Sabato 1 febbraio alle ore 20.00, al MIC – Museo Interattivo del Cinema si terrà la proiezione evento del film d’animazione Buñuel Nel Labirinto Delle Tartarughe del regista spagnolo Salvador Simò. Tratto dalla Graphic novel di Fermín Solís (Buñuel in the Labyrinth of the Turtles), il film – Miglior Film d’Animazione gli European Film Awards 2019 e in arrivo al cinema dal 5 marzo – darà di fatto il via alla rassegna che la Fondazione Cineteca di Milano, fino al 14 febbraio, dedicherà al cineasta: Luis Buñuel – Dal Surrealismo al Periodo Messicano 1928-1961.
La rassegna
Subito dopo Buñuel Nel Labirinto Delle Tartarughe, sempre sabato 1 febbraio verrà proiettato il documentario Las Hurdes di Luis Buñuel, mediometraggio del 1933 in cui il cineasta denuncia l’arretratezza di una regione priva di strade e di elettricità, devastata dalla povertà e dalla diffusione di malattie. Un’opera cruda e drammaticamente neorealista, censurata dalla Repubblica spagnola per la sua schiettezza e in seguito usato come strumento di propaganda contro il regime franchista. In tutto saranno sette i titoli che la Fondazione Cineteca Italiana proporrà per omaggiare Luis Buñuel. Realizzate tra il 1928 e il 1961, le pellicole partendo dai lavori Surrealisti (Un Chien Andalou, L’Age D’Or) e di denuncia sociale (Las Hurdes – Tierra Sin Pan) arriveranno fino al periodo messicano (I Figli Della Violenza, Nazarìn, El, Estasi Di Un Delitto, Viridiana) fortemente neorealista e dissacratorio nei confronti delle convenzioni sociali e religiose.
Martedì 4 febbraio alle ore 15 verrà proiettato Nazarín (foto copertina), film del 1958 premiato con il Prix International al Festival del Cinema di Cannes del 1959. Nel Messico di primo Novecento sotto il dittatore Porfirio Diaz, Nazarín è un sacerdote che vive povero tra i poveri, praticando fino all’eroismo la lezione evangelica: una critica di Buñuel al Cristianesimo che, anche se applicato con eroismo, non può cambiare il mondo. Seguirà alle ore 17 il film I Figli Della Violenza, vincitore del premio per la miglior regia al Festival del Cinema di Cannes del 1951, in cui il regista affronta uno dei suoi temi più cari, quello sociale. È la storia di tre ragazzi di strada della periferia di Città del Messico le cui azioni di delinquenza si inseriscono nel panorama di miseria e bestialità in cui sono cresciuti.
Mercoledì 5 febbraio alle ore 17 è la volta di Lui (Él), presentato in concorso al Festival del Cinema di Cannes del 1953. Incentrato su una storia di ossessione e gelosia di un marito nei confronti della moglie, sedotta e portata via all’amico, il film è una feroce critica al mondo della borghesia, con le sue regole e le sue idiosincrasie e al matrimonio. Si prosegue giovedì 7 febbraio alle ore 15 con Estasi Di Un Delitto, altra storia di ossessione e desiderio in cui al suono di un carillon un uomo viene spinto a uccidere delle donne. La sua ossessione finirà grazie all’incontro del vero amore. Alle 18.30 circa uno degli immancabili capolavori di Buñuel. Si comincia con Un Chien Andalou, primo film del regista, considerato un capolavoro del surrealismo cinematografico. Un racconto realizzato attraverso associazioni di immagini oniriche molto ardite per l’epoca, tra cui il celebre e ormai storico taglio dell’occhio con un rasoio.
Venerdì 8 febbraio alle ore 15 verrà proposto Viridiana, feroce critica alla religione e alle convenzioni sociali, questa volta incarnate nelle vicende della novizia Viridiana, in procinto di prendere i voti e incalzata dallo zio che la vuole sedurre e, dopo la sua dipartita, dal cugino. Il film fece scandalo in particolare per la rappresentazione di una moderna Ultima Cena i cui commensali sono dei mendicanti. Vincitore ex equo della Palma d’Oro al Festival del Cinema di Cannes del 1961. Martedì 11 febbraio dalle ore 17.30 è la volta de L’âge d’or, seconda opera del regista, il vero e proprio manifesto del cinema surrealista, alla cui sceneggiatura contribuì anche il pittore Salvador Dalì. La storia è un susseguirsi di personaggi e situazioni in una critica corrosiva alla religione, alla repressione sessuale e alle convenzioni sociali.
Mercoledì 12 febbraio alle ore 15 si continua con il film Salita Al Cielo del 1952, commedia fiabesca che molto deve al surrealismo, in cui un matrimonio rituale nel paese messicano di San Jeronimito viene interrotto per via delle gravi condizioni di salute della madre dello sposo. Mentre i figli della donna si contendono avidamente l’eredità, il giovane futuro sposo si abbandona a un’avventura extra coniugale che non turberà però né il matrimonio né il corso degli eventi familiari nella loro patina ipocrita e superficiale. La rassegna prosegue fino al 14 febbraio con le repliche delle proposte più significative.