Bellezza, grazia, intelligenza, talento. Quattro aggettivi che ben descrivono Natalie Portman, un’attrice simbolo del cinema dell’ultimo quarto di secolo che mercoledì 9 giugno compie 40 anni. Nata a Gerusalemme, figlia unica di un medico di origine polacca e rumena (Avner Hershlag: è stato lui a chiamarla così in onore dell’omonima canzone di Gilbert Bécaud) e di una casalinga americana di Cincinnati (Shelley Stevens: che in futuro le farà da agente). Quando ha tre anni con la famiglia si trasferisce e stabilisce definitivamente a Syosset (Long Island, New York), dove trascorre l’infanzia e dove inizierà il percorso che l’ha fatta diventare una stella.
Dalla danza a Léon, dal cinema ad Harvard
A sette anni Natalie Portman inizia a studiare danza e muove i primi passi come modella. Impossibile non notarla: nel 1994 Luc Besson la sceglie come co-protagonista (insieme a Jean Reno) di Léon. Un film che le apre le porte del cinema e la porta a prendere parte – senza mai rinunciare agli studi – ad altri film diretti da grandi registi e interpretati da grandi attori: Heat – La Sfida di Michael Mann (1995, con Al Pacino e Robert De Niro), Tutti Dicono I Love You di Woody Allen (1996, musical con Edward Norton e Drew Barrymore), Mars Attacks! di Tim Burton (1996, con Jack Nicholson e Glenn Close), Beautiful Girls di Ted Demme (1996, con Matt Dillon e Uma Thurman). Molto attenta alla propria immagine – rifiutò di recitare in diversi film, da Tempesta di Ghiaccio di Ang Lee (1997) a Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann (1997), da L’Uomo Che Sussurrava Ai Cavalli di Robert Redford (1998) a Lolita di Adrian Lyne (1999) – e alla propria formazione, sia tecnica che culturale, Natalie Portman per tre anni abbandona il cinema per dedicarsi al teatro (nel 1998 recita in The Diary of Anne Frank, produzione di Broadway di James Lapine che le regala una nomination ai Tony Awards) e allo studio: una volta finita la scuola si iscrive infatti all’Università di Harvard per studiare Psicologia (si laureerà nel 2003) e recitazione alla Stagedoor Manor Performing Arts Camp.
Il ritorno con George Lucas
Nel 1999 riecco la settima arte: Natalie interpreta la regina Padmé Amidala nella trilogia prequel della saga di Guerre Stellari diretta da George Lucas. I film – Star Wars: Episodio 1 – La Minaccia Fantasma (1999), Star Wars: Episodio II – L’Attacco Dei Cloni (2002), e Star Wars: Episodio III – La Vendetta dei Sith (2005) – sono tra i film che hanno incassato di più a livello mondiale. Sempre nel 1999 è al fianco di Susan Sarandon ne La Mia Adorabile Nemica di Wayne Wang, mentre nel 2000 è protagonista in Qui Dove Batte il Cuore diretto da Matt Williams (con Ashley Judd, Stockard Channing e James Frain). Nel 2001 torna in teatro e partecipa alla produzione di Il Gabbiano di Anton Čechov, al The Public Theater di New York al fianco di Meryl Streep, Kevin Kline e Philip Seymour Hoffman che ritrova sul set di Ritorno a Could Mountain di Anthony Minghella (2003, nel cast anche Jude Law, Nicole Kidman, Renée Zellweger e Donald Sutherland).
I primi anni 2000, la consacrazione
Nei primi anni 2000 la sua carriera decolla definitivamente. Dopo La Mia Vita a Garden State (di e con Zach Braff, 2004), nel 2005 vince un Golden Globe e riceve una Nomination agli Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista del conturbante Closer del maestro Mike Nichols, che Natalie interpreta al fianco di Jude Law, Julia Roberts e Clive Owen. Nello stesso anno interpreta una ragazza israeliana in fuga da Gerusalemme in Free Zone, film indipendente diretto da Amos Gitai (presentato al Festival di Cannes) e in V per Vendetta di James McTeigue (2005, dal popolare fumetto di Alan Moore, lei si rade la testa per diventare Evey Hammond). Arrivano poi altri film degni di nota: da L’Ultimo Inquisitore di Miloš Forman (2006, con Javier Bardem, in cui interpreta la musa ispiratrice del pittore spagnolo Francisco Goya) a Un Bacio Romantico di Wong Kar-wai (2007, ritrova ancora Jude Law), da Mr. Magorium e la Bottega Delle Meraviglie di Zach Helm (2007, al fianco di Dustin Hoffman) a L’Altra Donna Del Re, dramma in costume di Justin Chadwick (2008, nella parte di Anna Bolena), da L’Amore e Altri Luoghi Impossibili di Don Roos (2009) a Brothers di Jim Sheridan (2009, con Tobey Maguire e Jake Gyllenhaal, remake della pellicola danese Non Desiderare la Donna d’Altri). Da non dimenticare anche Hotel Chevalier, prologo di 12 minuti del film Il Treno Per il Darjeeling di Wes Anderson (2007).
Da Oscar ne Il Cigno Nero
Nel 2010 esce al cinema il suo film più grande, ovvero Il Cigno Nero diretto da Darren Aronofsky, un bellissimo thriller psicologico in cui interpreta una ballerina di danza classica che deve modificare la sua tecnica ed il suo stesso carattere per ballare ne Il Lago Dei Cigni (il suo maestro è Vincent Cassel). La prova della Portman – che per prepararsi al ruolo ha perso molti Kg e ha preso per un anno e mezzo lezioni di danza classica – davvero superba è stata premiata con un premio Oscar come Miglior Attrice Protagonista. Dopo due film minori – Hesher è Stato Qui di Spencer Susser (2010) e Sua Maestà di David Gordon Green (2011) – nel 2011 affianca Ashton Kutcher nella commedia romantica Amici, Amanti e… di Ivan Reitman e viene diretta da Kenneth Branagh in Thor, film tratto dal famoso fumetto, dove interpreta Jane Foster (al suo fianco Anthony Hopkins, Chris Hemsworth, Ray Stevenson, Idris Elba e Tadanobu Asano). Due anni dopo, 2013, recita anche nel sequel Thor: The Dark World di Alan Taylor. Nel 2015 è tra i protagonisti – con Christian Bale e Cate Blanchett – di Knight of Cups del regista visionario Terrence Malick che due anni dopo la dirigerà anche in Song To Song (nel cast anche Ryan Gosling, Rooney Mara e Michael Fassbender). Dopo il film corale a episodi Bastardi Insensibili (sempre 2015, dal bestseller di Robert Boswell), nel 2016 è attrice e produttrice Jane Got a Gun, il western diretto da Gavin O’Connor (con Joel Edgerton, Noah Emmerich e Ewan McGregor).
Da Jackie ai film più recenti
Alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia Natalie Portman è grande protagonista con due film. Il primo, Planetarium, è diretto da Rebecca Zlotowski e la vede protagonista al fianco di Lily-Rose Depp in una storia di spiriti e fantasmi ambientata alle fine degli anni ’30. Il secondo è invece il più importante e riconosciuto Jackie, il biopic su Jacqueline Kennedy diretto da Pablo Larraín. Lei interpreta con grazie a bravura (avrebbe meritato l’Oscar) l’affascinante e misteriosa First Lady che si trova a dover affrontare la perdiata del marito, il Presidente John Fitzgerald Kennedy. Trauma e fama sono al centro di Vox Lux, pellicola diretta da Brady Corbet nella quale lei interpreta una pop star. Il film è stato presentato a Venezia nel 2018, un anno che ha visto Natalie impegnata anche in Annientamento, thriller fantascientifico diretto da Alex Garland (nei panni di una biologa) e nel drammatico film d’autore La Mia Vita con John F. Donovan di Xavier Dolan. Nel 2019 è protagonista nel drammatico Lucy in the Sky di Noah Hawley nel ruolo di Lucy Cola, un’ex astronauta che dopo una missione spaziale, inizia a perdere il contatto con la realtà (il film è ispirato alla vera storia dell’astronauta Lisa Nowak). In questo 2021, diretta da Taika Waititi la vedremo per la terza volta nel ruolo di Jane Foster in Thor: Love and Thunder.
La Portman regista
Natalie Portman è attiva anche dietro alla macchina da presa. Ha scritto, diretto e prodotto Sognare è Vivere, del quale è anche la protagonista; che è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes del 2015 e che ha avuto la sua premiere Nord Americana al Festival di Toronto dello stesso anno. La storia è basata su Una Storia di Amore e di Tenebra, il memoir di Amos Oz che racconta l’infanzia di Oz a Gerusalemme, il periodo successivo alla fine del Mandato Britannico della Palestina, i primi anni dopo la nascita dello Stato di Israele e gli anni della sua infanzia trascorsi in un kibbutz. Vale la pena ricordare anche il cortometraggio Eve, che la Portman ha scritto e diretto, e che racconta la storia di una giovane donna che va a trovare sua nonna e finisce per accompagnarla a un appuntamento galante. In questo corto, che è stato presentato nel 2008 alla 65esima Mostra del Cinema di Venezia, recitano anche Lauren Bacall, Ben Gazzara e Olivia Thirlby. Inoltre, nel 2013 ha scritto e diretto un segmento per il film New York, I Love You, che racconta un giorno nella storia di un padre e di una figlia a Central Park. Questa pellicola è formata da 12 vignette dirette da altrettanti registi, e ciascuna illustra il tema universale dell’amore nei cinque quartieri di New York City.
Cause umanitarie
Ambasciatrice per l’infanzia per l’ONU, accanita sostenitrice dei diritti degli animali e convinta ambientalista. Natalie Portman dedica molto del suo tempo libero a favore di diverse cause umanitarie. È diventata la Prima Ambasciatrice di Speranza della FINCA, un programma di micro finanza e di gestione del credito che fornisce micro prestiti alle famiglie più povere del mondo, in modo che possano crearsi un lavoro, aumentare i loro profitti e migliorare le loro condizioni di vita, riducendo così la povertà a livello globale. Come Ambasciatrice di Speranza, la Portman si occupa di vistare i programmi internazionali della FINCA in paesi come il Guatemala, l’Ecuador e l’Uganda. Non mancano infine anche le battaglie per l’uguaglianza di genere, al fianco del Movimento #MeeToo. Natalie Portman ha anche un grande cuore.