In occasione del 20° anniversario dalla première, il 15-16-17 novembre nelle sale italiane torna Mulholland Drive di David Lynch nell’edizione restaurata da StudioCanal presso il laboratorio Fotokem/Criterion. Presentato in concorso alla 54ª edizione del Festival di Cannes, ha vinto il premio per la miglior regia (ex aequo con Joel Coen per L’Uomo Che Non C’Era). Film che ha lanciato Naomi Watts, indimenticabile al fianco di Laura Harring, Mulholland Drive è uno dei soli due titoli degli anni Duemila a essere entrato nella celebre classifica dei cento migliori film della storia del cinema stilata ogni dieci anni dalla rivista “Sight & Sound”.
Il film
Il film racconta la storia di un’aspirante attrice di nome Betty Elms (Naomi Watts), appena arrivata a Los Angeles, che incontra e fa amicizia con una donna affetta d’amnesia (Laura Harring) che si sta riprendendo da un incidente d’auto. La storia segue diverse altre vicende e personaggi, tra cui un regista di Hollywood (Justin Theroux). È una strada quanto mai accidentata quella lungo la quale Lynch conduce le protagoniste e gli spettatori: la sua Mulholland Drive costeggia le colline di Hollywood, fabbrica di sogni e d’incubi, e si perde nelle oscurità della notte e del mistero. Ogni logica narrativa sembra cancellarsi nel cinema del regista di Eraserhead e Velluto blu, scivolando lungo il crinale tra reale e onirico, tra noir e mélo, in un labirinto ipnotico e avvolgente che fa dell’enigmaticità il proprio fondamento. Nato, sulla scia dell’enorme successo di Twin Peaks, come puntata pilota di una serie mai realizzata, il progetto di Mulholland Drive venne acquistato e prodotto da StudioCanal, che ora ne ha curato il restauro, con la supervisione dello stesso Lynch.
Il Premio Strega Emanuele Trevi racconta…
“Mulholland Drive, uno degli indiscussi capolavori della fase matura dell’arte di David Lynch, nonostante e forse proprio attraverso l’ormai celebre ‘enigmaticità’ della sua struttura, possiede tutti gli ingredienti del ‘romanzo dell’‘abbandono’, esaltati da un’atmosfera noir particolarmente in sintonia con un progetto narrativo così centrato sui sentimenti. Perché il noir non è solo un genere di narrazione che fa perno sul delitto, sulla colpa, sul mistero: al suo interno, si agita sempre Eros, con la sua cieca forza distruttiva e i suoi labirinti di passioni. Comunque si voglia rendere conto della trama del film, risulta sempre più chiaro, via via che il film procede verso la sua conclusione (o retrocede, se si preferisce, verso il suo punto di partenza), che Lynch ha immaginato uno spazio onirico, o uno spazio immaginale, muovendo da una catastrofe sentimentale, dalla perdita di un Eden amoroso. Due donne bellissime si amavano, fino al giorno in cui una delle due ha messo fine alla storia, imboccando una strada nuova, e lasciando l’altra sulla sua spiaggia solitaria, nello strazio interminabile dei suoi giorni dell’abbandono”.