
Nel cinema, spesso l’omosessualità viene inquadrata in modo “buffo” e stereotipato oppure viene descritta come ostacolo nella trama, quando diventa necessario superare i pregiudizi e dimostrare alla società, agli amici ed alla famiglia che essere gay è “normale” (vedi La Vita di Adele, Palma d’Oro a Cannes nel 2013). Il film di Ribeiro ritrae l’omosessualità non come un tema centrale. Al primo posto c’è infatti la scoperta dell’amore, quello assoluto che fa ballare il cuore, quello che accende i desideri e ci fa sentire vivi.
“Volevo creare una storia universale per tutti: gay o etero, vedenti o non vedenti. Voglio che tutti siano in grado di relazionarsi con ciò che Leonardo prova” ha spiegato Daniel Ribeiro, di cui vi riportiamo di seguito un estratto dell’intervista che ha rilasciato.
La storia di questo film nasce da un precedente cortometraggio I Don’t Wanna Go Back Alone (Eu Não Quero Voltar Sozinho). Perché hai scelto di sviluppare questa storia per il tuo primo lungometraggio?
In realtà, l’idea mi era venuta prima. Volevo che il mio primo film fosse incentrato su un personaggio cieco che si innamora per la prima volta. Ma ho preferito sperimentare questo tema in un cortometraggio, Non Voglio Tornare da Solo. Dopo che il corto è stato rilasciato e proiettato in tutto il mondo, ho fatto alcune modifiche sulla sceneggiatura inserendo degli elementi nuovi per chi aveva già visto il corto.
Perché hai scelto un ragazzo cieco come protagonista?
La scoperta della sessualità è solitamente associata alla vista, attraverso gli sguardi. Quando ho pensato di esplorare il fiorire dell’omosessualità in un adolescente, ho pensato che sarebbe stato interessante indagare cosa prova qualcuno che non aveva mai visto un uomo o una donna. Così ho messo in discussione da dove davvero nasca la nostra sessualità. Nasce da tutti gli stimoli esterni o è già dentro noi stessi?
“La parte più autobiografica del film è incentrata sulla prima volta in cui mi sono innamorato. E penso che sia una sensazione in cui tutti possono identificarsi”
Daniel Ribeiro