Una intensa Micaela Esdra è la straordinaria protagonista di Psicosi delle 4.48 – Sinfonia per una Voce Sola, l’ultima opera scritta da Sarah Kane che verrà portata in scena da Walter Pagliaro dal 20 al 25 ottobre al Teatro Palladium di Roma.
“Cerco una me che non ho mai conosciuto, il volto impresso sul rovescio della mia mente” recita in scena Micaela Esdra. In uno spazio vuoto vediamo un letto su cui si riversano scintille di luce per raccontare “gli scarafaggi” che si muovono nella testa di una povera donna devastata dall’improvviso irrompere dell’emozione.
“Noi abbiamo cercato di mettere sotto la luce fredda dei proiettori, proprio quella testa che cerca disperatamente la sua ombra, il suo doppio, forse la sua vera identità” spiega Walter Pagliaro. Il regista, che si è avvalso della traduzione di Barbara Nativi, ha ricordato quanto scrisse Edward Bond: “Psicosi delle 4.48 non è la dolorosa lettera di un suicida, ma una sorta di trattato riguardo al vivere con consapevolezza: e questo è ancora più doloroso”.
Sarah Kane, scrittrice e poetessa morta suicida nel 1999, con questo testo “proseguì il cammino di progressiva disintegrazione della struttura drammatica che aveva avviato nelle esperienze precedenti” spiega Pagliaro. Il regista si riferisce soprattutto a Crave, in cui “le persone parlanti sono distinte da semplici lettere dell’alfabeto”. Qui, in Psicosi invece “non ci sono più personaggi, ma voci che raccontano, gridano,soffrono e giocano anche, intersecandosi fra loro e rubandosi il tempo”.
Ogni volta che Pagliaro ha riletto questa opera ha pensato alla famosa frase di Beckett: “E ad una ad una, quelle vecchie voci…”. Frammenti di esperienze, ricordi, odori e sensazioni, riaffiorano alla memoria in modo caotico, repentino, senza una logica apparente, ma tutti uniti da un comune denominatore: il dolore.
Più nessuna didascalia, più nessuna scenografia, in quest’ultima prova della Kane: “il teatro torni ad essere una cavità assoluta e aspra, senza suggerimenti o effetti consolatori, senza illusioni!” continua Pagliaro. “Allora scompaia anche la punteggiatura e persino l’impostazione della pagina scritta subisca sussulti continui, terremoti tipografici, come se le parole possano staccarsi autonomamente dal loro contesto naturale per assurgere a vita propria, come pietre da scagliare contro qualcuno”.
Con Psicosi delle 4.48 il teatro “può, sa e deve lanciare le sue provocazioni, i suoi sassi contro i benpensanti, altrimenti non ha ragione di essere: ogni processo di alleggerimento evasivo, di perbenismo gratificante, di compostezza civica, di successo, di integrazione nelle istituzioni è, secondo la scrittrice inglese, la tomba stessa del teatro”.
Una sete di libertà d’espressione e autenticità che ben rappresentano quelle motivazioni “irrazionali, intime e profonde” che hanno portato la Kane a scrivere questo testo, motivazioni che “appartengono all’ardore dentro cui bruciano gli artisti veri, un fuoco di cui è difficile parlare o scrivere”.
“Impazzisci e muori o diventa equilibrato e malsano”: questa lancinante frase di Artaud, Sarah Kane l’aveva affissa sui muri che imprigionavano la sua esistenza. A Pagliaro “piacerebbe appenderla in teatro perché nella sua assolutezza, esplicita il malessere, il disagio, la delusione, l’orrore per quello che accade quotidianamente intorno a noi”.
È questo che ha spinto Walter Pagliaro a portare in scena questo spettacolo: “ci siamo avventurati su un terreno incerto e pieno di rischi: insieme a Micaela Esdra, senza la quale evidentemente tutto ciò non sarebbe stato possibile, abbiamo costruito qualcosa che non fosse uno spettacolo ma un’esperienza da vivere ogni sera con chiunque avesse voglia di riflettere sul senso di quella frase di Artaud”.
“Psicosi delle 4.48 è un gesto di fiducia e di complicità nei confronti del teatro e al tempo stesso, un grido di rabbia contro il mondo”.
Walter Pagliaro