Per festeggiare il compleanno di Paul Giamatti – oggi spegne 50 candeline – ho pensato di ricordare un film che ha visto protagonista questo piccolo grande attore. Mi riferisco a Sideways – In Viaggio con Jack, pellicola diretta da Alexander Payne nel 2004 basata sull’omonimo romanzo di Rex Pickett. Il personaggio interpretato da Giamatti, Miles Raymond, è infatti uno dei più riusciti nelle commedie romantiche/amare dell’ultimo ventennio.
La storia vede protagonisti Miles (il nostro Paul Giamatti) e Jack (Thomas Haden Church) due amici quarantenni nettamente agli antipodi. Jack è in procinto di sposarsi ma vuole concedersi un’ultima sfrenata settimana di libertà e di sesso. Sembra proprio essere un ventenne che non vuole crescere. Miles invece è depresso perché non si è ancora ripreso dal suo matrimonio fallito con Vicky (Jessica Hecht), la donna che lo ha lasciato e della quale è ancora innamorato. Per svagarsi un po’, accetta di viaggiare insieme a Jack andando nella zona vinicola di Santa Ynez Valley, nella contea di Santa Barbara in California. Miles, un professore di lettere annoiato, è infatti un super appassionato di vino. Per questo intende la settimana come occasione di relax: vuole degustare del vino, mangiare cibo di qualità e giocare a golf. Ma Jack, più libertino, ha altri piani per il suo addio al celibato.
Trascinato da Jack (che usa la sua voce da speaker radiofonico per fare colpo), Miles conoscerà Maya (Virginia Madsen), l’amica cameriera di Stephanie (Sandra Oh), un’enologa. I quattro escono insieme e mentre Jack – nascondendo il fatto che si deve sposare – inizia una relazione con Stephanie, Miles, impacciatissimo e ormai “arrugginito” nel rapportarsi con le donne, resta colpito da Maya. I due parlano molto, senza alcun contatto fisico. Quando una sera Maya aspetta un bacio da Miles, quest’ultimo non riesce a vincere la propria timidezza e la paura che ancora lo attanaglia. Le due coppie usciranno ancora e passeranno allegramente altro tempo insieme fino a quando Miles, ingenuamente, dice a Maya che Jack si sta per sposare. Maya e Stephanie, sentendosi tradite, li piantano in asso. Miles e Jack si rimproverano a vicenda.
Maya per Miles stava davvero diventando una grande occasione per ricominciare a vivere, mettendosi alle spalle l’ex moglie definitivamente. Per questo Miles è comunque riconoscente a Jack, nonostante tutte le critiche (talvolta anche aspre) che gli muove: l’energia del suo amico lo ha scosso dal suo torpore. E quando le cose vanno male – quando riceve la notizia che il suo romanzo non verrà pubblicato “l’ennesimo capolavoro che resta chiuso dentro un cassetto” – allora si lascia andare, alzando il gomito, affogando nel vino. Sbronze che lo stordiscono, per sfuggire alla realtà che lo raggiunge: al matrimonio ci sarà anche Vicky, ormai il suo spauracchio. Quando Miles, dopo altre avventure esilaranti con Jack, giungerà al matrimonio dell’amico, verrà raggiunto da Vicky. La donna dirà a Miles non solo che si è risposata, ma che è anche incinta.
Miles resta senza parole. Tutto ciò che riesce a pronunciare è: “ah…Bene. Congratulazioni Vicky. È una notizia stupenda”. Giamatti rende alla perfezione il momento: dal suo volto traspaiono dolore e senso di perdita, a malapena contenuti da buone maniere e da un inedito contegno emotivo (a differenza delle precedenti piazzate nel corso del film). È un momento terribile reso ancora più efficace dalle centinaia di comparse che si muovono sullo sfondo. Una volta tornato a casa, nel suo triste appartamento di San Diego, lo vediamo prendere la sua bottiglia di vino più pregiata, uno Château Cheval Blanc del 1961 (di cui aveva gelosamente parlato a Maya). Se l’andrà a bere mestamente in un bicchiere di plastica di un fast food. Da solo. Senza niente da festeggiare. Nel finale (aperto) però lo vediamo andare a bussare a casa di Maya dopo che quest’ultima gli ha lasciato un messaggio in segreteria: ha letto, e apprezzato molto, il suo romanzo. In quelle pagine sembra avere colto i lati più sentimentali di Miles. Gli aprirà anche la porta?
Sideways (che vinse l’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale) è un film di grande sensibilità sui sottili legami di amicizia e sulle scintille dell’amore. In Miles è impossibile non vedere qualcosa di noi stessi, quell’alternarsi di energia e passività, di coraggio e di scoramento, di ottimismo e delusione profonda che proviamo nella vita. Il Miles di Paul Giamatti è “un’interpretazione epocale, in parte timido, in parte insoddisfatto, del tutto degno di rispetto”, come scrisse David Stratton.
Sono perfettamente d’accordo e oggi farò un brindisi a te Paul Giamatti.
Giacomo Aricò