Dal 25 gennaio sarà al cinema Finalmente Sposi, il nuovo film con gli Arteteca – duo comico del programma tv Made in Sud – scritto da Ciro Ceruti e Nando Mormone e diretto da Lello Arena.
Enzo (Enzo Iupariello) e Monica (Monica Lima), dopo un breve momento di popolarità per aver partecipato ad un reality show, decidono di sposarsi. O meglio Monica decide di sposarsi, Enzo fino a quel momento era totalmente preso dalla sua discutibile carriera di allenatore di calcio giovanile. Monica sogna, come ogni ragazza, un matrimonio perfetto. Tutto dev’essere speciale, ma spesso le cose speciali sono quelle più costose. Monica decide tutto lei: l’abito da sposa, il ristorante, le bomboniere, il viaggio di nozze, l’arredamento per la casa. Enzo, dopo un’analisi accurata del bilancio familiare, valuta che, con i dovuti sacrifici, entro cinque anni riusciranno a pagare tutti i debiti contratti con il finanziamento che dovranno richiedere.
In più a pochi giorni dal matrimonio, Enzo e Monica ricevono la notizia che il centro commerciale dove lavorano a breve chiuderà. Monica non ne vuole sapere nulla, e la brutta notizia non deve rovinare il giorno più bello della sua vita. Ma passati i festeggiamenti i due neo sposini, anziché partire per il viaggio di nozze a Miami, si vedono irrimediabilmente costretti a prendere un pullman con destinazione Wolfsburg dove troveranno Ciro (Ciro Ceruti), cugino di Enzo, che li aiuterà a cercare una stabilità e un futuro che la loro amata città non gli può assicurare.
In Finalmente Sposi è possibile vedere lo stile di Lello Arena: “uno stile che – racconta – in un primo momento, può creare non poche incertezze e smarrimenti. Essere trascinati in territori inesplorati, perdere le proprie abitudini e le proprie certezze, essere abbandonati in un labirinto di ambiti e punti di vista mai frequentati prima di allora, dover usare il proprio talento perdendo ogni punto di riferimento e camminando veloce e contromano non fa piacere a nessuno. Eppure è solo in quel momento, quando l’artista e soprattutto i comici perdono ogni appiglio e ogni certezza, che si genera quella scintilla, quel particolare battito di emozione, quello straordinario momento magico che consente loro di essere equilibrio, armonia, regola e stabilità proprio nel momento in cui tutto va in frantumi”.
Lello Arena elogia il duo comico Arteteca: “avere il privilegio di dirigere due delle maschere più interessanti nel panorama comico attuale comporta non poche responsabilità. Muovere all’interno di una storia due clown, così potenti, così amati, così semplicemente efficaci, così capaci di comunicare con età e ceti e ambiti e ambienti differenti e trasversali tra di loro può non essere un’impresa facile. Bisogna fidarsi e affidarsi gli uni agli altri, stimarsi moltissimo, essere pronti a vampirizzarsi a vicenda in uno scambio furibondo, appassionante e a tratti sconvolgente e soprattutto, volersi molto bene”.
Per Finalmente Sposi la scelta registica è stata quella di “utilizzare ogni nuovo ritrovato tecnico senza risparmio facendo però bene attenzione che la nuova possibilità tecnica non fosse esibita solo in quanto tale, ma come fondamentale e indispensabile al completo supporto emotivo dei personaggi e delle storie del film”.
La vera innovazione che Arena ha deciso di utilizzare all’interno del film è stata quella relativa “allo studio di altre discipline che potessero rendere ogni performance recitativa più consapevole rispetto a tutta una quantità di informazioni che spesso attori e registi rinunciano ad utilizzare ma che, nell’ambito delle nuove regole di comunicazione, che diventano sempre più estreme e radicali, non possono più essere ignorate e vanno applicate anche nell’ambito di forme di spettacolo come il cinema. Dato che tecnicamente si può fare ormai tutto, più che cercare nuove tecnologie ho capito che dovevo migliorare le forme di comunicazione tra attore e spettatore che proprio quella tecnologia avanzata poteva ormai riprendere come mi pareva e piaceva”.
Lello Arena conclude così: “se il cinema è cominciato con la gente in fuga davanti ad un treno che non esisteva, se il mio lavoro di regista somiglia sempre più a quello degli illusionisti e dei mentalisti, allora è chiaro che l’innovazione al cinema passa oggi solo attraverso l’applicazione di nuove regole di comunicazione e di nuovi sistemi di persuasione emotiva”.