Come fanno a nascere relazioni stabili e piene di sentimento quando si è divorati dal solo piacere della carne? Giovedì 7 giugno uscirà al cinema Malati di Sesso, una commedia divertente e frizzante diretta da Claudio Cicconetti e nata dal soggetto scritto da Francesco Apolloni, che ha anche scritto la sceneggiatura insieme a Manuela Jael Procaccia. Protagonisti del film sono lo stesso Apolloni, Gaia Bermani Amaral, Elettra Capuano e Fabio Troiano: nella locandina del film, fanno il verso a quella di Nymphomaniac.
Il film
In Malati di Sesso due coppie di amici, Giacomo e Livio da una parte e Giovanna ed Eleonora dall’altra, si incontrano e si scontrano in un continuo attrarsi e punzecchiarsi a vicenda. Giacomo (Francesco Apolloni), scoprirà da subito di andare in terapia dallo stesso analista di Giovanna (Gaia Bermani Amaral). Da seduttore incallito quale è, l’attrazione che prova per la bella personal coach è stuzzicata dal sapere di avere in comune la stessa imbarazzante patologia: “Vanno a letto con tutte e tutti, senza mai riuscire ad innamorarsi”, ma se lui al momento dell’amplesso scoppia sempre a piangere, lei tratta gli uomini come pezze da piedi.
I rispettivi migliori amici, Livio (Fabio Troiano) ed Eleonora (Elettra Capuano), non sono da meno. Lui un idiota patentato afflitto dal vizio del gioco; lei una stralunata “pet-terapist” che nella vita ha preferito gli incondizionati affetti degli animali alle avances dei “maschi”. A far loro da cupido, il galletto “Diego” (in onore di Maradona) e il pappagallo affetto da mutismo “Donald Trump”. Saranno loro a fare da cornice al meraviglioso viaggio che Giacomo e Giovanna compiono, attraversando alcuni tra i luoghi più suggestivi d’Italia, da Castel Sant’Angelo in Roma alla vetta più alta del Monte Bianco, fino ad arrivare a Parigi, passando per le atmosfere incantate di un Ashram Indiano all’interno dei parchi naturali affacciati sul mare della Puglia.
Abbiamo deciso di addentrarci nel film intervistando il regista, Claudio Cicconetti.
Arriva al cinema Malati di Sesso, una commedia divertente e anche romantica, girata con uno stile “american comedy”. Come definiresti il tuo film?
Una figata pazzesca da andare a vedere il 7 Giugno nei cinema vicino a casa?…scherzi a parte, si, è una commedia romantica che strizza l’occhio alla sfera delle tematiche sessuali, qua e là. Non sta a me dire se sia divertente o meno. Posso però consigliare, laddove si volesse o “dovesse” evadere dallo stress per un’ora e mezza, di andare a dargli un’occhiata. È un film girato secondo quello che ritengo essere il mio stile, provando a non fermare mai la macchina da presa e non avendo paura di coprire un dialogo con le musiche troppo alte. Se sia americano o indiano, veramente non saprei. So che se non fosse stato per il mio amico e produttore Roberto Capua, un pazzo folgorato, questa storia non avrebbe mai visto la luce.
Da piacere a vera e propria patologia, come recita il titolo: si può essere malati di sesso?
Non penso si possa effettivamente essere “malati di sesso”. Credo che alcune persone reagiscano alle proprie insicurezze, fragilità, talvolta ai complessi, atteggiandosi ad un qualcuno che in realtà non si è. Si inizia a recitare una parte e, come spesso accade, si cade facilmente nella trappola di non essere onesti né con sé stessi né con il proprio partner. Ecco che diventa impossibile avere piena soddisfazione fisica e si inizia a credere che la frequenza sia più importante della qualità. Figurarsi riuscire a trovare l’amore…
I due protagonisti, due sessodipendenti, dovranno arrivare a fidarsi l’uno dell’altra. Credi che sia proprio la fiducia l’elemento fondamentale per una storia d’amore? Anche più dell’attrazione fisica?
Sì. Nel modo più assoluto. Non tanto fidarsi del proprio partner quanto avere a cuore il fatto che l’altro possa fidarsi di te. Prima dare, poi, forse, ricevere, ma senza credere che possa esistere qualcosa di dovuto.
Le nuove generazioni, in questo mondo dominato da social e internet, sembra che stiano perdendo di vista l’importanza del dialogo (più reale che virtuale) e del conoscersi davvero. Conta molto l’apparenza e l’immagine estetica (e quindi superficiale) che si vuole dare di se stessi. Tu che messaggi vorresti lanciare ai giovani?
“Curatevi”. I costumi, le tendenze, i punti di riferimento della società attuale sono uno schifo, una vera e propria vergogna. A rischio di suonare irrispettoso dico…ma come fanno i genitori di oggi a permettere ad un figlio dai 7 ai 15 anni di tagliarsi i capelli “solo ed esclusivamente” alla maniera delle creste di alcuni calciatori? (senza offesa per la categoria) …alle loro figlie di “s”vestirsi in maniera tale da mostrare ogni dettaglio del proprio “corpo” in pubblico e alla luce del sole? Mi dispiace ma non vedo grandi speranze per le nuove generazioni. Al solo pensiero che tra essi si celi la futura classe dirigente, mi auguro che Elon Musk riesca a portarci su Marte per tempo.
Il web oggi offre a chiunque i mezzi per accedere a contenuti di sesso esplicito. Non sono rari i casi di sessodipendenti da internet, anche minorenni. Secondo te c’è un rischio che questi contenuti influiscano in modo negativo sui soggetti che ne fruiscono, rendendoli più istintivi e (purtroppo) violenti? Come si può monitorare una situazione così?
Non mi sento di demonizzare i contenuti di sesso esplicito. Provo ovviamente disgusto e ribrezzo per ogni forma di criminalità, violenza e sfruttamento che spesso si intreccia con i network, web o meno, a sfondo erotico. Arrestateli tutti e buttateli in un fosso. Dobbiamo essere però onesti. Il porno in rete esisterà in eterno; è un costume antico come l’uomo e che difficilmente sparirà. Ma come l’uomo è antico anche il concetto di educazione. In famiglia e a scuola mi sembra si sia perso, non c’è dialogo. È fondamentale che i genitori e gli insegnanti si diano “da fare”. Ma “di corsa”…”prima di ieri”.
Io sono un classe ’86, inutile dire che i tempi sono cambiati, sia dal tipo di corteggiamento (una volta si telefonava con il cuore in gola, ci si conosceva a poco a poco; oggi ci sono i whatsapp e sui diari di Facebook c’è tutta la nostra storia), sia dal tipo di contatto (pare che l’abuso dei touch screen su smartphone e tablet stia letteralmente modificando la sensibilità e l’uso delle mani quando ci si rapporta a qualcuno). In che modo l’amore e un vero sentimento può crescere in questo scenario comunicativo?
Condivido a pieno la sua analisi. Sarò molto sintetico. 9 volte su 10, non può.
L’abbraccio è molto più potente e significativo di un banale amplesso tra amanti occasionali. So che concordi, ma spiegaci perché lo pensi!
Se non inizi o termini un rapporto sessuale con un abbraccio (che possiamo chiamare carezza, sguardo, presenza emotiva) …allora non avere dubbi, è un porno.
Intervista di Giacomo Aricò