Sono passati ben 23 anni da quella prima nomination che lo aveva visto candidato come Miglior Attore Non Protagonista per un ruolo non semplice per un giovane attore di soli 19 anni, ovvero quello di Arnie, un quasi diciottenne mentalmente ritardato dalla nascita in Buon Compleanno Mr. Grape. Ma ieri notte, Leonardo DiCaprio alla fine ce l’ha fatta ad aggiudicarsi l’ambita statuetta.
Nella notte tra il 28 e il 29 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles, per gli 88esimi Academy Awards, l’attore americano è stato premiato come Migliore Attore Protagonista per l’interpretazione estrema che ha ci regalato vestendo i panni di Hugh Glass, il protagonista di Revenant – Redivivo, il nuovo film di Alejandro Gonzalez Iñarritu, premiato anch’egli con l’Oscar per la regia. Nonostante fosse in competizione con alcuni dei più bravi attori della sua generazione (Bryan Cranston per Trumbo, Matt Damon per The Martian, Michael Fassbender per Steve Jobs e Eddie Redmayne per The Danish Girl), questa volta l’Academy ha finalmente riconosciuto l’intensità della prova di DiCaprio.
L’attore 41enne è considerato l’uomo che per la prima volta nella storia del cinema ha creato attorno a sé un’eccitazione febbrile pari a quella suscitata dalle più amate stelle del firmamento hollywoodiano. Dopo la sopracitata nomination per Buon Compleanno Mr Grape, l’anno della svolta è stato il 1995, con Ritorno dal Nulla (The Basketball Diaries) in cui, giovanissimo, interpreta un giocatore di basket drogato che ben presto finisce in cella. Successivamente lo vediamo tra i protagonisti di Pronti a Morire di Sam Raimi, al fianco di Gene Hackman e di Poeti dall’Inferno, in cui impersona il poeta maledetto Rimbaud, ne La Stanza di Marvin e nel Celebrity di Woody Allen.
La consacrazione arriva con Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann e con il pluripremiato Titanic di James Cameron, oltre che La Maschera di Ferro e The Beach. L’incontro con Martin Scorsese è stato fondamentale per la carriera di Leonardo DiCaprio. Dal regista è infatti diretto in grandi film quali Gangs of New York, The Departed, Shutter Island e si è guadagnato due nomination all’Oscar con The Aviator, nella parte di un maniacale Howard Hughes, e in The Wolf of Wall Street, vestendo i panni del feroce broker Jordan Belfort.
Attore poliedrico, Leonardo DiCaprio ha lavorato con grandissimi registi: è stato anche il mago della truffa in Prova a Prendermi, diretto da Steven Spielberg; il protagonista, nuovamente nominato all’Oscar, del Blood Diamond di Edward Zwick; lo abbiamo visto in Inception di Christopher Nolan, nel J. Edgar di Clint Eastwood, oltre che in Revolutionary Road di Sam Mendes, in cui si riconferma il sodalizio artistico con Kate Winslet, ne Il Grande Gatsby, dove ha ritrovato Luhrmann, e nel Django di Quentin Tarantino.
Leonardo DiCaprio ha vinto nella sua carriera moltissimi premi, ma mai l’Oscar, questo fino alla notte scorsa, in cui alla consegna del premio, l’attore ha visto dinnanzi a sè una platea febbricitante di gioia manifestata con una prolungata standing ovation. Abbiamo visto un DiCaprio sicuro di sé ma commosso di felicità, visibile in quei grandi magnetici occhi azzurri che hanno ipnotizzato intere generazioni. L’attore americano, oltre che sinceri ringraziamenti, nel suo discorso ha affrontato tematiche molto forti, come quella del cambiamento climatico e della tutela dei nativi americani.
“The Revenant è un film sul rapporto dell’uomo con il mondo della natura, il mondo che ha visto il 2015 come l’anno più caldo nella storia – la nostra produzione ha dovuto spostarsi al polo sud di questo pianeta solo per riuscire a trovare la neve! Il cambiamento climatico è qualcosa di reale e urgente”, così ha detto. DiCaprio ha anche aggiunto quanto sia necessario aiutare le persone svantaggiate, le più colpite da questi cambiamenti: “per i figli dei nostri figli, e per quelle persone là fuori la cui voce è stata soffocata dalle politiche dell’avidità”, ha affermato. Dinnanzi a questa premiazione, c’è chi si meraviglia, c’è chi tace, ma anche chi non si scompone e che guarda con fierezza la vittoria dell’attore americano perchè l’attesa, seppur lunga, ha reso un uomo ancora più consapevole della propria arte, un’arte affascinante ma anche complessa.
Solo un grande regista come Alejandro Inarritu, consapevole della bellezza delle proprie visioni ma anche della loro durezza, poteva essere in grado di far emergere certi aspetti propri dell’uomo e quindi anche conseguentemente di un vero attore qual è DiCaprio, il quale, nel momento della premiazione, ha ricordato a tutti noi che “non dobbiamo dare per scontato questo pianeta, esattamente come io non davo per scontata questa serata”.
Giulia Farneti