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Mark Osborne porta al cinema l’anima de Il Piccolo Principe

Tratto dall’omonimo romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, il 2016 inizia al cinema con la magica poesia de Il Piccolo Principe, nella versione animata in stop-motion diretta da Mark Osborne.


Un vecchio ed eccentrico aviatore e la sua nuova vicina di casa: una bambina molto matura trasferitasi nel quartiere insieme alla madre. Attraverso le pagine del diario dell’aviatore e i suoi disegni, la bambina scopre come molto tempo prima l’aviatore fosse precipitato in un deserto e vi avesse incontrato il Piccolo Principe, un enigmatico ragazzino giunto da un altro pianeta.

Le esperienze dell’aviatore e il racconto dei viaggi del Piccolo Principe in altri mondi contribuiscono a creare un legame tra l’aviatore e la bambina che affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della quale la bambina avrà imparato ad usare la sua immaginazione e a ritrovare la sua infanzia.

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Il lungo e gratificante percorso necessario ad adattare il classico di Saint-Exupéry in un moderno film di animazione ha avuto inizio oltre otto anni fa, quando i produttori francesi Aton Soumache, Dimitri Rassam e Alexis Vonard hanno avuto il via libera da Olivier d’Agay, presidente della Fondazione per la gestione del Patrimonio Saint-Exupéry. “Sentivamo l’enorme responsabilità di dover rendere giustizia ad un capolavoro senza tempo, amato da tantissime persone in tutto il mondo”, racconta Soumache.

Per il produttore, “chiunque legga il libro si fa un’idea molto personale del Piccolo Principe e del suo mondo, per cui non è possibile trarne un adattamento fedele e pedissequo. Ciascuno di noi ha sviluppato un legame molto personale con quest’opera”.

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Dopo molte titubanze, a cogliere la sfida è stato il regista Mark Osborne: “conoscevo benissimo il libro, ecco perché il mio primo istinto è stato quello di rispondere di no, ero convinto che non vi fosse modo per trarne un adattamento fedele. Poi ci ho pensato ancora e mi sono reso conto che il materiale era troppo buono per lasciarselo sfuggire”.

Per Osborne è diventata “l’occasione della vita: i temi trattati dal libro sono estremamente ricchi e colpiscono nel profondo e inoltre sentivo di non volermi lasciare sfuggire la possibilità di proteggere il libro attraverso il film”. Quando Osborne ha suggerito l’ipotesi di creare una storia attorno al libro, anziché espanderlo, la Fondazione che gestisce la proprietà dello scrittore ha immediatamente accettato.

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Mark Osborne rivela che il libro, regalatogli molti anni prima dalla moglie, quando erano ancora fidanzati, lo aveva colpito molto intimamente. I due all’epoca erano studenti universitari che cercavano di mantenere viva una relazione vissuta a distanza: “Il Piccolo Principe ci ha riavvicinati – racconta – l’ho letto con grande attenzione, significa molto per me e per chiunque altro l’abbia letto, perché ti fa percepire l’importanza del legame con le persone che contano nella tua vita”.

Ed ecco il mio segreto.
È molto semplice: non si vede bene che col cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi

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