Lino Guanciale e Gabriella Pession sono i grandi protagonisti de La Porta Rossa, la serie tv ideata da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi. Diretta da Carmine Elia, questa fiction andrà in onda su Rai Due a partire dal 22 febbraio e sarà composta da dodici puntate.
Un capannone abbandonato, due cadaveri riversi a terra, i riflessi blu dei lampeggianti della polizia, il via vai di poliziotti che isolano la scena del crimine. Il commissario Leonardo Cagliostro (Lino Guanciale) attraversa il luogo del delitto ignorato da tutti: i suoi colleghi continuano a muoversi come se lui non ci fosse. Cagliostro osserva la scena: ne ha viste tante di situazioni del genere in dieci anni di servizio, ma questo caso è diverso da tutti gli altri. Perché questo è il suo stesso omicidio e uno dei due morti a terra è proprio lui. Durante l’irruzione nel covo di un criminale, qualcuno gli ha sparato alle spalle e lo ha ucciso.
Una porta rossa appare dal nulla per permettergli di andarsene via dal mondo, ma quello che Cagliostro vede sulla soglia lo blocca. Immagini confuse che appartengono al futuro: sua moglie Anna (Gabriella Pession) sul punto di essere uccisa da una persona il cui volto è nascosto, ma che Cagliostro intuisce essere il suo stesso assassino. Cagliostro resiste, non oltrepassa la porta, non può e non vuole andarsene dal mondo lasciando Anna in pericolo. Deve indagare sulla propria morte, trovare il suo assassino ed evitare che anche Anna venga uccisa. Nella sua nuova condizione, che pur fatica a comprendere e a gestire, può osservare la vita delle persone in modo diverso e capire cose che gli erano inaccessibili da vivo.
Scopre pensieri, emozioni e segreti dei suoi amici e colleghi, che passo dopo passo lo avvicinano alla verità. Anna, sua moglie, è la persona che lo sorprende di più. Da alcuni mesi i due sono separati, ma la loro storia in realtà non è veramente finita e ora continua – in un modo molto diverso – tra delusioni, rivelazioni e atti d’amore fuori tempo massimo. Cagliostro è morto e, come tale, non può agire materialmente. Ben presto, però, realizza che un collegamento col mondo dei vivi è possibile: c’è una ragazza che può vederlo e sentirlo. È Vanessa (Valentina Romani), una diciassettenne che scopre di essere una medium.
L’incontro con Cagliostro sconvolge la vita della ragazza, ma le regala anche un rapporto intenso con un uomo che – con tutti i limiti del caso – finisce per diventare il padre che lei non ha mai avuto. A sua volta, Vanessa diventa per Cagliostro lo strumento per salvare Anna. Insieme creano una particolare ed inedita coppia d’investigatori. Il percorso che Cagliostro compie è l’occasione per riconoscere gli amici e smascherare i nemici, ma anche per confrontarsi con i rimpianti e gli errori della sua vita. Quello che il commissario deve riuscire davvero a fare è elaborare il proprio lutto, lasciarsi il passato alle spalle e andare oltre quella porta rossa, qualsiasi cosa ci sia al di là. Riuscirà a farlo?
Alla base della serie La Porta Rossa, secondo le parole degli autori, “c’è la volontà di combinare un’investigazione classica a un elemento sovrannaturale: ecco così l’idea di un commissario morto che indaga sul suo stesso omicidio, che rinuncia ad andarsene dal mondo e continua a indagare per salvare sua moglie Anna. In questo modo, l’elemento sovrannaturale non solo non indebolisce l’impianto del whodunit, ma il tema della vita dopo la morte può emergere in tutta la sua potenza metaforica”.
Ne La Porta Rossa è “fantasma” tutto ciò che “sta nel passato e che non riusciamo a dimenticare. Sono “fantasmi” anche gli errori commessi, quelli con i quali non abbiamo fatto pace e quelli che invece avremmo preferito commettere. “Fantasmi” sono anche le persone che ci vivono accanto, ma di cui non abbiamo altro che un’immagine fugace e superficiale, quella che decidono di mostrarci o l’unica che siamo interessati a vedere“.
Allo stesso tempo, la morte “non è raccontata come un momento di chiusura, ma come un’occasione di riflessione e di trasformazione: questo aspetto è incarnato soprattutto nel personaggio di Anna, che fa del lutto un’occasione di crescita, e in quello di Vanessa, che scopre la sua vera identità proprio nel confronto con la morte” concludono gli autori.
Chi non vorrebbe una seconda possibilità? Chi non vorrebbe poter rimediare ai propri errori? Chi non vorrebbe riuscire a recuperare una grande storia d’amore rovinata da stupide incomprensioni?