La grande Arte, tra passione e ossessione, dal 26 al 28 novembre arriva al cinema con Le Ninfee di Monet. Un Incatesimo di Acqua e di Luce, il film evento prodotto da Ballandi Arts e da Nexo Digital che condurrà il pubblico a Parigi, tra il Musée Marmottan, il Musée de l’Orangerie e il Musée D’Orsay, a Giverny con la Fondation Monet, la casa e il giardino dell’artista, e tra i magnifici panorami di Étretat (elenco sale a breve su ww.nexodigital.it) e
Le Ninfee
Quando l’ex Primo Ministro Francese George Clemenceau si reca a Giverny, trova parecchie tele accatastate nella cantina della ricca abitazione in cui è ospite. Numerose rappresentano fiori esotici, presentati per la prima volta all’Esposizione Universale di Parigi del 1889. Il giardino, lo stagno, le tele che rendono unica tra tutte quella casa sono opere sue: di Claude Monet, il padre dell’Impressionismo. E quei fiori dai petali carnosi, che galleggiano sulla superficie dell’acqua ed estendono le proprie radici nelle acque paludose, sono nénuphar, ma per Monet saranno sempre e soltanto Nymphéas, Ninfee. Da qua nasce questo film evento.
Viaggio in un incantesimo
In Un Incantesimo di Acqua e di Luce, a guidare gli spettatori alla scoperta dei luoghi, delle opere e delle vicende del maestro, ci sarà Elisa Lasowski, mentre la consulenza scientifica sarà affidata allo storico e scrittore Ross King. Tra gli altri interventi preziosi che getteranno nuova luce sulla figura di Monet e del suo lavoro anche quello della fotografa fiamminga Sanne De Wilde e quello della giardiniera della Fondation Monet, Claire Hélène Marron. La colonna sonora originale del film è firmata da Remo Anzovino. Attraverso tutte queste voci e suoni, scopriremo così come Claude Monet riemerga dalla depressione che lo ha portato ad abbandonare la pittura e decida di dedicarsi anima e corpo alla sua impresa più colossale: la Grand Décoration. Enormi pannelli raffiguranti il suo stagno di ninfee, talmente avvolgenti che lo sguardo dello spettatore si perde in un’atmosfera di serenità e pace.
Il sogno di eterna gloria
Seguendo il percorso della Senna, partiremo da Le Havre dove Monet trascorre il primo periodo della sua vita artistica, risalendo il fiume verso gli altri paesi dove ha dimorato, per dimostrare quanto innovativo, radicale e moderno sia il suo approccio all’arte e quanto spasmodica la sua ricerca dell’elemento acquatico: Poissy, Argenteuil, Vétheuil, Giverny. Qui, recluso nel suo giardino, mentre piovono le bombe della Prima Guerra Mondiale, Monet insegue ossessivamente il suo sogno di eterna gloria, e dipinge senza tregua la sua opera di resistenza e di pace. A Parigi, nel Musée de L’Orangerie, la sua speranza trova finalmente il giusto compimento, nelle magnifiche sale ovali da lui stesso disegnate. Qui, nel maggio del 1927, l’amico George Clemenceau inaugura finalmente il museo dedicato alla Grand Décoration.
Un’opera apprezzata nel tempo
Ma Claude Monet è morto appena cinque mesi prima. Non vedrà mai la sua opera compiuta, né conoscerà l’impatto che ha avuto sul pubblico. Ma l’opera più ardita di Monet, quella nella quale ha profuso gli ultimi dodici anni della sua vita e le sue ultime energie, viene accolta con disprezzo dai francesi. Solo trent’anni più tardi, le Ninfee di Monet varcheranno uno stagno più grande, l’Oceano Atlantico, e invaderanno gli Stati Uniti, insieme a tutta la sua produzione, decretando così – questa volta per sempre – il successo di uno straordinario genio.