A 10 anni dalla Palma d’Oro per La Classe, giovedì 7 giugno Laurent Cantet torna a raccontare i conflitti politici e generazionali di oggi al cinema con L’Atelier, un thriller di grande originalità, scritto con Robin Campillo e accolto con successo all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard.
Il film
Olivia Dejazet (Marina Foïs) è un’affermata autrice di gialli e deve tenere un laboratorio di scrittura a La Ciotat, città del sud della Francia nota un tempo per i cantieri navali ma ormai in piena crisi economica. Tra i suoi giovani allievi spicca Antoine (Matthieu Lucci), ragazzo introverso e di talento, spesso in rotta con gli altri sulle questioni politiche per le sue posizioni razziste e aggressive. L’atteggiamento di Antoine si fa sempre più violento con il passare dei giorni e Olivia sembra esserne spaventata e attratta al tempo stesso, finché la situazione sfugge drammaticamente di mano a entrambi.
Le parole di Laurent Cantet
“Il film è ambientato a La Ciotat, città che alla fine degli anni ’80 ha vissuto una grande stagione di lotte operaie dopo la chiusura dei cantieri navali. Il nostro obiettivo era testimoniare la trasformazione radicale di una società che, probabilmente a causa degli della crisi politica e economica, non ha più alcun rapporto con quel mondo del passato – un mondo che le vecchie generazioni vorrebbero che non scomparisse. Quello che dicono i giovani partecipanti al laboratorio di scrittura è che non vogliono farsi carico di quel passato, che non gli appartiene in nessun modo”.
“Oggi infatti devono confrontarsi con una serie di problemi completamente diversi: trovare il proprio posto in un mondo che ha per loro una scarsa considerazione, la sensazione di non avere nessun controllo sulle cose e tanto meno sulle proprie vite. Ma, soprattutto, sono costretti a confrontarsi con una società violenta e lacerata da terribili questioni politiche e sociali, come l’instabilità economica, il terrorismo o l’affermazione dell’estrema destra”.