Acclamato alla 72esima edizione del Festival di Locarno ed alla 37esima edizione del Festival di Torino, ottenendo il premio speciale della giuria nella sezione TFFDOC, dal 9 novembre è in tour nei cinema italiani L’Apprendistato (The Young Observant), l’opera seconda di Davide Maldi che racconta il primo anno di formazione all’arte del servire del giovane Luca e dei suoi compagni di classe presso un prestigioso Istituto alberghiero. Il regista sarà presente in tutte le serate per parlare del passaggio dall’adolescenza alla vita adulta e i riti di iniziazione e racconterà in un breve workshop “Le regole per realizzare un film in un istituto Alberghiero, ovvero come fare una mise en scène nel mezzo di una mise en place”. Le prossime date: 12 Novembre a Padova; 16 Novembre a Genova; 17 Novembre a Roma; 17 Novembre – Bari; 22 Novembre – Catania; 23 Novembre – Palermo.
Il film
L’Apprendistato (The Young Observant), inteso come secondo capitolo di una trilogia sull’adolescenza, è un film incentrato sull’osservazione dei cambiamenti che un ragazzo vive nel momento di confronto con le prime forme di disciplina, nel periodo in cui affina gesti, tecniche e soprattutto il carattere all’interno di un percorso di formazione professionale. È il racconto di quel delicato momento di presa di coscienza nella vita di ogni adolescente, durante il quale alcuni tratti fisici e caratteriali, anche solo appena accennati, prendono forma e vengono plasmati nel passaggio graduale alla vita adulta. Luca Tufano, il protagonista del film, è un quattordicenne timido e dall’animo selvaggio, che sarà dunque costretto a fare i conti con se stesso nell’ottica di un lavoro al servizio dei clienti. L’attore è stato tra l’altro segnalato come Miglior Attore Rivelazione 2019 dalla rivista cinematografica Otros Cines Europa.
Davide Maldi racconta…
“Mi interessava ragionare sull’idea di iniziazione, cercando oggi, all’interno di un contesto specifico e temporalmente definito, una traduzione di quelli che nell’antichità venivano identificati come “riti di passaggio”. Alla luce di queste considerazioni, ho cercato un contesto reale dove un ragazzo era portato ad accelerare il suo processo di crescita imparando da subito un lavoro. L’Istituto alberghiero mi è sembrato un contesto estremamente funzionale ed interessante all’interno del quale muovermi e osservare chi sceglie di imparare un mestiere fatto di regole e disciplina, sottostando alle leggi del mondo del lavoro al fine unico di servire i clienti. Ho deciso di lavorare con i ragazzi della prima classe per registrare e sottolineare il loro cambiamento durante l’anno. In scrittura con Micol Roubini, abbiamo cercato di sottolineare il percorso formativo degli alunni attraverso la messa in scena di laboratori pratici, contestualizzandoli in alcune aree del palazzo ottocentesco che ospita la scuola, così da poter scandire al meglio la parabola educativa del protagonista”.
“L’apprendistato è costruito su un’idea ben precisa di racconto legato al luogo e al paesaggio scelto: la scuola delinea quattro mura e diventa un palcoscenico dove la messa in scena è reale, scandita dal normale svolgimento delle giornate. La forma di interazione con la realtà si basa pertanto su di un rapporto diretto e continuativo con le persone coinvolte, al fine di documentare in maniera graduale e accorta lo sviluppo caratteriale, fisico e intellettuale degli studenti. La struttura narrativa del film, in accordo con i docenti, interviene nella realtà della scuola e della vita degli studenti, così da costruire un film a cavallo tra l’osservazione di ciò che esiste e ciò che è la narrazione, non un documentario d’assalto. L’apprendistato è un film cercato, ritrovato e sviluppato nella realtà”.