Dal 26 settembre arriva nelle sale italiane Lou von Salomé, il film diretto dalla regista tedesca Cordula Kablitz-Post che racconta la storia della filosofa, scrittrice, psicoanalista e pioniera dell’emancipazionismo femminile Lou Andreas Salomé.
Il film
Nata nel 1861 a San Pietroburgo, presto la giovane Lou (Katharina Lorenz) capisce di non poter avere gli stessi diritti come donna in un mondo dominato dagli uomini. Da allora, per far riconoscere i suoi talenti e la sua indipendenza, si sottrae fermamente all’amore carnale. Determinata e cocciuta, contro la volontà della madre studia filosofia, scrive poesie e frequenta i circoli intellettuali, incontrando lungo il suo percorso i filosofi Paul Rée (Philipp Hauß) e Friedrich Nietzsche (Alexander Scheer), i quali rimangono affascinati da questa donna intelligente e inarrivabile, tanto da chiederla entrambi in moglie, venendo incontro a un rifiuto.
Ma quando entra in scena il giovane autore Rainer Maria Rilke (Julius Feldmeier), allora ancora sconosciuto, lei se ne innamora e diventa sua consigliera e promotrice. Per la prima volta si lascia coinvolgere in una relazione alla quale ne seguiranno molte altre. All’età di 50 anni conosce Sigmund Freud (Harald Schrott), i cui studi la influenzano tanto quanto lei influenza il padre della psicanalisi. Nel 1933, quando le scure nubi del nazionalsocialismo offuscano la Germania, un’ormai anziana Lou von Salomé (Nicole Heesters) vive a Gottinga. Insieme al giovane germanista Ernst Pfeiffer (Matthias Lier) ripercorre la sua movimentata vita: la lotta per la libertà, i successi nel campo della filosofia, della letteratura e della psicoanalisi e la scoperta dell’amore in tarda età.
Lou von Salomé, donna libera e indipendente
La regista, nel suo film di debutto, ha voluto rendere omaggio a una delle donne più colte e produttive della sua epoca, che con la sua personalità combattiva e all’avanguardia ha fatto innamorare di sé i più grandi pensatori di inizio Novecento, da Rainer Maria Rilke, a Sigmund Freud fino a Friedrich Nietzsche, influenzando in maniera decisiva il loro pensiero. Vista suo malgrado come femme fatale, lottò duramente per la sua libertà e l’indipendenza in un’epoca in cui il concubinato era ancora punito con il carcere. Nella sua ricerca di figure femminili, Cordula Kablitz-Post si imbatté già da adolescente in una biografia della scrittrice, filosofa e psicoanalista Lou von Salomé: “allora mi ha molto sorpreso e anche impressionato che già in quell’epoca una donna potesse amare così tanto la libertà e potesse condurre una vita così indipendente”.
“Nonostante sia morta nel 1937, non esistono interviste con lei, la sua voce non si trova da nessuna parte”, ricorda Cordula Kablitz-Post. È una figura importante della storia contemporanea che è misteriosamente caduta nel dimenticatoio, e ciò è dovuto principalmente al fatto che Lou von Salomé conduceva una vita molto ritirata in epoca fascista a causa delle sue origini ebraiche. Il suo periodo d’oro è durato fino alla prima guerra mondiale, quando viaggiava spesso, aveva molte relazioni e tra l’altro a Vienna era considerata una donna scandalosa. A colpire la regista è stata la sua ricerca di libertà: “per Lou era più importante di tutto, per questo non voleva legarsi agli uomini e alle relazioni, motivo per il quale le donne venivano tacciate di egoismo. Più tardi Freud le ha definite in senso clinico narcisiste: lei ha dovuto sopportare tutto questo, e nonostante ciò ha vissuto così, perché non sarebbe stata capace di vivere diversamente. La sua vita e il suo pensiero continuano a insegnarci come sia possibile vivere la libertà contro le convenzioni sociali e come la libertà e l’amore convergano“.
Lou von Salomé oggi
Se pensiamo all’energia di Lou von Salomé nell’epoca moderna ed in particolare riguardo al dibattito sulle quote, la regista Cordula Kablitz-Post afferma: “Lou von Salomé non si farebbe mettere i bastoni tra le ruote neanche oggi. Difenderebbe sempre la sua libertà. Nella sua epoca era vista quasi come una pazza, perché conduceva una vita troppo diversa, del tutto lontana dall’immaginario morale della società del suo tempo. Era considerata scandalosa, perché non si preoccupava proprio di quello che gli altri pensavano di lei. Lei faceva e basta. Se ci dovesse dire qualcosa oggi sarebbe: “Vai per la tua strada, sii te stessa e diventa la persona che sei!“”.