Con una settimana d’anticipo (era programmato il 12 marzo), giovedì 5 marzo arriva nei nostri cinema Marie Curie, il film diretto nel 2017 da Marie Noëlle incentrato sia sulla Curie scienziata che sulla Marie donna (la prima donna a ricevere un Premio Nobel). Ad interpretarla è stata Karolina Gruszka.
Il film
Gli anni più turbolenti nella vita di una donna geniale: tra il 1903, anno in cui Marie (Karolina Gruszka) e Pierre Curie (Charles Berling) si recano a Stoccolma per ricevere il Premio Nobel per la scoperta della radioattività, e il 1911, quando alla scienziata viene assegnato il suo secondo Nobel. 1906: travolto da una carrozza, Pierre Curie muore tragicamente in una strada parigina. In un colpo solo, il matrimonio e gli anni più felici della vita di Marie Curie vanno in pezzi. Rimasta sola con due figlie piccole, Marie si trova a doversi far carico di responsabilità che schiaccerebbero anche l’uomo più forte, ma affronta i propri doveri con il massimo coraggio, come madre e come scienziata. Malgrado la tristezza, continua il lavoro iniziato assieme a Pierre, ottenendo grandi risultati con la “Curie-terapia” (o radioterapia) che avevano sviluppato contro il cancro. Ma la scienza è un mondo soprattutto maschile, e l’audacia di Marie non è ben vista da tutti.
La sua relazione sentimentale con il matematico Paul Langevin (Arieh Worthalter) provoca grande scandalo, e i tabloid trascinano il nome di Marie nel fango. Allarmata dai titoli scandalistici, l’Accademia Svedese del Nobel, che vorrebbe premiarla una seconda volta con l’ambito riconoscimento, le proibisce di presentarsi a Stoccolma per ritirare il premio. Una donna innamorata non merita dunque di veder riconosciuto il proprio lavoro? Pochi anni dopo Marie fonda l’Istituto Curie, destinato a cambiare la storia del trattamento anti-tumorale e oggi il centro di ricerca di maggior successo in Francia. Il destino delle famiglie Curie e Langevin resterà intrecciato anche nel futuro: due generazioni più tardi la nipote di Marie, Hélène Curie, e il nipote di Paul, Michel Langevin, entrambi scienziati, si innamoreranno per poi sposarsi. Marie, Pierre e Paul riposano oggi in pace, l’una accanto agli altri, nel Panthéon, a Parigi.
Marie Noëlle racconta…
“Chi era Marie Curie? Una brillante scienziata, come tutti sanno. La sua biografia è qualcosa di leggendario. Scoprendo il radio, questa donna eccezionale ha dato un considerevole contributo alla battaglia dell’umanità contro il cancro. La sua appassionata ricerca scientifica le è valsa un vasto consenso, ma la percezione che il grande pubblico ha di lei è solo quella di una tra le tante figure del Pantheon dei geni. Qualcosa che si può apprendere attraverso i numerosi documentari che vengono regolarmente realizzati sul suo conto. Ma chi era la donna dietro la mitica icona della scienza che nel corso del tempo è diventata?“.
“La vita la mise di fronte a molte sfide che dovette affrontare con un coraggio e una perseveranza enormi. È stata la prima docente donna alla Sorbona, la prima donna a vincere il Premio Nobel per la Fisica e – a tutt’oggi – la sola donna ad aver vinto due Nobel in due categorie diverse. Tuttavia non le fu permesso di manifestare i propri sentimenti. Avendo io stessa un background scientifico, ho conosciuto la vicenda di Pierre e Marie Curie che ero ancora molto giovane. Già da studentessa Marie Curie era il mio idolo, e ho divorato molti libri che la riguardavano. Era una donna che, grazie alla propria intelligenza e al proprio talento, riuscì a farsi strada in un ambiente scientifico dominato dagli uomini. Perfino Albert Einstein, celebre per i suoi commenti spesso misogini, dichiarò la propria ammirazione per il suo genio“.
“Alcuni anni fa il mio interesse per la Curie fu risvegliato dalla lettura di un articolo sulla sua storia d’amore con Paul Langevin, che quasi le impedì di ricevere il suo secondo Nobel. Ho sviluppato così un interesse particolare su questa parte della sua vita, diventata di dominio pubblico solo in anni recenti. Profondamente commossa da quanto avevo letto, ho iniziato ad approfondire la mia ricerca e mi sono presto imbattuta in Andrea Stoll, che stava scrivendo un libro sulle “donne forti”, Marie Curie compresa. In breve abbiamo condiviso il desiderio di presentare questo aspetto della vita della Curie in un lungometraggio. Ma piuttosto che limitarci a fornire uno sguardo retrospettivo su una vita fuori dal comune, volevamo raccontare la lotta di una donna per essere riconosciuta, una lotta che l’ha portata a negare molti aspetti del suo essere donna per poter seguire la propria passione per la scienza“.
“Nel 1910 la società francese trasformò il suo “amour fou” per il fisico Paul Langevin in un enorme scandalo, riducendo la brillante scienziata a una banale adultera, come riportano i violenti e aggressivi resoconti della stampa del tempo. All’epoca, l’opinione prevalente negava alle donne con spiccate capacità logiche e analitiche qualsiasi femminilità. Verso le donne che intendevano occuparsi di scienza, ed erano determinate ad avere successo nel loro campo, c’era perfino ostilità e discriminazione. Il successo di Marie Curie fu tollerato fintanto che lei si prodigò devotamente e altruisticamente nelle sue ricerche accanto al marito. Una volta rimasta sola, diede scandalo osando mostrare i propri sentimenti, e fu costretta a imparare che ragione e passione non sono compatibili. L’esperienza di Marie Curie è esemplare per la vita di tutte le donne impegnate in settori tradizionalmente maschili. Perfino al giorno d’oggi“.
Marie Curie, un modello per le donne moderne
Quando Marie Curie scoprì la radioattività e due nuovi elementi chimici, alla fine del 19o secolo, come donna era nient’altro che un’attrazione in un mondo scientifico dominato dagli uomini. Le sue scoperte richiesero sacrifici fisici e materiali – e la sua stessa vita. Ma l’ambiziosa Marie dimostrò come fosse possibile raggiungere il successo lavorando duramente e con passione. Le cronache odierne mostrano che nell’ambiente scientifico le donne sono tuttora sotto-rappresentate: globalmente, oggi la percentuale di scienziate è del 29%, e scende ulteriormente man mano che si sale ai massimi livelli della ricerca. Da qui la necessità, ora come non mai, di scienziate che rappresentino modelli di ruolo in grado di motivare molte più giovani donne a cimentarsi nella carriera scientifica e a migliorare la propria partecipazione alla ricerca. Marie Curie è in molti modi appunto un grande modello di questo tipo, una figura di riferimento per le potenti donne di domani.
“Nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire”
Marie Curie