Dopo averlo restaurato nel 2020, a 50 anni dall sua uscita (1970), la Cineteca di Bologna da giovedì 9 giugno porterà nelle sale Lo Chiamavano Trinità, il film cult scritto e diretto da E.B. Clucher (al secolo Enzo Barboni), un western all’italiana in versione commedia (considerato una parodia dei più violenti spaghetti western). Straordinaria protagonista è la mitica coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill.
Il film
Trinità (Terence Hill), un pistolero pigro e indolente giunge in un villaggio dove ha la sorpresa di trovare suo fratello, detto Bambino (Bud Spencer) nelle insolite vesti di sceriffo. In realtà costui, che è un ladro di bestiame, ha accettato l’incarico per poter mettere a segno impunemente un furto ai danni di un facoltoso proprietario di cavalli. Ma, i due fratelli si troveranno a dover difendere la comunità mormona dalla prepotenza di Harrison e dei suoi uomini.
Un western comico?
“È un film western? Un film comico? Un western comico? Non esattamente: è un film di Bud Spencer e Terence Hill, che fa genere a sé, anche se all’epoca non si poteva sapere. Meglio: il film che inventa Bud Spencer e Terence Hill come entità singola e indivisibile (poco conta che avessero già recitato assieme in altri tre film, di Giuseppe Colizzi). Dopo i due Trinità, entrambi ottimi, non sarà affatto un problema, per loro e per noi, uscire da questo West senza appigli col reale e spostarsi a piacimento nella giungla amazzonica, alle corse sulla dune buggy, per le strade di Miami con la divisa della polizia. Questo sia detto senza sminuire E.B. Clucher (alias Enzo Barboni), che arriva al primo Trinità con alle spalle un solo film diretto (con scarsa incisività) e una rispettabilissima carriera da direttore della fotografia. Pare che proprio sul set dell’ennesimo spaghetti western violento, paranoico e uguale ad altri cento, Barboni abbia avuto l’illuminazione di provare una via diversa. […] Ad essere obiettivi, prima di Trinità non c’era stato nulla di simile.Il film che ha rilanciato il western italiano in un momento di stanca, dicono alcuni. Il film che lo ha affossato definitivamente, sostengono altri (compreso Sergio Leone). È un dilemma stimolante, che consegniamo agli storici. Trinità è un film che fa benissimo a meno di un contesto per essere capito e goduto. È un eterno ritorno all’infanzia, dove per stare bene ti bastano i piedi lerci, le battute svelte, le sfuriate che non portano a niente, due belle mormone bionde, una pignatta di fagioli e una vagonata di scazzottate acrobatiche. Facile. Anche se non è poi così facile avere un’infanzia felice. E non è affatto facile trovare un film che quella felicità è in grado di perpetuarla, una generazione dopo l’altra“.
Andrea Meneghelli, Responsabile Archivio Film della Cineteca di Bologna
Bud e Terence
“Nel film, scandito metodicamente da gag basate su cazzotti e ceffoni, “Bud Spencer e Terence Hill – come scrisse Alberto Pezzotta, Il western italiano, Il Castoro, Milano 2012 – affrontano i nemici quasi sempre parandone i colpi, e usando sistemi decisamente comici per averne la meglio. Il primo usa la forza bruta: ma la ripetizione toglie violenza e introduce una dimensione comica. Il secondo preferisce la schivata, il colpo d’astuzia, l’agilità, o l’uso di attrezzi non ortodossi come la padella”. I due protagonisti, Trinità e Bambino, diventano ben presto le figure più amate del nostro cinema popolare: “fortemente connotati dal punto di vista iconografico (biondo, snello e aitante l’uno, bruno, massiccio e dal pugno proibito l’altro), i due personaggi rafforzano la propria immagine sul grande schermo mediante un misurato scontro di caratteri – tanto Hill è irridente e sicuro di sé quanto Spencer è burbero e schivo –, che ispira numerose gag costruite su misura, con un linguaggio acceso ma non triviale, un umorismo semplice ma non rozzo, di ampia fruibilità“.
(Marco Bertolino, Ettore Ridola, Bud Spencer & Terence Hill, Gremese, Roma 2002).