In sala e disponibile per i festival c’è L’Ultima Ruota, il road-documentario diretto da Claudia Cipriani, sulla lotta politica e poetica delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo.
Il documentario
Dopo un anno di riunioni on line per protestare contro la chiusura dei luoghi della cultura che ha lasciato senza lavoro migliaia di persone, nel febbraio 2021, un gruppo formato da attori, musicisti, registi, saltimbanchi e tecnici dello spettacolo prende la bicicletta e gli strumenti di lavoro per fare 300 km, sfidando zone rosse e coprifuoco. L’obbiettivo? Portare protesta, musica e arte nelle piazze, sensibilizzando l’opinione pubblica sulla crisi del settore. Pavia, Novi Ligure, Genova, Savona, Laigueglia, Sanremo, In ognuna delle sei tappe, i “ciclisti” hanno allestito uno spettacolo in piazza, si sono esibiti e hanno condiviso i messaggi di chi riconosce la cultura come un bene necessario. Mentre i media sono tutti concentrati sul carrozzone del Festival nazional popolare della canzone italiana, i protagonisti de L’ultima ruota vogliono spostare la luce dei riflettori verso quella cultura che non è fatta solo di grandi eventi. Riusciranno a superare gli ostacoli, i divieti, le salite, gli imprevisti per arrivare fino alle porte del Teatro Ariston? Fiorello e Amadeus li riceveranno o rimarranno chiusi nella loro bolla?
Un settore che riparte da zero
Tra i protagonisti del road documentary anche l’attrice Rita Pelusio, che spiega la motivazione tutta politica del viaggio in direzione Sanremo e della battaglia che tiene unito il gruppo: “Il mito di Sisifo narra del lavoratore inutile, costretto a spingere un masso fino in cima per vederlo poi rotolare al punto di partenza e a ripetere questa azione ogni giorno come una condanna. Recentemente il Ministro Franceschini, ignorando tutto il lavoro fatto in questo anno e mezzo, propone una legge delega senza essersi confrontato con tutte le realtà del mondo della cultura e dello spettacolo. Intanto non ci sono più i sostegni e il settore non solo non è ripartito, ma è ancora più sfiancato di prima. Ancora una volta temiamo si debba ricominciare da zero”.
Un viaggio poetico e politico
“Lo spettacolo a distanza non contempla l’agorà – afferma la regista Claudia Cipriani – senza piazza non c’è il confronto, il dialogo, la critica. Uno spettacolo teatrale, un film o un concerto, senza la presenza del pubblico manca di vibrazioni e di connessioni. La cultura si riduce a un’esperienza individuale anestetizzata. Quando gli artisti dell’Ultima Ruota mi hanno chiesto se volevo unirmi a loro, ho accettato subito perché seguirli nel loro viaggio poetico e politico mi sembrava il modo ideale per raccontare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori della cultura”.