La penna di Carlotta Corradi è protagonista sul palcoscenico del Teatro India con la delicata indagine teatrale Nel Bosco, testo finalista al 54° Premio Riccione per il Teatro e recentemente presentato in forma di lettura scenica al Theatre 503 di Londra (nell’ambito della rassegna Italy Uncovered), ora portato in scena da Andrea Collavino per questa prima tappa di lavoro dal 9 al 12 gennaio.
L’autrice prende spunto dallo scandalo giornalistico delle Baby Squillo dei Parioli, le due ragazze minorenni di quindici e sedici anni coinvolte da un gruppo di adulti in un giro di prostituzione minorile e finite sulle pagine della cronaca nazionale. La grazia e la profondità dell’universo poetico della Corradi trasformano gli accenti scandalistici della vicenda in un racconto di formazione complesso ed estremamente reale, che ci impone di chiederci senza retorica che cosa significhi crescere nell’Italia di oggi. Il testo parte dalla vicenda di cronaca ma è raccontato dal punto di vista personale e trasognato dei suoi protagonisti: quello di Manu (Romana Maggiora Vergano), quindicenne che segue con ostinazione le orme della sua compagna di classe Chiara (Lia Greco), in un giro di amicizie, locali, vecchie canzoni e clienti molto più grandi di lei. A fare da specchio alle due ragazze ci sono le madri, molto diverse tra loro ma accomunate dal difficile compito di affrontare la crescita delle proprie figlie in procinto di diventare donne. Poi ci sono gli uomini, che in fondo non sembrano così adulti neppure agli occhi delle due ragazze. E infine c’è la nonna, come nella fiaba di Cappuccetto Rosso.
È proprio seguendo il percorso di questa fiaba – associata in psicoanalisi all’iniziazione sessuale delle ragazze – che Manu si addentra in un bosco attratta dal lupo. Ma le fronde degli alberi non permettono alla luce di passare, impedendo a qualunque personaggio che lo attraversi di orientarsi. È il mondo in cui viviamo, quello di Manu e Chiara e di tutti i personaggi della storia, in cui per le leggi della sopravvivenza i rapporti umani sono spesso basati sul tornaconto. Anche le relazioni più sincere nascondono dei meccanismi di sfruttamento, spesso accettati come parte della relazione stessa. «Dove è il limite oltre il quale la relazione si sbilancia e diventa dipendenza, ricatto, plagio o sottomissione? – si chiede il regista Andrea Collavino – Seguendo il percorso iniziatico delle due ragazze ci ritroviamo continuamente ingannati dai sentimenti contrastanti che la vicenda genera in noi, senza poterci aggrappare a nessuna certezza, persi anche noi tra le fronde degli alberi».