Giovedì 9 dicembre arriva in sala di Lawrence, il docufilm che ritrae uno dei più grandi artisti della Beat Generation, Lawrence Ferlinghetti. Il film è stato girato nei luoghi iconici della sua vita da due persone legate a Ferlinghetti da un rapporto di profonda amicizia: Giada Diano, traduttrice in Italia e biografa ufficiale di Lawrence, ed Elisa Polimeni, curatrice di mostre d’arte e retrospettive internazionali sull’artista.
Il film
Lawrence è un ritratto intimo e ironico di Lawrence Ferlinghetti, girato in luoghi iconici di San Francisco e della Bay Area, come la City Lights Bookstore e lo studio d’artista di Ferlinghetti a Hunter’s Point. Ferlinghetti si racconta con grande spontaneità, spaziando da vicende personali (la faticosa ricerca delle radici, la scoperta delle origini italiane, l’arrivo a San Francisco) a temi socio-culturali e politici (la nascita della City Lights, il fenomeno della beat generation, il dissenso politico e l’ecologismo), svelando aspetti inediti della sua vita. I suoi straordinari meriti nel corso di una vita lunga e produttiva – come poeta, pittore, editore e impegnato difensore della libertà di parola – hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia letteraria e culturale americana.
Il documentario vuole essere un omaggio a un uomo che ha fatto un capolavoro della propria vita, attraversando un secolo intero, viaggiando da un continente all’altro, mosso dall’urgenza di conoscere il mondo e di raccontarlo in poesia, partecipando attivamente alle più importanti battaglie per i diritti civili e diventando uno dei protagonisti indiscussi della scena culturale mondiale. Il rapporto decennale di vicinanza e affetto che lega le due autrici a Ferlinghetti ha permesso di realizzare un lavoro fluido e intimo, capace di cogliere le molte sfaccettature dell’artista: poeta, pittore, romanziere, traduttore, ma anche editore e fondatore della leggendaria casa editrice City Lights Bookstore. Nel documentario Ferlinghetti si racconta con grande ironia e spontaneità, intrecciando la sua voce a quella di poeti o artisti a lui vicini, assieme ai quali restituisce un quadro vivido di quell’intensa stagione creativa e culturale che è stata la San Francisco Renaissance prima, e la beat generation poi. L’idea è non solo di restituire il racconto della vita di Ferlinghetti nel modo più sincero e privo di filtri possibile, ma anche raccontare l’essenza poetica della sua persona.
Giada Diano e Elisa Polimeni raccontano…
“Questo documentario è nato dalla spontaneità di una conversazione tra amici, noi autrici e Lawrence Ferlinghetti. Assieme abbiamo pensato che sarebbe stato bello provare a registrare i piccoli momenti di luce quotidiana che caratterizzavano i nostri incontri e allo stesso tempo conservare una traccia di un racconto di vita straordinario in modo da poterlo condividere con altri. Nasce un po’ come una poesia, da una scintilla d’ispirazione che arriva senza preavviso e che poi si evolve in un racconto, affermando la propria esistenza. Una delle condizioni che ci siamo posti, infatti, era viaggiare leggeri, sia realmente che metaforicamente, che niente fosse deciso, studiato in anticipo o ingabbiato in una struttura rigida. Abbiamo semplicemente lasciato che le cose accadessero, dando spazio all’imprevisto, al cambio di programma, all’incontro fortuito“.