Giovedì 16 giugno, ore 21, debutta in anteprima nazionale nei Giardini dell’Accademia Filarmonica Romana Storia del Soldato di Igor Stravinsky con regia e ideazione di Maddalena Maggi. Paolo Mieli introduce, contestualizzando storicamente la nascita di un’opera che seppur scritta cento anni fa conserva una morale e dei sentimenti ancora oggi tragicamente attuali. Iaia Forte interpreta il narratore-diavolo, Guido Targetti è il soldato, la direzione musicale è del Maestro Mario Tronco che dirige dal vivo L’Orchestra di Piazza Vittorio.
Un soldato marcia incessantemente e incontra il Diavolo, la perdita della sua identità, la ricchezza, l’illusione dell’amore. Una storia universale, che riguarda tutti i militari e tutti gli uomini provati da un fato avverso, con suoni che appartengono a una memoria primordiale, una partitura di inequivocabile ispirazione colta e occidentale. Fortemente significativo il luogo della prima: la Filarmonica Romana è stata per anni la ‘casa’ romana di Stravinsky e nel ’66 teatro della storica rappresentazione della Histoire du Soldat con le scene e i costumi di Giacomo Manzù e le coreografie di Maurice Béjart (alcuni fondali delle scene sono ancora conservati presso l’istituzione romana).
“Vorrei rappresentare non soltanto l’opera, ma le condizioni storiche e politiche – spiega Maddalena Maggi – in cui Stravinsky la compose, alla fine della Prima Guerra Mondiale, esiliato in una terra non sua, in grandi ambasce economiche a seguito della Rivoluzione d’Ottobre e colpito da lutti dolorosi; muoiono a pochi mesi di distanza la dama che lo aveva allevato e che viveva con lui in Svizzera e suo fratello, sotto le armi sul fronte rumeno, colpito dal tifo”.
L’idea è quella di raccontare una storia universale con dei suoni che appartengono ad una memoria primordiale, una partitura d’inequivocabile ispirazione colta e occidentale. L’Histoire nella sua intenzione iniziale è un’opera teatrale per marionette, ispirata a fiabe di tradizione orale, tradizione che per sua caratteristica, passando di bocca in bocca, si trasforma arricchendosi di nuovi accenti e colori, senza perdere il senso iniziale.