Giovedì 24 maggio al Cinema Savoy di Roma alle ore 20.30 ci sarà la prima nazionale di Parasitic Twin, il film diretto da Claudio Zamarion, in arte All Zammi, e ispirato ad una storia vera. Parasitic Twin è un thriller impregnato dagli umori del cinema gotico e da trame sovrannaturali che ha come protagonista un cast al femminile: Francesca Pellegrini, Dani Tonks, Giulia Martina Faggioni, Anna Butterworth, Esmeralda Spadea e Doris Nite.
Nel film, quattro ragazze, cresciute in un orfanotrofio e legate da un patto di sangue stretto da bambine, si avventurano su un’isola. Qui affrontano il mistero di una nascita ancestrale, qualcosa di misterioso che cresce dentro il corpo di Jana (Francesca Pellegrini), la protagonista, e cerca di venire alla luce in un luogo fuori dal tempo mentre le giovani faranno i conti, di nuovo, con il loro peggior incubo: il senso di abbandono.
È sull’isola che le prescelte devono sottostare al cerimoniale che prevede sacrifici di sangue perché il gemello parassita possa nascere, ed è qui che Doris (Doris Nite), una donna condannata all’esilio perpetuo da un’antica maledizione, dopo aver estirpato il suo gemello parassita, deve convincere Jana a offrire in sacrificio le sue amiche perché la profezia possa compiersi e la creatura che le deturpa il corpo possa finalmente prendere vita. Abbandonata dagli affetti, la debole Jana, si lascia manipolare da Doris diventando al tempo stesso vittima e complice della pazzia di quest’ultima fino all’ineccepibile verità che alberga in ogni anima lasciata al proprio destino.
Il regista All Zammi ha presentato così il suo Parasitic Twin:
“Mi lascio coinvolgere e trasportare dal racconto di una storia durante una serata passata tra amici. Un’isola in mezzo a un lago che rappresenta la solitudine, una barca che ci conduce lontano dal mondo reale, quattro ragazze con un unico obiettivo: far dimenticare alla piccola del gruppo l’operazione subita per estirpare il suo “Gemello Parassita”. Mi ha affascinato immediatamente l’aspetto psicologico e quanto questo può incidere sulle nostre emozioni. Sapere di avere inglobato il tuo gemello e avergli negato un esistenza“.
“Proiezioni di paure che tutti noi abbiamo, accompagnano una storia che, grazie a un gruppo coeso di cast tecnico e artistico, mi ha reso possibile l’utilizzo di una macchina da presa timida, mai invasiva ma concentrata sulle emozioni, sui rumori sull’ambiente e sui profumi di una vita alla ricerca di normalità. Un utilizzo di grandangoli che rende la distanza dalle nostre protagoniste percettibile, proiettare il nostro pubblico lì con loro, in silenzio, lasciandolo andare a una storia che, via via, vuole penetrare nel profondo. La naturalezza degli eventi che succedono al racconto, ragazze che, cresciute in un orfanotrofio hanno, fin da subito, una confidenza schietta, diretta, mi consente di esaltare l’aspetto mentale e non quello fisico“.
“L’ambientazione mi ha aiutato, attraverso i suoi colori, la sua vegetazione ed i ricchi rumori, a rendere tutto così pieno di spazio e, allo stesso tempo, a perdere la percezione della direzione e del tempo. Un rifugio che rende intimo il loro trascorso, una luce naturale che le inserisce nella loro storia. Ho voluto prediligere il suono con l’Asta proprio per rendere loro più immerse, sentirle e viverle completamente”.
“I colori delle acque sulfuree e i fiumi di colore ruggine mi aiutano a dare al film un ambiente ferito ma vivo, che riflette i battiti della proiezione delle vite delle protagoniste della nostra storia. Una grande collaborazione mi lega al maestro Giacomo Trovaioli che ha saputo affrontare un film che vuole mutare il suo pubblico in una visione distesa e percettiva”.