A quattro anni di distanza dal suo ultimo profetico Habemus Papam, arriva oggi nelle sale il dodicesimo lungometraggio di Nanni Moretti che con Mia Madre ha realizzato un’opera autobiografica molto intensa e sentita. Nel cast una bravissima Margherita Buy, un’eccezionale Giulia Lazzarini e la stella americana John Turturro.
In Mia Madre, che Nanni Moretti ha scritto con Francesco Piccolo e Valia Santella, la protagonista è Margherita (Margherita Buy), una regista di successo in crisi creativa che deve affrontare alcune difficoltà anche nella vita privata, la malattia della madre (Giulia Lazzarini) e un rapporto che sta finendo. Accanto a lei il fratello Giovanni interpretato da Nanni Moretti.
Insieme per la terza volta consecutiva, dopo Il Caimano (2006) e il sopracitato Habemus Papam (2011), Margherita Buy e Nanni Moretti in questa pellicola si scambiano i ruoli: è infatti Margherita Buy che interpreta la protagonista, ovvero quel regista (Nanni Moretti) che vediamo vivere un momento di crisi professionale e personale. Ruolo che aveva interpretato anche Silvio Orlando ne Il Caimano (in quell’occasione Moretti fece Berlusconi).
Il nuovo film di Moretti esce in un mese a lui caro, quell’Aprile che diventò il titolo del film che girò nel 1998 e che lo vedeva protagonista nella parte di se stesso: un regista fortemente indeciso e insicuro combattuto tra il girare un documentario politico (dopo il primo trionfo di Berlusconi e la successiva caduta del governo causata dalla Lega Nord di Bossi) e un musical con protagonista un pasticciere (ancora una volta Silvio Orlando).
Aprile, realizzato dopo Caro Diario, è stato il secondo ed ultimo film in cui Nanni Moretti ha interpretato se stesso, da protagonista. Oltre alla celeberrima scena in cui perde la pazienza con Massimo D’Alema in tv (“Dì qualcosa di sinistra! Dì semplicemente qualcosa!”), in Aprile vediamo un’altra scena cult che ancora oggi è più attuale che mai: il mega giornale composto da tanti giornali, simbolo di un’informazione che ci annienta, che ci vuole pilotare e avvolgere come mummie.
Tornando invece al suo nuovo film, se in Aprile la sua vita cambiava con la nascita del figlio, in Mia Madre è al contrario l’arrivo della morte della madre che segna le vicende di Margherita. Una donna che si mostra molto decisa e sicura di sé ma che in realtà non è affatto forte e che vive in realtà profonde incertezze, turbamenti e inadeguatezze. Al suo fianco, come si vede nella locandina del film, il fratello (Moretti), un po’ nevrotico, depresso, ma con un animo gentile.
E poi lei, la madre malata, una Professoressa di Latino che ha fatto dell’insegnamento la propria missione e che, anche in ospedale, riceve le visite dei suoi ex alunni. Anche con la maschera d’ossigeno, la vediamo dare ripetizioni alla nipote, accorgendosi delle emozioni che quest’ultima prova per qualche suo giovane coetaneo molto più dei suoi genitori distratti.
“Di solito faccio passare parecchio tempo tra un film e l’altro – spiega Nanni Moretti – ho bisogno di lasciarmi alle spalle l’investimento psicologico, emotivo del film appena fatto. Ci metto sempre un bel po’ di tempo per ricaricarmi. Stavolta invece, appena uscito Habemus Papam, ho cominciato subito a pensare a Mia Madre. Ho iniziato a scrivere quando nella mia vita erano appena successe le cose che poi ho raccontato nel film. Dopo la prima stesura della sceneggiatura, sono andato a rileggermi i miei diari scritti durante la malattia di mia madre perché immaginavo che quei dialoghi, quelle battute, avrebbero potuto aggiungere peso e verità alle scene tra Margherita e la madre. Ecco, rileggere quei quaderni è stato doloroso”.
Un lavoro introspettivo che lo mette nuovamente a nudo nei confronti degli spettatori: oltre all’emozione della paternità descritta nel più volte citato Aprile, aveva infatti parlato del tumore che lo ha colpito nell’ultimo episodio di Caro Diario.
Questa volta il mezzo cinematografico ci fa arrivare il dolore per la perdita della madre, avvenuta pochi anni fa. Ma il film, seppur serio e toccante, riesce anche a far sorridere e ridere. In modo semplice, autentico, vero. Ed è proprio in questa totale realtà che si trova uno dei pregi del film che tra un mese sarà presentato al Festival di Cannes (ancora non si sa se in Concorso o Fuori Concorso).
Un film “politico”, come l’ha definito Moretti proprio per quello che in realtà di politica non parla per niente per lasciare spazio solo ai sentimenti e a tutte le sfumature delle emozioni che possiamo provare. La società che spesso Moretti filtrava nei suoi film attraverso giornali, radio e tg tv, questa volta la vediamo nel suo vivo, come sfondo e come luogo della vita.
Per la prima volta la protagonista di un film morettiano è una donna. Margherita Buy, che non interpreta Moretti ma è il suo alter ego, tenta di fare un film sulla classe operaia con protagonista Turturro nella parte di un padrone arrogante. Se, nella finzione, il film che gira Margherita lascia a desiderare, quello vero di Nanni Moretti è riuscito molto bene.
“Ripeto le stesse cose da anni perché tutti pensano che io, in quanto regista, sappia interpretare la realtà, ma io non capisco più niente”
Nanni Moretti – Mia Madre