Italia finalmente in Concorso oggi alla 73. Mostra del Cinema di Venezia con la presentazione di Spira Mirabilis, documentario diretto da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti. Simile ad una sinfonia visiva, il film vuole raccontare quattro “storie di immortalità”, girate in quattro luoghi differenti del mondo. Gli elementi e la loro percezione si confondono in immagini e suoni. Il film sarà al cinema dal 22 settembre.
Il fuoco: Leola One Feather e Moses Brings Plenty, una donna sacra e un capo spirituale, e la loro piccola comunità lakota da secoli resistenti a una società che li vuole annientare. La terra: le statue del Duomo di Milano sottoposte a una continua rigenerazione. L’aria: Felix Rohner e Sabina Schärer, musicisti inventori di strumenti/sculture in metallo.
L’acqua: Shin Kubota, uno scienziato-cantante giapponese che studia la Turritopsis nutricula, una piccola medusa immortale. L’etere: Marina Vlady, che dentro un cinema fantasma ci accompagna nel viaggio narrando L’Immortale di Borges. Sono i protagonisti di Spira Mirabilis, girato in diversi luoghi del mondo, una sinfonia visiva, un inno alla parte migliore degli uomini e alla tensione verso l’immortalità.
L’obiettivo è rendere la grandiosità delle aspirazioni e dell’agire umano, una visione “umanistica” dei registi che mette al centro l’uomo e la i suoi mirabili tentativi di fare i conti con la morte. La “meravigliosa spirale”, simbolo di perfezione ed infinito, così definita dal matematico Jackob Bernoulli, deriva da un logaritmo per cui essa si avvolge continuamente intorno al suo polo senza mai raggiungerlo.
Un uomo alle prese con l’immortalità. Ai due registi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti interessava realizzare un film in cui “l’uomo si confrontasse con i propri limiti e le proprie aspirazioni“. Attraverso un percorso di accumulo, suggestione, assonanze, i due autori hanno capito che “l’acqua doveva accompagnarsi con gli altri elementi della natura: terra, aria, fuoco ed etere. Milano, Berna, Wounded Knee, Shirahama su una cartina geografica immaginaria compongono il disegno della nostra spirale meravigliosa“.
Il film combina pensiero razionale ed emotivo e dà vita a “un affresco poetico che racconta la parte migliore di noi, mostrando la responsabilità, la debolezza e la forza che gli uomini hanno nei confronti del mondo“. Così Spira Mirabilis è un film contemplativo che cerca di toccare “il cuore del cuore delle cose” in modo che dall’osservazione nasca una trasfigurazione del reale. Da questa tensione scaturisce la “spirale meravigliosa”: l’umano tentativo di accettare e contemporaneamente superare i propri limiti.
EXTRA – Il Più Grande Sogno di Michele Vannucci negli Orizzonti
Nella sezione Orizzonti verrà invece presentato Il Più Grande Sogno di Michele Vannucci con protagonista Mirko Frezza. La storia è proprio quella di Mirko, 39 anni, appena uscito dal carcere: fuori, nella periferia di Roma, lo aspetta un futuro da inventare. Quando viene eletto presidente del comitato di quartiere, decide di sognare un’esistenza diversa. Non solo per sé e per la propria famiglia, ma per tutta la borgata in cui vive. Questo film racconta di un “bandito” che, aiutato dal suo miglior amico Boccione, vuole trasformare l’indifferenza del quartiere in solidarietà e asfalto in un rigoglioso campo di pomodori, inventandosi custode di una felicità che neanche lui sa bene come raggiungere.
Tra commedia, melò e crime, Il Più Grande Sogno è la storia di un sogno fragile e irrazionale, capace di regalare un futuro a chi non credeva di meritare neanche un presente. Una storia nata dalla frequentazione, durata tre anni, tra Mirko e il regista Michele Vannucci che spiega: “Il Più Grande Sogno è un film di finzione che nasce dalla realtà: ciò che cercava Mirko era ciò che cercavo anch’io, ovvero un’altra vita”.